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Che cosa è la surroga e come funziona: ecco come passare a un mutuo migliore

C’è una diffusa convinzione che il mutuo sia un legame indissolubile, che unisce “per sempre” l’Istituto Bancario e la persona che contrae il prestito per acquistare casa. In realtà un mutuo non è un matrimonio a vita tra la banca e chi lo ha acceso, ma un contratto di convenienza da cui si può recedere in vista di condizioni economiche migliori.

La Legge 40/2007 (Legge Bersani), e successivamente la Legge Finanziaria del 2008, hanno introdotto la surroga mutui, ovvero l’opportunità di cambiare la banca che ha concesso il mutuo a favore di un prodotto finanziario con condizioni migliori in termini di tassi, durata, spread o peso delle rate.

In altri termini, cosa significa la surroga mutui?

La surroga è la possibilità di modificare il proprio mutuo.

La surroga è studiata per non penalizzare le persone in debito con la banca: se il mercato dei mutui propone soluzioni più vantaggiose, l’utente ha la facoltà di approfittarne e recedere dal contratto precedente, senza un vincolo di continuità con la propria banca attuale.

Un aspetto significativo sta nel fatto che la banca iniziale non può opporsi al cambio di contratto e non può prevedere penali di nessun tipo se il debitore trae vantaggio dal nuovo contratto.

Il tasso di interesse, ad esempio, oggi è molto più basso rispetto a qualche anno fa e questo rappresenta un ottimo incentivo per stipulare un accordo migliorativo o, meglio, un mutuo più vantaggioso con un’altra banca.

Per  la valutazione della fattibilità della surroga, sicuramente la strada più semplice e sicura è quella di rivolgersi ad un consulente esperto o direttamente ad una nuova banca, che si potrà occupare di fare il nuovo preventivo sulla base delle nuove condizioni del mercato e di quelle personali del contraente.

La surroga mutui è una pratica molto delicata ed impegnativa : la surroga non sostituisce un mutuo, ma implica la stipula del nuovo contratto con una nuova banca.

Ecco gli aspetti da considerare nel momento in cui si decide di surrogare il proprio mutuo:

  • Il numero di anni che mancano alla estinzione del debito con la banca.

Se si tratta di pochi anni, va considerato che la maggior parte degli interessi sono stati già pagati, quindi la convenienza di un nuovo contratto già in partenza è bassa L’importo della surroga che deve essere o stesso del mutuo, e non più alto di quello iniziale

  • Le offerte alternative delle altre banche: valutare se e quanto sono convenienti, per evitare proposte di mutuo ex novo
  •  I tassi più convenienti tra tasso fisso o variabile.

Per mutui più lunghi, ad esempio 10 anni o superiori, conviene mantenere il tasso fisso, mentre il tasso variabile è più conveniente per i mutui di durata inferiore ai 10 anni.

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Donazione casa ai figli: ecco quali tasse si pagano e in che misura. Approfondimento tra donazione e usufrutto vitalizio

  • Nell’ambito di tasse sulla casa, ecco un focus sulla tassazione delle donazioni della casa ai figli
  • Se i genitori scelgono la strada della donazione della casa ai figli ecco a quali tasse vanno incontro

In caso di donazione della casa ai figli, le tasse da pagare sono escluse o agevolate. Questo perchè la donazione prevede il trasferimento della proprietà ai propri figli.

Le tasse quindi sono praticamente nulle, a meno che non si superi la soglia di 1 milione di euro di valore dell’immobile.  Nel caso in cui il valore dell’immobile superi il milione di euro, le tasse si pagheranno sul sul valore eccedente la franchigia (1 milione di euro) nella misura del 4%

Detto che la tassa di successione si applica raramente, è necessario sapere che in caso di donazione della casa ai figli, vanno corrisposte le imposte ipotecarie e catastali.

Sulle donazioni di un bene immobile o di un diritto reale immobiliare sono dovute quindi:

  •  l’imposta ipotecaria, nella misura del 2% del valore dell’immobile
  •  l’imposta catastale, nella misura dell’1% del valore dell’immobile

Per le donazioni di “prima casa” valgono le stesse agevolazioni concesse per le successioni. In sostanza, invece che applicare le citate percentuali sul valore dell’immobile, il beneficiario pagherà le imposte ipotecaria e catastale nella misura fissa di 200 euro ciascuna.

L’agevolazione “prima casa” fruita per l’acquisto di immobili a titolo di donazione non preclude la possibilità di chiedere nuovamente il regime di esenzione in caso di successivo, eventuale acquisto a titolo oneroso di altro immobile (soggetto ad imposta di registro).

Al contrario, l’agevolazione prima casa fruita per l’acquisto di immobili per donazione preclude ulteriori acquisti agevolati a titolo gratuito, salvo che tali acquisti abbiano per oggetto quote dello stesso immobile.

Attenzione

Le agevolazioni fiscali Prima Casa vengono concesse se chi eredita l’immobile

  • non è titolare, esclusivo o in comunione col coniuge, di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di abitazione nel territorio del Comune dove si trova l’immobile ereditato
  •  non è titolare, neppure per quote o in comunione legale, su tutto il territorio nazionale, di diritti di proprietà, uso, usufrutto, abitazione o nuda proprietà, su altra casa di abitazione acquistata, anche dal coniuge, usufruendo delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa.

Questi due requisiti devono sussistere entrambi. Inoltre, l’immobile deve trovarsi nel Comune in cui l’erede ha la propria residenza o in cui intende stabilirla entro diciotto mesi


Tasse per la donazione con riserva di usufrutto vitalizio

Nel caso in cui invece la donazione della casa ai figli preveda la riserva di usufrutto vitalizio, per poter stabilire il valore dell’immobile è necessario considerare l’età di chi dona, il valore catastale della casa  e  un valore rappresentativo dell’aspettativa di vita dell’usufruttuario.

Sul totalem verranno poi applicate aliquote e tasse come nella donazione senza riserva di usufrutto vitalizio

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Negozi che diventano case: quando le vetrine diventano vetrate

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Latterie, drogherie, piccole botteghe e negozietti trasformati in case. Quando le vetrine diventano vetrate e i negozi si trasformano in case.

Succede che il supermercato apre e la piccola drogheria sotto casa chiude, che il grande magazzino si allarga e la bottega da cui siamo sempre andati abbassa per sempre la saracinesca. E succede spesso che non trovando altri negozianti disposti ad investire in quello spazio commerciale, quest’ultimo venga venduto e trasformato in una casa.

È un fenomeno, quello dei negozi che diventano case, cresciuto esponenzialmente negli anni della crisi che ha colpito i piccoli commercianti e il mercato immobiliare. Da una parte i commercianti che vendono, dall’altra il compratore che trasforma.

Si assiste quindi alla trasformazione di spazi commerciali con tanto di vetrine su strada in abitazioni vere e proprie. Cambiata la destinazione d’uso, le vetrine diventano ingressi o vengono modificate con la costruzione di alti parapetti e gli interni vengono modificati e trasformati, spesso con la creazione di soppalchi per rendere più ampi possibili gli spazi.

Un negozio trasformato in casa fa risparmiare: in media il prezzo di una soluzione del genere può arrivare ad esser più basso del 30% di un immobile tradizionale nella stessa zona, con un netto risparmio soprattutto per chi vuole fare un investimento e metter a reddito l’immobile.

Le vie più residenziali e meno commerciali dei centri delle grandi città sono terreno fertile per questo tipo di soluzione. Gli immobili che ospitano locali commerciali infatti sono generalmente immobili d’epoca, con metrature generose e soprattutto soffitti molto alti che ben si prestano alla creazione di ampi soppalchi e di conseguenza ulteriore metratura.

giovani sono il target perfetto per questo tipo di soluzione. Gli spazi all’interno di spazi commerciali trasformati in case sono meno delineati rispetto ad una abitazione tradizionale. Spesso il salotto coincide con l’ingresso ed è su strada, in vetrina. Seppur adeguatamente schermato, lo spazio pubblico è sempre più vicino a quello privato.

La storia insegna che tutto torna. Se alla fine degli anni novanta erano i vecchi magazzini o le vecchie fabbriche ad esser trasformate in abitazioni e loft, riqualificando interi quartieri – si pensi alla zona Tortona di Milano – oggi sono i negozi che subiscono questa trasformazione.

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Cosa cerca chi vuole comprare casa?

Un acquirente in cerca di una casa vuole poter sognare fin da subito ad occhi aperti. Una casa che è palesemente da ristrutturare e viene venduta ad un prezzo che non è il suo o una casa già ristrutturata ma con tocchi di design che determinano la forte personalità di chi la abita, non è certamente ciò che aiuta ad immaginarsi la casa dei sogni .

Per questo, oltre a non eccedere nella richiesta di prezzo, sarebbe bene metter in vendita un appartamento con alcuni accorgimenti. Ecco quali.

Sentirsi subito a proprio agio in un ambiente appena ci si entra è una sensazione piacevole che dobbiamo cercare di far provare anche a chi visita la nostra casa per la prima volta. Che sia interessato a comprare o affittare la nostra casa, se il futuro inquilino verrà accolto in ambiente  ospitale sarà certamente più ben disposto a continuare la propria visita e manterrà un ricordo dell’appartamento positivo. Un ricordo, si, perchè sicuramente non sarà l’unico appartamento che ha visitato o visiterà.

Colpire l’attenzione di chi visita l’appartamento, quindi, dovrà essere l’obiettivo principale di chi vende o affitta casa. Per farlo basta poco.

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Prima regola: ordine

Un’ abitazione molto più ordinata risulta molto più  attraente rispetto ad una casa in cui regna il disordine : ambienti ordinati e ben tenuti attraggono tre volte di più l’attenzione rispetto a degli spazi trascurati e mal tenuti.Il disordine (se  proprio ci piace) quindi lasciamolo alla nostra vita privata.

Seconda regola: eliminare il superfluo

Via tutto quello che può risultare superfluo e poco funzionale durante una visita di un possibile compratore o futuro inquilino. Cercate di rendere ogni ambiente della casa il più basic possibile: in questo modo si riesce ad assecondare il gusto di tutti.casa_bella

Ad esempio: le collezioni di minuterie dovrebbero essere temporaneamente riposte e non esposte, così come eventuali oggetti etnici che possano dare un’impronta troppo marcata del nostro stile.

Terza regola: la luce

Se l’appartamento gode di luce naturale è consigliabile organizzare visite durante il giorno, o comunque prima di sera, cercando di valorizzare il più possibile ciascun ambiente in funzione della luce del sole. Se non è possibile o la luce naturale è scarsa, accendete le luci. Visitare un appartamento cupo, con poca luce può creare un impatto negativo su chi sta decidendo se acquistare o affittare.

Quarta regola: affidarsi ad un’agenzia immobiliare

Affidarsi ad un agente immobiliare significa affidarsi ad un operatore professionista, una figura in grado di occuparsi professionalmente delle nostre richieste  e grazie al quale è più facile raggiungere il più alto numero di proposte possibili. Il compito dell’agente immobiliare è di trovare e mettere in contatto le parti interessate a concludere un contratto soddisfando le esigenze di entrambe le parti.

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Il trucco per dare un tocco di stile in più alla casa

Se volete dare un tocco di stile in più alla vostra casa ecco il trucco che fa per voi. Una decorazione in più farà sembrare più lussuosa ogni stanza della casa.

Banale ma per niente scontato, ecco il trucco: le tende.
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Se cercate il modo per migliorare una stanza della casa o rinfrescare gli ambienti senza spendere una fortuna, puntate sulle tende e non sbaglierete.

Le tende sono un complemento d’arredo in grado di cambiare sensibilmente una stanza e dare all’ambiente un tocco di novità ed eleganza in più.

Basta poco. Ecco come.

Per rivitalizzare un ambiente della casa, con semplicità e stile, il consiglio è quello di usare semplici tende bianche di lino, magari abbinate a un bastone nero.

La tenda può esser singola o doppiata nel caso si volessero creare drappeggi. Questo permette di filtrare meglio la luce, avere più privacy o rendere più formale la stanza.salotto

Il colore e il tessuto della tenda devono esser scelti in base allo stile generale di ogni singola stanza. La stanza può esser valorizzata grazie alle tende con creando l’illusione ottica di soffitti alti.

Per farlo appendete le tende il più in alto possibile e il più vicino possibile al soffitto: il risultato vi sorprenderà!
Due le lunghezze ottimali per le tende: quella che sfiora leggermente il pavimento, qualora non voleste avere strascichi o una lunghezza più ampia fino a 5 cm per creare un piccolo gioco di tessuto sul pavimento.
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Per rendere più ampia invece la finestra, appendete le tende lasciando circa 10 / 15 cm di spazio ai lati della finestra stessa.

Tocco di eleganza in più, il gancio per la fascia per raggruppare la tenda lateralmente. L’altezza ottimale per sistemare i ganci e far sì che l’effetto ottenuto sia elegante, si trova intorno ai 70/80 cm, partendo dal basso della tenda. In tal modo la parte superiore sarà sufficientemente raggruppata e quella inferiore armoniosa in libertà.

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Villa Colibrì a San Mauro Pascoli è quasi ultimata!

 

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#Stiamocostruendopervoi a Gatteo

ECCO QUALCHE ANTEPRIMA…

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Aumentano i rogiti, segno di una ripresa del mercato

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Dopo  anni di discesa, arrivano altre conferme sullo stato del mercato immobiliare, ormai in via di guarigione.

Gli ultimi numeri, che rivelano come il settore stia intraprendendo in modo sempre più evidente la strada della ripresa, sono dell’Istat, che ha pubblicato i dati sugli atti di rogito notarile. La rilevazione, relativa al terzo trimestre del 2016, ha segnato rispetto allo stesso periodo di un anno fa, un aumento delle convenzioni pari al 19,9%. Nel dettaglio sono cresciute del 17,7% le registrazioni di rogiti con oggetto immobili ad uso abitativo e del 57,9% per quelli ad uso economico. Sul totale degli atti registrati la suddivisione per tipologia di immobile è così composta: il 92,2% riguarda abitazioni e locali accessori, il 7,4% immobili ad uso economico e lo 0,5% immobili ad uso speciale e multiproprietà.

La rilevazione, che per sua natura ha carattere estremamente oggettivo e libero da interpretazioni, segnala un aumento degli atti notarili diffuso in tutte le zone del Paese, segno che la ripresa sta coinvolgendo tutto lo Stivale e non solo alcune aree privilegiate. Dal 2014 sono diversi i fattori che hanno portato allo stato attuale del mercato: dai tassi di interesse in calo, a un accesso al credito più semplice che in passato, a cui si somma la discesa dei prezzi che è l’unica variabile non ancora completamente guarita. Lo rivelano anche i dati di Eurostat che hanno segnato, nel terzo trimestre 2016, un aumento dei prezzi degli immobili nell’Eurozona, mentre in Italia si parla di un calo tra lo 0,8% e lo 0,9%.


 

Cedolare secca

le novità per il 2017

Tutte le novità del 2017 riguardanti la cedolare secca per locazioni ad uso abitativo

Cos’è la cedolare secca?

La cedolare secca è una modalità di tassazione dei canoni d’affitto alternativa a quella ordinaria e che, a certe condizioni, può essere scelta dal locatore.

Essa consiste nell’applicare al canone annuo di locazione un’imposta fissa, in sostituzione dell’Irpef e delle relative addizionali, dell’imposta di registro e dell’imposta di bollo.

Con la cedolare secca il locatore rinuncia, per un periodo corrispondente alla durata dell’opzione, alla facoltà di chiedere l’aggiornamento del canone, anche se prevista nel contratto, a qualsiasi titolo, incluso quello per adeguamento Istat.

cedolare secca

Cosa cambia nel 2017?

L’aliquota con cedolare secca è al 15% per i contratti di locazione a canone concordato di abitazioni nei Comuni con carenza abitativa e nei Comuni ad alta tensione abitativa. Fino al periodo d’imposta 2017, l’aliquotA è al 10% anche sui i contratti stipulati nei Comuni per i quali è stato deliberato, nei 5 anni precedenti il 28 maggio 2014 lo stato di emergenza a seguito del verificarsi di eventi calamitosi.

Le ultime novità per la cedolare secca 2017

La cedolare secca sugli affitti con aliquota ridotta (10% fino alla fine del 2017) si applica – oltre che ai contratti di locazione agevolati (3 anni più 2) e ai contratti per studenti universitari – anche ai contratti transitori di cui alla legge n. 431 del 1998. Lo ha affermato l’Agenzia delle Entrate nella risposta ad un quesito formulato nell’ambito dell’iniziativa del Sole 24Ore Telefisco 2017.

È così confermata l’interpretazione della normativa che Confedilizia ha fornito fin dall’introduzione, nel 2011, della cedolare per gli affitti abitativi, proprio con le motivazioni ora portate dall’Agenzia. E’ quanto si legge in una nota di Confedilizia.

Nella stessa occasione, l’Agenzia delle Entrate ha fornito un altro importante chiarimento in materia di cedolare secca.

Come noto, con un provvedimento approvato alla fine del 2016 si è stabilito che la mancata presentazione della comunicazione relativa alla proroga del contratto di locazione “non comporta la revoca dell’opzione esercitata in sede di registrazione del contratto di locazione qualora il contribuente abbia mantenuto un comportamento coerente con la volontà di optare per il regime della cedolare secca, effettuando i relativi versamenti e dichiarando i redditi da cedolare secca nel relativo quadro della dichiara-zione dei redditi”.

Ora l’Agenzia chiarisce che tale disposizione si applica in relazione alle comunicazioni di proroga del contratto che andavano presentate prima del 3 dicembre 2016, data di entrata in vigore della nuova norma, coclude la nota.

Come si pagano le tasse?

Con la cedolare secca, le tasse vanno pagate in due tranche con un acconto e successivamente il saldo.

In generale, l’acconto non è dovuto nel primo anno di esercizio dell’opzione per la cedolare secca, poiché manca la base imponibile di riferimento, cioè l’imposta sostitutiva dovuta per il periodo precedente.

Il pagamento dell’acconto è dovuto se l’importo dell’imposta sostitutiva dovuta per l’anno precedente supera i 51,65 euro. In questo caso, il versamento dell’acconto va effettuato:

– in un’unica soluzione, entro il 30 novembre, se l’importo è inferiore a 257,52 euro
– in due rate, se l’importo dovuto è superiore a 257,52 euro:

a. la prima, pari al 38% (40% del 95%) dell’imposta dell’anno precedente, entro il 16 giugno (o il 16 luglio, con la maggiorazione dello 0,40%)
b. la seconda, del restante 57% (60% del 95%), entro il 30 novembre.

La prima rata dell’acconto può essere versata anche a rate. Sugli importi rateizzati sono dovuti gli interessi, secondo le medesime disposizioni previste per la rateazione dell’Irpef.

Versamento a saldo

Anche per il saldo dell’imposta sostitutiva si applicano le stesse regole previste per l’Irpef: il versamento va effettuato entro il 16 giugno dell’anno successivo a quello cui si riferisce, o entro il 16 luglio, con la maggiorazione dello 0,40%.

Per il versamento dell’imposta sostitutiva con il modello F24 vanno utilizzati i seguenti codici tributo:

1840- Cedolare secca locazioni – Acconto prima rata
1841 – Cedolare secca locazioni – Acconto seconda rata o unica soluzione
1842 – Cedolare secca locazioni – Saldo

 

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5 trucchi per umidificare

l’aria in casa

Il riscaldamento invernale rende l’aria di casa più secca del dovuto e contribuisce quindi a peggiorarne la qualità. Per questo motivo è importante cercare di ristabilire un buon livello di umidità che garantisca salute e comfort a tutta la famiglia.

La qualità dell’aria in casa dipende da molti fattori, uno di questi è il grado di umidità che, soprattutto durante l’inverno, può calare molto rendendo l’aria troppo secca e danneggiando il comfort di chi ci vive, ma anche la conservazione dei mobili e di tutti quegli oggetti che possono patirne come i pavimenti in legno, i quadri e i tappeti.

Anche se non si ha a disposizione un umidificatore, è possibile utilizzare metodi efficaci alternativi per migliorare l’aria in casa.

1) STENDI IN CASA

Se per la maggior parte dell’anno, soprattutto durante la bella stagione, stendere in casa è sconsigliabile, oltre che poco pratico, per l’inverno è possibile fare un’eccezione perché, grazie al riscaldamento, non solo i panni asciugano prima, ma contribuiscono a umidificare a profumare l’aria.

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2) METTI CIOTOLE D’ACQUA

Distribuisci ciotole d’acqua in giro per la casa, avendo cura di metterne qualcuna nei pressi o sopra i caloriferi. L’acqua, evaporando naturalmente, aggiungerà un po’ di umidità in più all’aria di casa. Se vuoi profumare la tua casa, puoi aggiungere un po’ di olio essenziale della profumazione che preferisci nelle ciotole posizionate sui caloriferi.

 

3) TIENI APERTA LA PORTA DEL BAGNO

Dopo aver fatto la doccia o il bagno, abbi cura di tenere aperte le porte del bagno, così da permettere all’umidità di distribuirsi negli altri ambienti.

4) CUCINA  A VAPORE

Quando devi scegliere tra i vari metodi di cottura, scegli di preferenza la cucina a vapore o ricette che richiedono una cottura con l’acqua bollente, come la pasta e il riso. Le basse temperature poi fanno venire voglia di bevande calde, quindi metti in funzione il bollitore.

vapore

5) IONIZZATORI E BRUCIA ESSENZE

I brucia essenze sono molto pratici per profumare l’aria in casa in modo naturale. Quelli più capienti permettono inoltre di mettere molta acqua e questo contribuisce all’umidificazione dell’aria, mentre gli ionizzatori, molto diffusi in commercio ultimamente, uniscono alla funzione di profumatori naturali, anche quella di ionizzazione, molto utile per chi desidera migliorare la qualità dell’aria di casa in ogni stagione.


Acquistare o affittare?

casinaL’acquisto della casa presuppone che si abbia un capitale iniziale a disposizione che copra almeno il 20% del valore dell’immobile e le spese legate all’acquisto; se si sceglie l’affitto basta un capitale minimo sufficiente a coprire le spese relative al deposito cauzionale richiesto e le spese legate alla stipula del contratto di locazione.

Ma quali sono i vantaggi dell’una e dell’altra opzione? Andiamo a scoprirli.

Vantaggi acquisto casa

Si soddisfa il bisogno di sicurezza e stabilità, soprattutto se si acquista la prima casa. In caso si decida di fare un investimento si ha un basso rischio e un rendimento annuo lordo intorno al 4,7%.

Vantaggi affitto casa

Non immobilizzare il capitale,

a volte di importo cospicuo, che così può essere destinato ad altri utilizzi o ad altre attività.

Garantirsi una maggiore mobilità potendo così cambiare più facilmente città, quartieri o case.

Essere certi delle spese mensili (in questo caso i canoni di locazione) che si dovranno sostenere e non doversi occupare di impreviste spese di manutenzione straordinaria che in genere possono essere gravose.

Abitare in case che non si potrebbero acquistare (perché non si ha il capitale iniziale o perché non si otterrebbe un mutuo sufficiente).

Non dovere pagare le spese legate all’acquisto dell’immobile (imposte sull’acquisto, eventuale provvigione all’agenzia immobiliare, spese di accensione mutuo, spese notarili).


 

 

COME DIMINUIRE L’ INQUINAMENTO INTERNO ALLA CASA?

Avete mai pensato che buona parte della fonte dell’inquinamento interno alla vostra casa possa essere eliminato da voi stessi con piccoli accorgimenti? L’istituto Superiore di Sanità ha da poco diffuso un vademecum che non solo evidenzia le principali fonti di inquinamento casalinghe presenti nelle abitazioni italiane, ma anche e soprattutto i comportamenti da adottare per eliminarle o, quantomeno, ridurne in maniera significativa gli effetti.

L’attenzione di tutti noi è spesso legata, quando si parla di inquinamento atmosferico, a quello che si trova al di fuori della nostra porta, magari generato dai fumi delle caldaie, dagli scarichi delle automobili o, ancora, dai camini. In realtà, chiarisce subito l’Istituto Superiore di Sanità, siamo sovente più esposti ad agenti inquinanti quando siamo fra le mura di casa; l’uso smodato di detersivi, ma anche di incensi o candele (ormai un’abitudine per molti) e, chiaramente, il fumare in interno, creano un’aria dannosa per il nostro organismo. Come fare per difendersi da noi stessi e dalle nostre cattive abitudini?

Il primo gesto da compiere è quello di aprire le finestre.  Areare spesso i locali in cui viviamo garantisce un ricambio continuo di ossigeno e dobbiamo porre particolare attenzione a questo anche quando cuciniamo (spesso ad alte temperature anche gli alimenti o i condimenti possono sprigionare sostanze dannose), quando si utilizzano detersivi e, anche, quando abbiamo in casa mobili nuovi. Anche se di ottima qualità, questi ultimi sono trattati con materiali specifici prima della vendita e continuano a rilasciare inquinanti chimici per molto tempo. Come dicevano le nonne, il pulito non ha odore, se fra le mura di casa nostra sentiamo profumi troppo intensi…facciamoci delle domande e apriamo le finestre!

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LEGGE DI STABILITA’ 2017 :

le agevolazioni per la casa

A dicembre il Parlamento ha dato il via libero definitivo alla legge di stabilità per il 2017. La manovra economica del 2017, ormai divenuta legge, contiene delle importanti agevolazioni che interesseranno chi nel corso di quest’anno deciderà di acquistare, ristrutturare o mettere in sicurezza una casa. Vediamo quali sono le misure già esistenti che sono state prorogate e le novità.

1) SISMABONUS 2017
Bonus fiscale dal 50 all’80% (85% per i condomini) per gli interventi di adeguamento sismico che implichino la riduzione della classe di rischio dell’immobile.
2) DETRAZIONI IRPEF RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE 2017
Proroga della detrazione fiscale del 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia fino a un massimo di 96.000 euro. Dal primo gennaio 2018 la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36%, con un tetto massimo di 48.000 euro.
3) BONUS MOBILI LEGATO AI LAVORI DI RISTRUTTURAZIONI
Si proroga la detrazione al 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A+ (A per i forni) finalizzati all’arredo di immobili oggetto di ristrutturazione.
4) FONDO GARANZIA ACQUISTO PRIMA CASA
Confermate le agevolazioni per i mutui destinate agli under 35, sia giovani coppie che single con contratti atipici, che usufruiranno di una garanzia statale del 50% presso le banche aderenti al progetto.
5) ECOBONUS 2017
Sono state prorogate al 31 dicembre 2017 le agevolazioni fiscali del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.

 

 

MAGNANI

AGENZIA IMMOBILIARE

 

Vi augura un felice e sereno NATALE
palle

 

e un gioioso ANNO NUOVO

2017 Calender on the red cubes

 

 

 

Vi presentiamo 5 motivi
per affidarsi ad un’ agenzia immobiliare:



1) Vi aiutiamo a valutare la vostra casa e a trovare il giusto prezzo per vendere prima 😊

2) Organizziamo per voi le visite con le persone giuste
e interessate alla vostra casa 🏡

3) Verifiche e documenti ?
Pensiamo a tutto noi! 📄📑📃

4) Offriamo una consulenza professionale in ogni fase della compravendita 📉📈

5) Avrete sicuramente meno stress
e più tempo per voi e la vostra famiglia 👩‍👩‍👧‍👦


COMPRARE LA CASA DEI SOGNI

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Al rientro dalle ferie saranno in molti gli italiani che cominceranno a concretizzare il progetto dell’acquisto di una casa. Del resto, le condizioni di mercato sono favorevoli sia per chi intende comprare sia per chi vuole vendere un immobile. Iniziare la ricerca con un budget oculato e preciso è buona norma, ma bisogna essere flessibili.

1)Parola d’ordine: TRATTARE!

Tutti sono disposti a scendere a compromessi. Il prezzo, come vi insegnerà il vostro agente immobiliare, è sempre trattabile.

È ovvio che le trattative sul prezzo vanno fatte in modo oculato e senza degenerare nella totale svalutazione di un immobile che è sempre poco piacevole per i proprietari che mettono in vendita la loro casa, a cui sicuramente sono affezionati.

2)Valutare gli INCENTIVI STATALI

Non tutti sanno che esistono delle importanti detrazioni fiscali che lo Stato mette a disposizione dei cittadini che intendono acquistare un immobile, soprattutto se si parla della prima casa. E, al contrario di quanto si possa immaginare, non sono sempre provvedimenti studiati per i più poveri: talvolta anche chi pensa di non poter accedervi ha i giusti requisiti per farlo. Anche in questo caso, quindi, è bene affidarsi a un professionista serio, che sia un commercialista o direttamente l’agente immobiliare: sono sicuramente le persone migliori per guidare l’acquirente nella giungla della burocrazia, da cui però si può uscire vincenti. Se poi ci si innamora del quartiere di un immobile, della sua posizione e del vicinato, ma la casa in sé non è messa bene, non dimentichiamo che esistono ancora i tanto famosi bonus sulle ristrutturazioni. Per cui la spesa per rifare gli interni non sarà poi così esosa o fuori dalla nostra portata.

3)MUTUO: fare una scelta oculata

Non si può partire avendo deciso a priori che si vuole ottenere un finanziamento a 30 anni e a tasso fisso, si devono valutare tutte le possibilità che il mercato dei mutui offre. È probabile che per qualcuno sia più conveniente un tasso variabile, o una durata inferiore che consenta di pagare meno interessi. Con un buon esperto e una buona analisi di mercato, oggi resa più semplice grazie agli strumenti di comparazione online, si può aspirare a ottenere un finanziamento conveniente e che permetta di comprare anche quella casa dei sogni che sembrava inarrivabile.

4) Pensare a LUNGO TERMINE

In qualche modo può aiutarci, a lungo termine, a risparmiare su qualcosa? In quel caso la spesa iniziale verrebbe presto ammortizzata. Ad esempio, se la casa in questione è vicina al posto di lavoro o alla scuola dei figli, magari si risparmierà tanto in termini di benzina o abbonamento ai mezzi pubblici. Oppure ancora l’immobile potrebbe avere una classe energetica migliore di quello in cui viviamo attualmente, e allora le bollette saranno decisamente più leggere e ciò che si risparmia in costi di elettricità o gas può essere investito nell’acquisto della casa.

 

 

 


 

appartamento 3 villa colibrì

SAN MAURO PASCOLI – VILLA COLIBRI’

In elegante palazzina di sole 6 unità dai profili avveniristici,

proponiamo un appartamento luminoso al pianoterra delimitato da giardino con ingresso indipendente,

soggiorno – pranzo di mq 26 , due comode camere da letto, due bagni.

Da scala interna si accede la garage posto al piano interrato.

L’appartamento è dotato di riscaldamento / raffrescamento autonomo con pompa di calore,

pannelli fotovoltaici, riscaldamento pavimento e termo cappotto.


 

Bonus mobili giovani coppie, destinazione della casa ad abitazione principale nel 2017

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che per usufruire del bonus mobili giovani coppie la casa deve essere acquistata nel 2015 o nel 2016, mentre la destinazione della stessa ad abitazione principale di entrambi i componenti della coppia, per gli immobili acquistati nel 2016, può avvenire anche più in là, comunque entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi per quell’annualità.L’Agenzia delle Entrate spiega che l’agevolazione è stata introdotta dall’ultima legge di Stabilità e spetta per le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2016 per l’acquisto di mobili destinati all’arredo dell’abitazione principale della giovane coppia (almeno uno dei due non deve aver superato i 35 anni di età). L’acquisto dell’unità immobiliare deve avvenire nel 2015 o nel 2016, mentre la destinazione della stessa ad abitazione principale di entrambi i componenti della coppia, per gli immobili acquistati nel 2016, può avvenire anche più in là, comunque entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi per quell’annualità, quindi entro il termine di presentazione del modello Unico Pf 2017 (circolare 7/2016).

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ARREDARE CASA:

5 ERRORI DA NON COMMETTERE

Arredare casa vuol dire dar sfogo a creatività e fantasia: è un’operazione divertente che mette in gioco la nostra personalità e con cui possiamo dimostrare il nostro lato più creativo, il nostro buon gusto per creare il nido in cui vivere circondati da ciò che più ci piace. Piccola o grande che sia, per arredare casa ci sono regole da rispettare affinchè il tutto risulti funzionale, pratico e coerente.

Ecco i 5 più comuni errori da evitare quando si deve arredare casa

1. Prendere  misure approssimative

Prima di acquistare qualsiasi mobile, grande o piccolo che sia, è importante prender le misure degli spazi in cui gli arredi andranno collocati. Non solo quelle strettamente legate allo spazio che il singolo mobile occuperà, ma anche quelle intorno per capire proporzioni e ingombri e soprattutto per non nsoffocare l’ambiente.

2. Mischiare troppi stili diversi

Per dare coerenza alla casa è importante scegliere uno stile ben preciso e decidere quale direzione intraprendere. Bisogna quindi decidere se dare un taglio più o meno moderno alla casa, oppure  più classico. In questo modo eviteremo di creare un ambiente confuso e poco coerente.

3. La scelta dei colori

Sia per i mobili che per le pareti, i colori ricoprono un’importanza decisiva per il risultato finale di un processo di arredamento.

Non esistono regole ben precise su quali colori scegliere e come abbinarli. Prima di decidere di utilizzare un colore piuttosto che un altro, è bene sapere che esistono tre parametri essenziali che ci possono aiutare ad individuare le tinte più adatte per le pareti del nostro appartamento.

  • Ampiezza
  • Illuminazione
  • Funzionalità

4. Trasformare la casa in un museo dimenticandosi della praticità

Una casa deve esser bella e rispecchiare la personalità di chi la abita. Allo stesso tempo deve però rispettare canoni di praticità che incontrino le esigenze  di tutta la famiglia.

A meno che non si disponga di un locale di rappresentanza, in cui tutto può (e deve) esser curato, è importante che comodità e praticità siano sempre alla base della scelta dell’arredamento della casa, senza rendere gli ambienti scomodi e poco vivibili.

Anche ambienti troppo pieni, ricchi e decorati rischiano di creare l’effetto museo, risultando poco pratiche sia da vivere che da mantenere.

5. Non pensare all’illuminazione

Uno degli errori più comuni che si commette quando si arreda casa è non pensare all’illuminazione. La luce è uno dei fattori più importanti in casa. Una buona illuminazione permette di poter fruire in maniera pratica e funzionale di ciascun ambiente, permette di creare una particolare atmosfera o di valorizzare un oggetto o un arredo.

 


 

I DOCUMENTI NECESSARI QUANDO SI DECIDE DI VENDERE CASA

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Quando si decide di vendere casa sono tante le cose a cui pensare, a cominciare dai documenti necessari.

Vediamo, dunque, qual è la documentazione che bisogna possedere prima di stipulare il rogito notarile.

Il  venditore deve munirsi di una serie di documenti che vanno consegnati al notaio affinché questi possa predisporre l’atto di compravendita.

  1. Copia dell’atto di provenienza dell’immobile.
  2.  Documentazione catastale e ipotecaria.
  3. – A seconda dei casi, copia della licenza o della concessione edilizia o del permesso di costruire iniziale se la costruzione è successiva al primo settembre 1967.
  4. – Nel caso in cui l’immobile nel corso degli anni sia stato sottoposto a modifiche catastali, urbanistiche o edilizie è necessario raccogliere tutta la documentazione relativa: precedenti schede catastali, eventuali copie delle concessioni edilizie o dei permessi di costruire, copie delle domande di concessione o di permesso in sanatoria e copie delle denunce di inizio attività (Dia).
  5. Certificato di agibilità/abitabilità (relativo alle condizioni di sicurezza, igiene e salubrità di un immobile).
  6. Attestato di prestazione energetica (Ape).
  7. – Se vi sono terreni di superficie maggiore di 5mila metri quadri, certificato di destinazione urbanistica.
  8. – Quando l’immobile si trova in condominio, copia del regolamento condominiale.
  9. – Se l’immobile è locato, copia del contratto di locazione.

Sondaggio congiunturale Bankitalia: migliorano le prospettive del mercato immobiliare

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Nel secondo trimestre del 2016 continua a ridursi la quota di operatori che riporta una diminuzione dei prezzi, che si attesta ora al 43,6%. E’ quanto emerge dal Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia della Banca d’Italia .

Rispetto alla scorsa estate si rafforza il recupero delle prospettive per il mercato immobiliare nel breve termine e, con riferimento all’intero paese, a medio termine (2 anni)

Prezzi di vendita

Nel secondo trimestre del 2016 continua a ridursi la quota di operatori che riporta una diminuzione dei prezzi di vendita, che si attesta ora al 43,6 per cento (44,8 nel trimestre precedente, 56,4 nella rilevazione di un anno fa; tav. 2 e fig. 1); i giudizi di stabilità salgono al 54,8 per cento (erano il 52,4 nella scorsa indagine). Il miglioramento riflette in particolar modo gli andamenti nelle regioni del Nord Ovest, dove le risposte di flessione hanno riguardato il 41,7 per cento degli agenti (45,5 nella precedente rilevazione).

Compravendite

La quota di agenzie che ha venduto almeno un’abitazione è scesa rispetto alla rilevazione precedente (al 73,0 per cento dal 79,9), plausibilmente risentendo dei fattori di stagionalità particolarmente rilevanti nel periodo estivo; rispetto allo stesso periodo del 2015 si riscontra un aumento di circa 2 punti percentuali. Anche il saldo tra la quota di agenzie che riportano un aumento e quella di coloro che segnalano una diminuzione del numero dei potenziali acquirenti è sceso, a 2,1 punti percentuali da 17,2 nell’indagine precedente, ma è tuttavia fortemente migliorato rispetto ai valori negativi di un anno prima (era pari a -4,3 punti percentuali), confermando la tendenza positiva delle condizioni della domanda di abitazioni.

Modalità di finanziamento degli acquisti

La quota di acquisti finanziati con mutuo ipotecario è aumentata (al 76,1 per cento, dal 73,8 dell’indagine precedente), così come il rapporto tra prestito e valore dell’immobile (al 73,8 per cento, dal 69,3).
Locazioni

La quota di operatori che hanno dichiarato di avere locato almeno un immobile nel secondo trimestre è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al periodo precedente (al 77,9 per cento). Il saldo tra i giudizi di aumento e diminuzione dei canoni di locazione è rimasto negativo (-28,1 punti percentuali, da -26,6 nella rilevazione di aprile).

Per il trimestre in corso resta prevalente la quota di operatori che si attende canoni di locazione invariati, pur se lievemente diminuita (al 79 per cento, da 83,4), per effetto di un lieve aumento sia della quota di chi si attende un aumento (a 4,4 da 3,5 nell’ultimo sondaggio) sia della quota che si attende una diminuzione (a 16,5 da 13,1).

Il margine medio di sconto sui canoni rispetto alle richieste iniziali del locatore è cresciuto al 6,8 per cento (dal 6,5 del trimestre precedente). Il saldo negativo fra le risposte di aumento e di diminuzione dei nuovi incarichi a locare è peggiorato (a -18,5 punti percentuali da -10,5 della scorsa indagine); tuttavia rimangono prevalenti i giudizi di stazionarietà (a 61,1 per cento da 63,9 del primo trimestre).

Le prospettive del mercato in cui operano le agenzie

Le aspettative degli agenti immobiliari sulle tendenze a breve termine del proprio mercato di riferimento, sono sfavorevoli rispetto al sondaggio precedente, anche in questo caso per effetto della stagionalità, ma risultano in netto miglioramento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: il saldo fra attese di miglioramento e di peggioramento nel trimestre in corso è stato pari a -5,3 punti percentuali, da -16,9 della rilevazione di luglio 2015.

Le prospettive sui nuovi incarichi a vendere sono peggiorate rispetto alla precedente rilevazione: il saldo è sceso a 3,4 punti percentuali, da 13,6, riportandosi sui livelli del secondo trimestre del 2015. La quota di operatori che prevede una flessione dei prezzi nel trimestre in corso è cresciuta (39,0 per cento, dal 31,8 della rilevazione di aprile), a fronte di una riduzione nei giudizi di stabilità (59,4 per cento, dal 64,7 della scorsa rilevazione); tale andamento è particolarmente accentuato nelle aree non urbane e nelle regioni del Centro e del Sud.

Le prospettive del mercato nazionale delle compravendite

Le aspettative sul mercato immobiliare nazionale sono meno favorevoli rispetto alla precedente rilevazione, risentendo di fattori di natura stagionale, ma si sono rafforzate nel confronto con il corrispondente trimestre del 2015: il saldo relativo alle attese circa l’evoluzione a breve del mercato immobiliare nazionale si è attestato a -5,2 punti percentuali, da -19,9 un anno fa. In un orizzonte di medio termine (due anni) il saldo fra attese di miglioramento e peggioramento continua a essere positivo, seppur in riduzione rispetto alla rilevazione di aprile (a 28,0 punti percentuali da 46,4); se confrontato con il periodo corrispondente, risulta superiore di quasi sei punti.


 

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Per potervi dare un servizio migliore ,

ci riposiamo

dal 07/08/2016 al 21/08/2016!

🙂


 

Abbraccia lo stile essenziale in 3 passi

La casa rappresenta un luogo in cui potersi riposare dalle fatiche quotidiane e ci dovrebbe permettere di rifugiarci dal disordine che regna nel mondo. Purtroppo questa aspirazione è spesso frustrata dalla realtà delle nostre vite frenetiche che si riflettono anche sull’ambiente in cui viviamo. L’ordine e l’armonia rimangono un concetto astratto e lontano dalla realtà.

La strada verso l’ordine e l’essenzialità è fitta di impedimenti e deviazioni e non è vero che questo accade solo nelle case piccole, in realtà è proprio quando si ha a disposizione molto spazio che si finisce con il riempirlo a dismisura, ritrovandosi a vivere in una casa poco accogliente e sempre meno rilassante.

Per non farsi dominare dalla propria casa è bene correre ai ripari al più presto e fare un piccolo programma d’attacco che ci permetta di riconquistare la nostra zona franca di comfort e relax.

Trova il tuo stile

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Quando si pensa allo stile essenziale ci si immagina un luogo da copertina di rivista d’arredamento: muri bianchi, pochissimi oggetti, mobili moderni e qualche pianta grassa negli angoli giusti. Ma non è detto che lo stile essenziale significhi solo avere una casa monacale. Essere essenziali è una questione di stile di vita, non di colori e stili.
La formula è (apparentemente) semplice: una casa dallo stile essenziale è quel luogo in cui trovi tutto ciò che davvero ti serve e non trovi tutto ciò che non ti è davvero utile e crea disturbo

Identifica quello che è necessario

Per trovare il proprio stile essenziale, quindi, bisogna iniziare facendo un piccolo esame di ciò che serve davvero. Questo non significa eliminare il superfluo in generale, ma il superfluo per lo stile di vita e i gusti di tutti i componenti della famiglia. Dopo aver fatto la lista, si passa all’azione e si inizia a eliminare le cose inutili regalandole, buttandole o archiviandole dove è possibile.

L’essenzialità si impara

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Non ci si sveglia minimalisti dall’oggi al domani, ma si impara per gradi e, soprattutto, con l’esperienza. Dopo aver eliminato il superfluo, ci accorgeremo di quanto viviamo meglio e di come la qualità della nostra vita sia migliorata. Per questo difficilmente cadremo nella stessa trappola dell’accumulo e questo avrà ottime ripercussioni anche sul budget di casa.


Perché mostrare il salotto con una serie di fotografie quando puoi farlo con una sola spettacolare panoramica e un video?

E’ quello che stanno facendo molti proprietari utilizzando filmati a 360°. In questo modo un investitore che vive nel Regno Unito, in Russia o in Cina non deve intraprendere lunghi viaggi per verificare se una proprietà può interessargli o meno.

Lo sguardo umano assomiglia più a una vista panoramica che a una foto statica e frontale, non importa quanto sia ampia la lente della camera. Anche se concentriamo lo sguardo in un punto, la nostra maniera di guardare le cose consiste in curiosare: guardare da sinistra a destra, dall’alto al basso.

Muoviamo la tesa da un lato all’altro quando visitiamo una casa. Per questo, ormai sempre più gente sta vendendo casa con il 360º. Non sono solo fotografie, ma video complessi e realistici in cui, inoltre, il proprietario – o l’agente immobiliare -fa dei commenti sulla “vista spettacolare” o “dell’ampio salone”. La persona che lo sta guardando può verificare le caratteristiche dell’immobile movendo l’immagine, come se si trattasse della sua testa, verso i quattro punti cardinali.

Un video di 360º imita lo sguardo umano. Permette di abbracciare tutti i punti di vista, come se ci trovassimo proprio in un appartamento, in una casa o in un ufficio. Per realizzare questa classe di video si impiegano una serie di sostegni dove si fissano varie camere: una volta registrata la scena, un programma monta tutte le immagini in un solo video che si può caricare su qualsiasi web immobiliare per catturare i clienti, mostrando viste spettacolari di qualsiasi casa.

Per colpa di una certa complessità nella registrazione, i video di 360º vengono realizzati da compagnie specializzate. L’ideale è che la camera accompagni la persona che mostra la casa, per dare l’idea di una visita reale.

La persona che vede il video a 360º ha sullo schermo un comando che, come nelle mappe di Google, le permette di spostare la vista verso il punto desiderato. Non si tratta di una visita realizzata con la realtà virtuale, ma di una vista quando più simile alla realtà.

Se la impresa che realizza il video è capace di entrare nella casa e di muoversi come se si trattasse di una camera di cinema, la visita è molto più dinamica. Se rimane ferma in una parte della casa, perde spettacolarietà. I video si possono combinare con i montaggi dei piani della casa per aiutare il cliente a localizzare ognuna delle stanze.

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COME METTERE CASA IN VENDITA

Tutti sono pronti a darti validi consigli quando decidi di comprare una casa,

ma che succede nel caso voglia mettere in vendita la tua abitazione?

Ecco alcuni suggerimenti utili.

Fai pubblicità alla tua casa su portali immobiliari specializzati

Ricorda che la maggior parte dei possibili compratori fa una prima ricerca attraverso

i portali di internet e le app di annunci immobiliari. Quando migliori siano le immagini della tua casa, più attraente risulterà

e più possibilità ci saranno che appaia un compratore.

Realizza piccole riforme per migliorla

A volte sono proprio le piccole riforme a cambiare l’aspetto di una casa e a renderla più attraente per il compratore.

Le prime settimane sono cruciali

Il maggior numero di contatti si realizza proprio nelle settimane successive alla pubblicazione dell’articolo.

E’ proprio in questo momento che è importante darle la maggior visibilità possibile sui portali immobiliari,

perché i potenziali compratori ricevono degli avvisi quando si pubblicano annunci che rispondono ai loro criteri di ricerca.

Per questo è importante fissare fin dall’inizio un prezzo interessante per il compratore.

Sii flessibile con il prezzo

Il prezzo è uno degli elementi più importanti in tutto il processo di vendita.

Devi considerare che dovrai negoziare questo prezzo e ribassare il prezzo di partenza.

Le case valgono il prezzo che il compratore è disposto a pagare.

Il venditore deve essere preparato a perdere un po’ di denaro o, se non ha fretta,

aspettare fino a che il prezzo della casa aumenti.

Mostra la casa ordinata e pulita

Mantenere la casa ordinata e pulita è un consiglio fondamentale per poterla vendere.

Se un’abitazione è piccola conviene togliere più mobili possibili perché sembri più grande.

E’ importante anche ritirare tutti gli oggetti personali perché risaltino le qualità proprie della casa e si abbiano maggiori possibilità di vendere.

Fai la maggior pubblicità possibile alla casa

Quanto migliori siano le immagini della tua casa, tanto più attraente risulterà la tua casa e maggiori possibilità avrai di piazzarla

Contratta i servizi di un’agenzia

Assicurati che l’agenzia immobiliare che contratti sia di fiducia e con un percorso consolidato.

Ti potrà seguire passo nel processo di vendita.


 

LA CASA TORNA AD ESSERE IL GRANDE AMORE DEGLI ITALIANI

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Quello tra gli italiani e il mattone sembra proprio essere un grande amore, nonostante la crisi degli ultimi anni.

Secondo quanto emerso dall’Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2016 ,

con i tassi di interesse a zero comprare casa o tenere i soldi sul conto corrente sono le scelte prevalenti dei risparmiatori italiani.

La scelta della liquidità

L’indagine ha evidenziato che la scelta della liquidità riguarda il 32% delle persone che hanno partecipato al sondaggio, soggetti che “sarebbero mossi dall’intenzione di non perdere né guadagnare denaro con investimenti più rischiosi e dall’aspettativa che i tassi a zero prima o poi finiranno e quello sarà il momento giusto per riprendere a investire”.

L’investimento immobiliare

Ci sono poi i risparmiatori che sono tornati a guardare il mattone. L’investimento immobiliare torna in auge. In particolare, il 29% considererebbe l’acquisto di una casa per sé, il 20% per darla in affitto. La casa è anche l’asset su cui gli italiani si sentono più competenti: il 46% dichiara di informarsi regolarmente sui prezzi (33% il mercato obbligazionario, 24% la Borsa).

Ma non solo. Quello immobiliare è ancora considerato un investimento che conserva il suo valore nel tempo (25%) e questo appare il momento per approfittare dei prezzi bassi (17%). Ne consegue che, secondo lo studio, i potenziali acquirenti di una nuova casa nei prossimi tre anni sono fra l’11 e il 19%: il 43% vorrebbe una casa migliore, il 29% ha bisogno di un’abitazione più grande. Sul fronte delle seconde case: il 9% ha intenzione di acquistarla nei prossimi tre anni “pur consapevole che non si tratti di un buon investimento”.

Tra il 2014 e il 2015 c’è stata una crescita delle transazioni immobiliari superiore al 10%. I risparmiatori si informano sui prezzi delle case, molto più di prima. Si prevede che  nei prossimi due anni, due persone su dieci pensano di cambiare casa!


 

 In che modo l’acquisto di una casa ristrutturata consente di usufruire del bonus mobili?

L’Agenzia delle Entrate ha così risposto:

Chi acquista un’abitazione interamente ristrutturata, beneficiando della detrazione Irpef del 50%, può arredarla usufruendo del bonus mobili e grandi elettrodomestici.

Infatti, tra gli interventi edilizi che costituiscono il presupposto per beneficiare della detrazione,

rientrano anche gli interventi di restauro e di risanamento conservativo, e di ristrutturazione edilizia ,

riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie,

che provvedono entro diciotto mesi dal termine dei lavori alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile.

 

 

 


UNA CASA ACCESSIBILE

La facilità di movimenti, gli spazi ben studiati e funzionali sono le caratteristiche fondamentali per una casa accessibile sia per chi all’interno della propria casa vive con una persona con disabilità o difficoltà motorie, sia per chi pensa agli accorgimenti adatti per l’età che avanza.

Per rendere accessibile la propria abitazione ci sono precise indicazioni che possono rendere agevoli i movimenti sia di persone in carrozzella che con difficoltà motorie: esistono infrastrutture, mobili e sistemi di arredo studiati appositamente per agevolare gli spostamenti e le azioni quotidiane in casa che oltre ad esser funzionali sono anche esteticamente piacevoli.

 

Ecco gli accorgimenti di base per rendere il più la casa accessibile:

1.Una corretta illuminazione è doverosa  per assicurare il massimo comfort visivo negli spostamenti e nello svolgimento delle attività.

2.In cucina, è necessario che tutte le attività possano esser svolte senza impedimento alcuno: è quindi necessario eliminare pensili a terra sia per chi ha difficoltà motorie che per chi è in carrozzina. Ideale soluzione per una cucina totalmente accessibile è la cucina con il piano di lavoro sospeso sotto al quale porre cestelli estraibili.

 

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3.Il bagno è la zona che necessità degli accorgimenti più consistenti per chi ha problemi di mobilità: i sanitari devono esser scelti ad hoc ed avere la massima funzionalità al movimento; box doccia o vasca da bagno possono esser scelti tra una diversa varietà di modelli studiati appositamente per qualsiasi necessità. Pratici e funzionali i box doccia con apertura bassa laterale o totalmente aperti o le vasche con portello stagno.

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4.In camera da letto gli spazi devono garantire sufficiente possibilità di manovra: con problemi motori tutto deve essere facilmente accessibile: l’altezza del letto non deve compromettere la possibilità scendere e salire agevolmente e se possibile, installare reti assistite che faciliteranno i movimenti nel letto stesso.


 

Continua la ripresa del mercato immobiliare residenziale

in crescita

In un panorama tutt’altro che roseo per il mercato delle costruzioni, una nota a parte è costituita dal mercato residenziale, attraversato da una dinamica positiva. Il primo trimestre dell’anno ha confermato un aumento delle compravendite del 20,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e, secondo l’Ance, il 2016 si dovrebbe chiudere con circa 500mila abitazioni compravendute. Un ulteriore aumento rispetto allo scorso anno, anche in virtù delle misure di sostegno al mercato residenziale previste dalla legge di Stabilità 2016.

L’aumento registrato nel primo trimestre di quest’anno (+20,6%) coinvolge sia i comuni capoluogo che i comuni non capoluogo ed è esteso a tutte le aree geografiche. Un ruolo particolarmente importante continua ad essere svolto dalle otto maggiori città italiane, che hanno iniziato a mostrare i primi segnali positivi già dalla seconda metà del 2013, anticipando la ripresa del mercato.

La ripresa del mercato immobiliare è certamente influenzata dalla sensibile riduzione dei prezzi delle abitazioni: rispetto al picco del primo semestre 2008, alla fine del 2015 i valori di scambio delle abitazioni risultano ridotti del 22,2% in termini nominali, e del 29,1% in termini reali. La previsione per il 2016 è improntata a una stazionarietà dei prezzi delle abitazioni, mentre per il 2017 è previsto un aumento dell’1,6%.

La ripresa delle compravendite di abitazioni si verifica in contesto di mercato caratterizzato da un significativo aumento dei mutui erogati alle famiglie per l’acquisto di una casa, da una diminuzione dei prezzi delle abitazioni e da una riduzione dei tassi di interesse dei mutui.

Partendo da questi presupposti, e tenendo conto dell’evoluzione del reddito medio disponibile delle famiglie, si osserva che lo sforzo finanziario che una famiglia doveva sostenere per acquistare un’abitazione nuova o ristrutturata senza ricorrere ad un mutuo si è ridotto da 9 annualità di reddito nel 2008 a 7,2 nel 2015. 

Anche nell’ipotesi che l’acquisto di un’abitazione avvenga in parte con l’accensione di un mutuo, risulta che, impegnando il 30% del reddito familiare, tra il 2008 e il 2015, la percentuale di mutuo sopportabile aumenta dal 38,6% del prezzo di acquisto di una casa nuova o ristrutturata al 60,8%. 


 

Negoziare il prezzo di una casa è possibile. Basta esporre le giuste motivazioni.

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  1. Non visitare l’immobile più di due volte.

    Se è vero che è bene conoscere al meglio l’immobile che si intende acquistare, è vero anche che mostrare un eccessivo interesse avvantaggia il venditore.

  2. – Fare un’offerta ragionevole.

    Per fare un’offerta adeguata è necessario conoscere a fondo il mercato. Prima di presentare la proposta è bene sapere il tipo di “sconto” che si può chiedere in relazione allo specifico immobile.

  3. – Avere sempre un’altra opzione.

    Bisogna mostrarsi interessati, ma non disperati. E soprattutto, quando si decide di intavolare una trattativa, bisogna sempre avere un piano B.

  4. Porre un termine per l’accettazione dell’offerta.

    E’ bene dare un limite di tempo per l’accettazione dell’offerta. Un periodo che può andare dai 3 ai 5 giorni. In genere, le trattative più veloci sono quelle che vanno di più a buon fine.

  5. – Mostrare flessibilità con i termini del contratto.

    Per molti proprietari raggiungere un accordo sulla consegna dell’immobile o sulla firma del contratto può avere un’importanza maggiore rispetto al chiudere l’operazione a un prezzo leggermente superiore o inferiore. E’ bene, dunque, prestare attenzione alle esigenze del venditore per poter così chiudere un accordo più vantaggioso.

  6. – Spiegare al venditore perché l’opzione presentata è la migliore.

  7. Il fattore psicologico gioca un ruolo chiave nella vendita di una casa. Per molti venditori è importante sapere che l’acquirente ha la possibilità di pagare quanto richiesto o che ha un mutuo già approvato dalla banca. Si tratta di elementi che permettono all’operazione di andare a buon fine.

Semplificazione e meno burocrazia per rilanciare gli investimenti

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Semplificazione e sburocratizzazione dei processi. Sono queste le parole chiave per la ripresa.

 

Si stanno elaborando una serie di proposte e perfezionamenti alle leggi esistenti, sia in materia di finanza e servizi immobiliari, sia in materia urbanistica, raccogliendo le istanze degli operatori con l’obiettivo di mantenere e incrementare l’attrattività del Paese verso importanti investitori nazionali ed esteri.

Tra le proposte elaborate ci sono le disposizioni volte ad incrementare la trasparenza e la certezza dei diritti nell’attività edilizia-immobiliare.


 

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9 punti per il rilancio dell’edilizia e delle costruzioni in chiave sostenibile

Dalla “Fabbrica delle idee”  è nato un documento in nove punti che riassume quali sono le strategie da adottare per un rilancio dell’edilizia e delle costruzioni in chiave sostenibile.

1)Porre in atto un Industrial Compact per riprogrammare e rilanciare il settore delle costruzioni, prendendo spunto dalle iniziative di successo realizzate in altri Paesi europei. L’Italia è sempre stata un Paese guida nella progettazione e nella realizzazione di grandi opere. Oggi non possiamo rinunciare a una attività così strategica per la nostra crescita globale.
2)Istituire un’agenzia per la rigenerazione urbana che abbia risorse e strumenti amministrativi tali da rendere competitivo il processo di riuso del territorio con le costruzioni “green field”. L’agenzia dovrebbe rappresentare il braccio operativo dell’insieme dei soggetti nazionali coinvolti nella politica della città con il compito di assistere, approvare, supervisionare e finanziare i progetti.
3)Semplificare la normativa e snellire la burocrazia per favorire innovazione, uso efficace delle risorse, ricostruzione degli edifici non performanti, come nel caso di accorpamento delle autorizzazioni di demolizione e ricostruzione.
4)Favorire la rigenerazione urbana fornendo strumenti agili per l’aggregazione dei diritti di proprietà e coinvolgendo le amministrazioni locali nell’individuazione delle aree di intervento per evitare la dispersione di risorse.
5)Trasformare gli incentivi temporanei in una vera e propria politica fiscale di tipo strutturale che premi gli incrementi di performance complessivi (efficienza energetica, innovazione, sicurezza e sostenibilità) e renda anche economicamente svantaggiose le soluzioni che non contribuiscono alla sostenibilità della città.
6)Programmare la sostenibilità attraverso la progettazione dell’intero ciclo di vita delle opere, sfruttando al meglio i sistemi di digitalizzazione disponibili (BIM) e puntando alla riduzione dei costi di manutenzione attraverso soluzioni costruttive e materiali durabili.
7)Rottamare gli edifici che non offrono più garanzie di sicurezza e qualità dell’abitare soprattutto nelle aree a rischio sismico per realizzare nuove costruzioni, con vantaggi per la sicurezza, sostenibilità ambientale, produttiva e sociale della città e per il rilancio dell’economia.
8)Abbattere i muri culturali promuovendo la conoscenza della filiera del cemento e del calcestruzzo, del suo potenziale innovativo e del ruolo determinante che può assumere in tema di sostenibilità, riduzione del rischio idrogeologico, sicurezza sismica, per aprire nuovi scenari di progettazione e rigenerazione urbana.
9)Favorire uno sviluppo verticale degli edifici per costruire una nuova identità delle città, per creare un nuovo patrimonio collettivo per ridurre il consumo di suolo, creare un sistema urbanistico in cui si abbassano i costi economici e sociali connessi con la mobilità e l’integrazione sociale.


Agevolazioni acquisto prima casa, dal 1° gennaio è più facile cambiare abitazione

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La legge di Stabilità 2016 ha introdotto importanti novità anche per quanto riguarda l’acquisto della prima casa.

Dal 1° gennaio non è più ostativo il possesso di un’altra abitazione acquistata con i benefici fiscali, purché sia alienata entro un anno.

Il presupposto della non contemporaneità potrà essere realizzato in un secondo momento

Ad introdurre la novità l’art. 1, comma 55, della legge n. 208/2015, attraverso un’integrazione della disciplina dell’agevolazione contenuta nella nota II-bis. In poche parole, cambiare casa è ora più semplice, poiché il presupposto della non titolarità contemporanea di più alloggi acquistati con l’agevolazione potrà essere realizzato in un secondo momento.

Il regime fiscale agevolato per l’acquisto prima casa differenziato in base all’applicabilità o meno dell’Iva

Se la cessione è imponibile ad Iva, l’agevolazione consiste nell’applicazione dell’aliquota ridotta del 4%. Sono inoltre dovute le imposte di registro, ipotecaria e catastale di 200 euro ciascuna, l’imposta di bollo, i tributi speciali catastali e le tasse ipotecarie.

Se invece la cessione non è imponibile ad Iva, l’agevolazione consiste nell’applicazione dell’imposta proporzionale di registro ridotta del 2% con il minimo di 1.000 euro, nonché delle imposte ipotecaria e catastale di 50 euro ciascuna.
Agevolazioni acquisto prima casa, i requisiti

Non cambiano i requisiti dell’agevolazione acquisto prima casa:

– a) l’abitazione deve essere situata nel territorio del comune in cui l’acquirente ha o stabilisca entro 18 mesi dall’acquisto la propria residenza, oppure nel territorio del comune in cui egli svolge la propria attività o, se trasferito all’estero per ragioni di lavoro, in quello in cui ha sede o esercita l’attività il soggetto da cui dipende; nel caso in cui l’acquirente sia cittadino italiano emigrato all’estero, deve trattarsi della prima casa sul territorio italiano; la dichiarazione di voler stabilire la residenza nel comune in cui è situata l’abitazione acquistata deve essere resa, a pena di decadenza, nell’atto di acquisto;

– b) nell’atto di acquisto l’acquirente deve dichiarare di non essere titolare esclusivo o in comunione con il coniuge dei diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di abitazione nel territorio del comune in cui è situato l’immobile da acquistare;

– c) nell’atto di acquisto l’acquirente deve dichiarare di non essere titolare su tutto il territorio nazionale, neppure per quote, anche in regime di comunione legale, dei diritti di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altra casa di abitazione acquistata dallo stesso soggetto o dal coniuge con le agevolazioni “prima casa” che si sono susseguite dal 1982 in poi.

Agevolazioni acquisto prima casa, le novità

Con la legge di Stabilità 2016 è stata integrata la nota II-bis con l’inserimento del comma 4-bis. Quest’ultimo stabilisce che l’agevolazione si applica anche agli atti di acquisto per i quali l’acquirente non soddisfa il requisito di cui alla lettera c) e per i quali i requisiti di cui alle lettere a) e b) si verificano senza tener conto dell’immobile acquistato precedentemente con l’agevolazione, a condizione che quest’ultimo sia alienato entro un anno dalla data dell’atto. Nel caso in cui tale consizione non si realizzi, si renderanno applicabili le imposte ordinarie, gli interessi e la sanzione del 30% sulla differenza d’imposta.

 

 

Le 8 cose da non dire mai quando compri casa

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È normale lasciarsi prendere dall’entusiasmo quando, dopo tante ricerche, si entra per la prima volta in un casa che ci piace: questo è il momento di mantenere la calma riflettere bene per fare le domande e le osservazioni giuste.

Cosa non dire mai:

  • 1. È la casa dei miei sogni!
  • Meglio non sbandierare troppo il proprio apprezzamento perché fa sentire il proprietario troppo sicuro di sé e
  • meno incline a negoziare durante le trattative.
  • 2. Non vedo l’ora di disfarmi di quel divano / muro / angolo…

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Mai farsi scappare commenti negativi sull’arredo o su parti che comunque potrete cambiare in autonomia una volta che la casa sarà vostra. Anche non fossero stare scelte dal proprietario, potreste comunque urtare la sua sensibilità.

3. Il mio budget è …

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Si tratta di un’informazione che deve essere certamente condivisa con l’agente immobiliare che sarà impegnato a trovare il giusto compromesso per accontentare sia voi che il proprietario, cercando di applicare il prezzo più giusto per quella casa.

4. Perché vuole vendere?

I motivi per cui si vende casa non sono sempre piacevoli quindi, a meno che non siate estremamente in confidenza con chi vende, è meglio che evitiate domande di questo genere per non mettere a disagio il proprietario.

5. Davvero si vive bene in questa zona?

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La vostra curiosità sulla qualità della vita nella zona è senza dubbio legittima, ma cercate di indagare senza assumere toni da detective, potreste risultare offensivi o snob.

6. Nessuno pagherà quel prezzo!

Anche se pensate che la cifra richiesta non sia adeguata alla casa, meglio lasciare la trattativa a chi ne sa più di voi, ovvero all’agente immobiliare, sarà lui a dover usare la diplomazia per far scendere il proprietario a una cifra più consona.

7. Non ho intenzione di pagare più di questa cifra

Non ingaggiate una sfida personale con il proprietario, ricordatevi sempre che questo il il lavoro dell’agente immobiliare!

8. Ho visto case migliori a un prezzo più basso

Anche se la vostra intenzione è quella di far abbassare il prezzo, comparare la casa che state visitando con altre case già viste non è la strategia giusta perché il proprietario potrebbe irritarsi. Anche in questo caso, affidatevi al vostro agente immobiliare che si adopererà per venire incontro alle vostre aspettative.

 

 

 

 


 

 

 

 

Dimmi come vivi e ti dirò chi sei:

ecco abitudini in casa e particolari che svelano la personalità di chi abita una casa. Tra il serio e il faceto, ecco cosa dice di noi la nostra casa.

Ordine o disordine?

Sam Gosling, un professore di psicologia dell’Università del Texas,analizza 11 case di 11 persone diverse, valutandone le caratteristiche principali e i particolari per capire la personalità dei rispettivi proprietari.

Dice che l’ordine non è sempre sinomimo di una personalità sicura e precisa, anzi spesso chi ha una casa da copertina,

tende ad avere una natura più insicura esorcizzandola proprio nell’ordine delle sue quattro mura.

Anche il disordine non sempre è riconducibile ad un’indole caotica, ma nasconde personalità creative, molto curiose e efficienti che proprio nel loro disordine riescono a dare un senso a tutto.

Le sfumature della nostra personalità sono innumerevoli e non solo ordine e disordine parlano di noi, anche le abitudini della nostra routine quotidiana. Come quelle di seguito.

Letto rifatto tutte le mattine o lenzuola stropicciate tutte le sere?

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Chi rifà il letto tutte le mattine ha certamente una natura pragmatica e abitudinaria, è amante della routine o ha avuto un’educazione da crocerossina del 19° secolo. L’obiettivo di chi rifà il letto tutte le sante mattine è avere la certezza matematica di infilarsi in un letto senza sorprese.

Fare il letto ogni mattina è legato ad una migliore produttività, un maggiore senso di benessere ed a più forti capacitàdi controllare e gestire le proprie finanze.

Ma c’è chi al letto, la mattina, non ci pensa proprio: le priorità sono altre, soprattutto la mattina, come quella di dormire quel minuto in più in grado di cambiarti l’umore. Chi non rifà il letto tutte le mattine è più ottimista per natura e molto più creativo.

Copripiumino con o senza lenzuolo?

Non rinunci al lenzuolo neanche con il sacco per il piumino? Ti piace aver di più: bando alla praticità, evviva il massimo comfort.

Al contrario di chi non usa il lenzuolo con il copripiumino, che per natura ha un’indole organizzatissima e pratica.

Divano e sedie coperti da vestiti

Se sedie e divano sono sempre coperte di vestiti, implicitamente hai il desiderio di rimanere solo.

Sotto a quella caterva di roba che copre “i luoghi della conversazione” c’è il desiderio di rimanere da soli. Al contrario, se i vestiti finiscono ad accumularsi per terra o nel cesto della biancheria, si esprime un forte senso di socialità.

Porte sempre spalancate 

Chi ha l’abitudine di lasciare la porta sempre aperta è certamente fiducioso nei confronti del mondo. Magari tornando a casa, la porta d’ingresso andrebbe subito chiusa. Ma al di là di banali consigli, chi dorme con la porta aperta o non ama chiudersi in una stanza a doppia mandata ha un’indole estroversa e realmente fiduciosa nel prossimo.

Al contrario di chi invece non tollera dormire con la porta aperta o in bagno si blinda anche per lavarsi identi,abitudini dietro le quali si nasconde una natura molto severa e conservatrice.

Panni stesi per giorni e giorni

Sun shining over a laundry line with bright clothes

Sun shining over a laundry line with bright clothes

Sicuramente chi lascia sullo stendino il bucato a prender polvere per giorni e giorni ha un  guardaroba ben fornito.

E oltre a un armadio alla Sex and the City ha un carattere fantasioso e geniale e una grande inventiva, soprattutto nello scegliere cosa mettersi la mattina. Meno estroso e più vanitoso chi invece, con grande solerzia, ritira i panni dallo stendino appena si sono asciugati.

Dimmi come asciughi i piatti e ti dirò chi sei

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Romantico è chi asciuga i piatti con lo strofinaccio: pensatore e grande visionario, ama questo tipo di momenti, soprattutto se lo fa in compagnia per non torgliere neanche un secondo alla vita di coppia.

Chi invece non  si cura minimamente di questa pratica, ama procrastinare, ma ragionevolemnte e laddove qualcosa, come i piatti che si asciugano da soli, può esser “rimandata”, ben venga rimandarla.

 


 

Buone notizie per chi acquista o ristruttura casa!

Situazione positiva dell’immobiliare residenziale, uscito da una pesante crisi durata sette anni. Si sta assistendo a un aumento del potere di acquisto delle famiglie nei confronti delle abitazioni e a una diminuzione dello sforzo finanziario necessario per comprare o ristrutturare casa.

La ripresa delle compravendite di abitazioni si verifica in contesto di mercato caratterizzato da un significativo aumento dei mutui erogati alle famiglie per l’acquisto di una casa, da una diminuzione dei prezzi delle abitazioni e da una riduzione dei tassi di interesse dei mutui.

Partendo da questi presupposti, e tenendo conto dell’evoluzione del reddito medio disponibile delle famiglie, si osserva che lo sforzo finanziario che una famiglia doveva sostenere per acquistare un’abitazione nuova o ristrutturata senza ricorrere ad un mutuo si è ridotto da 9 annualità di reddito nel 2008 a 7,2 nel 2015.

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Come trasformare la tua terrazza in una perfetta

oasi estiva

 

Con le assolate giornate estive in arrivo, se non avete ancora pensato a come sistemare lo spazio esterno meglio correre ai ripari velocemente e pensare al modo in cui realizzare delle funzionali zone d’ombra per balconi, terrazzi e giardini. Fra le tante soluzioni ecco otto idee facili da replicare, non particolarmente dispendiose, da cui prendere spunto per vivere gli ambienti esterni della casa. Fra colore, tessuti, idee e materiali naturali non dimenticate mai che lo spazio all’aperto, piccolo o grande che sia, non deve essere trascurato, ma deve essere curato e rispecchiare il vostro stile.

Ombrelloni

Realizzati con materiali altamente resistenti e pensati per durare qualcosa in più di una stagione, gli ombrelloni di nuova generazione sono la soluzione più comoda e pratica per regalarsi una zona d’ombra su balconi, terrazze e angoli del giardino. Pratici e, in molti casi, non particolarmente costosi, sono facili da aprire e chiudere e durante l’inverno trovano senza nessun problema posto in casa. Proposti oggi da numerose aziende del settore con colori variopinti e fantasie accattivanti soddisfano tutti i gusti, sposandosi davvero con ogni stile.

2. In versione maxi

Ai classici modelli dalle dimensioni standard si affiancano negli ultimi tempi gli ombrelloni dalle dimensioni maxi. Si tratta di modelli più robusti e strutturati che consentono di realizzare zone d’ombra più ampie. Pratici e maneggevoli, realizzati con materiali solidi ma leggeri, come il legno trattato o l’alluminio, sono dotati di basi importanti che permettono un perfetto ancoraggio a pavimento.

Disponibili sia con struttura portante centrale, sia laterale, sono indicati per dare ombra al tavolo da pranzo o per rinfrescare un’ampia zona divani. Pur non avendo dei costi bassi, sono sempre meno dispendiosi di strutture permanenti che richiedono installazioni, montaggi e collaudi. Inoltre, il loro essere strutture assolutamente movibili li rende perfetti per chi non desidera strutture fisse (ad esempio se ci si trova in una casa in affitto).

3. Le vele                  

moderno

Si tratta di tende semplici da installare e assolutamente comode da mantenere. Di forma triangolare, nella maggior parte dei casi, vengono fissate a parete o a pilastri di sostegno per i tre angoli del telo. Originariamente per questo genere di coperture venivano utilizzate proprio le vele delle barche realizzate con tessuti robusti ed estremamente resistenti. Sono ideali in zone particolarmente ventose e per fare ombra in spazi dalle dimensioni contenute.

 

4. Coperture con teli in tessuto

Sicuramente meno stabili degli ombrelloni e meno tecniche delle vele, sono delle soluzioni assolutamente temporanee, ma particolarmente romantiche. Da utilizzare per improvvisare una cena, o per creare ombra su un tavolo preparato per un aperitivo regalano temporaneamente un perfetto spazio d’ombra. Da realizzare con dei teli di lino o di cotone leggero, sono la migliore risposta se si vuole spendere poco e se si desidera regalare atmosfera allo spazio esterno.

5. Stuoie e cannucce

 

tropicale-patio

In alcune case estive, soprattutto in quelle realizzate in luoghi prospicienti il mare e in modo particolare nelle isole del Mediterraneo, capita spesso che le terrazze, o i patii, siano realizzati con delle coperture miste realizzate con strutture in pietra e coperture in fibre naturali. Le più utilizzate (e anche economiche) sono le stuoie in canne di bambù conosciute anche come cannucciati o incannucciati. Leggere, pratiche da installare, e semplici da rimuovere quando arriva l’inverno, regalano allo spazio una discreta ombra, ma soprattutto consentono un ottimo passaggio dell’aria.

6. Soluzioni combinate

Nelle zone molto calde e particolarmente battute dal sole, alle coperture con stuoie in canne di bambù, possono essere applicate delle tende in tessuto. Queste soluzioni composite, esteticamente molto gradevoli, sono ideali in quelle zone particolarmente soleggiate in cui la sola ombra delle stuoie (che non essendo superfici completamente chiuse permettono il passaggio dei raggi solari) non è sufficiente. I pannelli di tessuto, assolutamente movibili, saranno utili in modo particolare nelle ore di maggior soleggiamento, perché permetteranno di fruire al meglio dello spazio sottostante senza soffrire troppo il caldo.

 

 

 

 

 


 

 

 

COME RISPARMIARE SUL MUTUO CASA

 

Negli ultimi mesi, complici i ripetuti tagli sui tassi d’interesse e le generose iniezioni di liquidità della BCE, sembra che il mercato dei mutui per la casa stia finalmente rianimandosi. Secondo i dati ISTAT, infatti, a febbraio 2015 si è registrata un’impennata del 38,7% (rispetto allo stesso mese del 2014) nei finanziamenti erogati per l’acquisto della casa o per la sostituzione di mutui esistenti: evento che non si ripeteva dal lontano 2008.
Proprio per questo Casa.it, ha preparato un sintetico prontuario per chi intende accedere a un mutuo a condizioni favorevoli o vorrebbe risparmiare rinegoziando o “rottamando” il mutuo esistente.

Quale mutuo scegliere?

Fondamentale è la scelta della giusta tipologia di mutuo, che deve tenere conto dei costi complessivi dell’operazione e delle clausole contrattuali nei diversi scenari che si possono aprire da oggi fino ai prossimi 20/30 anni. Le tipologie di mutuo sono fondamentalmente quattro:

  • a tasso variabile – attualmente rappresentano il 70-80% dei prodotti proposti dalle banche. Oggi presentano tassi d’interesse ai minimi, ma restano una scommessa sulla stabilità o – meglio ancora – sul ribasso a lungo termine di spread indicizzati a tre mesi;
  • a tasso variabile con CAP – oggi marginali data la differenza minima di costi rispetto a un tasso fisso, offrono la garanzia di un tetto massimo all’adeguamento in rialzo del tasso d’interesse;
    a rata fissa e durata variabile – hanno rappresentato e sono tuttora il rifugio di chi non può permettersi aumenti nell’importo della rata e preferisce spalmare l’impatto dei tassi d’interesse in rialzo mediante l’allungamento della durata del mutuo. Vanno verificate con cura tutte le clausole contrattuali;
  • a tasso fisso – per la loro natura, sono quelli che soffrono maggiormente in caso di discesa degli spread. Oggi i tassi d’interesse applicati sui migliori prodotti sono vicini a quelli dei mutui a tasso variabile.Negli ultimi mesi, complici i ripetuti tagli sui tassi d’interesse e le generose iniezioni di liquidità della BCE, sembra che il mercato dei mutui per la casa stia finalmente rianimandosi. Secondo i dati ISTAT, infatti, a febbraio 2015 si è registrata un’impennata del 38,7% (rispetto allo stesso mese del 2014) nei finanziamenti erogati per l’acquisto della casa o per la sostituzione di mutui esistenti: evento che non si ripeteva dal lontano 2008.
    Proprio per questo Casa.it, ha preparato un sintetico prontuario per chi intende accedere a un mutuo a condizioni favorevoli o vorrebbe risparmiare rinegoziando o “rottamando” il mutuo esistente.
 

Attenti ai costi per la documentazione.

Gli istituti di credito hanno azzerato le cosiddette spese d’istruttoria; restano quindi da valutare i costi relativi alla documentazione da presentare e agli atti da perfezionare.
Catasto: il costo per le copie di planimetrie, visure catastali e atti notarili può variare sensibilmente a seconda che si ricorra a un’agenzia di servizi o al Catasto online.
Polizza vita o multirischi: divenuta pressoché obbligatoria come garanzia accessoria del credito, può arrivare fino al 7-8% del finanziamento erogato. Attenti a eventuali clausole che prevedono l’inasprimento dello spread sul mutuo in caso di recesso anticipato.
Notaio: tra onorario, IVA e altre imposte, la parcella del notaio supera di poco il 2% della somma erogata.

Cambiare mutuo risparmiando

Puntare a 80/100.000 euro di risparmio nell’arco di 20-30 anni non è un obiettivo irraggiungibile per chi ha un mutuo da pagare. Se il contratto stipulato a suo tempo non è più soddisfacente, perché è diventato troppo oneroso o perché altri istituti offrono condizioni migliori, le possibilità di modificare la situazione sono essenzialmente quattro e offrono garanzie di risparmio più o meno sostanziose.

  • Rinegoziazione: è un accordo consensuale tra il cliente e la banca che modifica le condizioni contrattuali del mutuo. Attraverso la rinegoziazione si possono cambiare la durata del debito residuo e, di conseguenza, l’importo della rata, oppure modificare la tipologia o l’entità del tasso d’interesse. L’adesione della banca alla richiesta di rinegoziazione è facoltativa. In caso di assenso, tuttavia, le modifiche richiedono con una semplice scrittura privata, senza ulteriori oneri e atti notarili. Inoltre, la rinegoziazione è possibile anche sui mutui “cartolarizzati”, ossia ceduti dalla banca ad altro operatore finanziario.
  • Sostituzione: in questo caso il cliente estingue il mutuo esistente con una banca chiedendone un altro a un diverso istituto di credito. Rispetto al passato, oggi è possibile chiedere un finanziamento di importo maggiore rispetto al capitale residuo del mutuo da estinguere. Inoltre si mantengono i benefici fiscali, anche se limitatamente alla parte del nuovo finanziamento che copre il capitale residuo e le spese legate alla sostituzione.
  • Portabilità del mutuo con surrogazione sull’ipoteca: con quest’operazione si trasferisce il mutuo a un’altra banca mediante la sostituzione di quest’ultima nella ipoteca già iscritta per il mutuo originario.
  • Surrogazione del mutuo: il mutuo viene trasferito a un altro istituto di credito, ed è possibile modificare il tasso del mutuo e la durata senza penali o costi accessori di qualsiasi natura a carico del cliente, e con la contestuale estinzione anticipata del contratto in essere con la prima banca.

 

 

NEWS

Stiamo costruendo per voi… a San Mauro Pascoli !!!

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Agevolazioni fiscali prima casa tra coniugi, cosa succede in caso di residenza diversa

Le agevolazioni sulla prima casa si possono ottenere anche quando solo uno dei due coniugi è residente nel Comune dove l’abitazione è ubicata.

Via libera dunque al bonus anche nel caso in cui i due abbiano residenza diversa.

La Cassazione ha così accolto il ricorso di una coppia che si era precedentemente vista revocare i benefici sull’immobile dalla Commissione Tributaria.

Sul fronte delle agevolazioni fiscali prima casa tra coniugi, non conta che solo il marito o solo la moglie abbia trasferito, nei 18 mesi successivi all’acquisto, la propria residenza.

Ciò che davvero rileva è che sia stato dichiarato che nel predetto immobile la famiglia abbia la sua residenza.

Nell’ipotesi di acquisto effettuato da due coniugi, dunque, l’agevolazione prima casa si può ottenere non soltanto se entrambi risiedono nel Comune dove l’abitazione è ubicata, ma anche se risiedono in due Comuni diversi, a condizione però che l’immobile acquistato sia ubicato in uno di questi Comuni, in tale Comune la famiglia (considerata nel suo insieme) abbia la sua residenza, si tratti di un acquisto compiuto in regime di comunione legale dei beni.

Questo significa che, nel caso di acquisto effettuato da due coniugi, per ottenere l’agevolazione prima casa non è necessario che entrambi risiedano nel Comune ove è ubicata l’abitazione oggetto di acquisto, ben potendo conservare una residenza diversa. In questo caso, però, l’agevolazione sarà mantenuta solo alle predette tre condizioni.

Prima di tale sentenza si riteneva che, nel caso di acquisto effettuato da due coniugi, ai fini dell’ottenimento dell’agevolazione prima casa, entrambi dovessero avere o trasferire nei successivi 18 mesi la residenza nel Comune ove è ubicato l’immobile oggetto di acquisto agevolato. La sentenza n. 13334 del 28 giugno 2016 afferma che l’agevolazione spetta anche se uno dei due coniugi non abbia questo requisito della residenza. Una decisione alla quale la Corte è arrivata ricorrendo al concetto di “residenza della famiglia” quale soggetto autonomo rispetto ai coniugi.

Una volta provato che la casa oggetto di acquisto agevolato è destinata ad ospitare la “residenza della famiglia”, non importa poi che uno dei coniugi abbia altrove la propria residenza. Questo “in considerazione del fatto che i coniugi non sono tenuti ad una comune residenza anagrafica, ma reciprocamente alla coabitazione, sicché un’interpretazione della legge tributaria, che del resto parla di residenza e non di residenza anagrafica, conforme ai principi del diritto di famiglia, porta a considerare la coabitazione con il coniuge acquirente come elemento adeguato a soddisfare il requisito della residenza ai fini tributari”.


Le 7 regole d’oro dello stile vintage

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1. Mescola vintage e moderno

Antico e moderno possono andare perfettamente d’accordo se l’equilibrio di forme e colori vince sul caos e le mescolanze casuali. All’inizio meglio puntare sull’essenzialità e la pulizia per poi arricchire gradualmente con gli oggetti che troveremo strada facendo.

2. Cerca oggetti di recupero e dai loro nuova vita

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I comodini, gli specchi, i vasi e le vecchie cornici, ad esempio, sono ottimi oggetti d’arredo, ma anche i vecchi telefoni, le insegne e gli utensili di cucina che oggi possono essere rimessi a nuovo e riutilizzati.

3. Accosta vecchie cornici di diversa forma e colore

Le vecchie cornici hanno un fascino speciale soprattutto quando i segni del tempo le hanno rese sbiadite o bucherellate. Perfette per incorniciare vecchie foto di famiglia o per creare un piccola galleria a tema (ad esempio riproduzioni di stampe botaniche o le cartoline di tanti anni fa).

4. Scegli colori chiari per le pareti

Il colore delle pareti è molto importante per creare un’atmosfera retrò, no ai colori accesi o acidi, ma sì al bianco nei suoi vari toni e a tutti i colori pastello polverosi come il rosa, l’azzurro, verde acqua e grigio chiaro.

5. Decora con fiori freschi e piantine aromatiche

Non scordare di mettere vasi di fiori freschi nei punti giusti, ad esempio all’ingresso, in un angolo del salotto, su una mensola di libri. In cucina non fatevi mancare qualche vasetto di piantine aromatiche come basilico, menta, rosmarino,maggiorana e origano.

6. Inserisci qualche particolare nero o scuro

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In un ambiente di gusto vintage che sicuramente abbonda in toni chiari, piccoli oggetti scuri possono fare la differenza aggiungendo quel tocco che mancava. Può essere una lampada, un piccolo tavolino, una sedia o un vaso.

7. Usa luci soft

Un ambiente nei toni chiari non avrà particolari problemi di illuminazione, quindi opta per luci soffuse distribuite in modo da avere più punti luce. I punti luce aiutano a creare l’atmosfera che si desidera a seconda delle esigenze: è incredibile come l’accoglienza di un ambiente possa cambiare a seconda dell’illuminazione.

 

 


 

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Brexit, gli operatori immobiliari credono che potrebbe aiutare il mercato!

Non trovano un accordo gli esperti immobiliari sulle conseguenze della Brexit sul mattone. Accanto a coloro che la considerano un vero shock per il mercato – soprattutto britannico – e alle posizioni più moderate, c’è anche chi crede che potrebbe avere addirittura un risvolto positivo, anche se non nell’immediato, per il mercato continentale.

Dopo lo shock immobiliare c’è stato un sondaggio tra cento gestori professionali immobiliari in Europa (60) e in Italia (40) per conoscere le prime reazioni “a caldo”. La premessa di tutte le risposte è che molto dipenderà dalle decisioni di Mario Draghi e dalla tenuta complessiva della Comunità.

Fatte queste premesse gli operatori sono abbastanza concordi nel ritenere che, nel medio termine, ne possono essere avvantaggiate le principali capitali europee e il settore delle costruzioni. Oltre tre quarti del campione ritiene che il deprezzamento della sterlina, il conseguente calo dei prezzi e la minore concorrenza tra investitori dovrebbe comportare un notevole aumento degli investimenti opportunistici a breve termine nel Regno Unito.

Più contraddittorie le opinioni relative all’impatto sugli investimenti long term in un arco temporale di medio periodo. Quasi la metà del campione prevede un calo di entità modesta, mentre un terzo ritiene che, dopo un breve periodo di incertezza e di posticipazione delle decisioni di investimento, il mercato ritroverà il suo equilibrio e gli effetti saranno modesti.

Circa il 70% degli intervistati si aspetta lo spostamento di una parte dell’interesse degli investitori europei ed extra-europei dal Regno Unito ad altri Paesi europei. È convinzione comune che i maggiori benefici andranno ai mercati più liquidi, soprattutto tedesco e francese, che da diversi anni seguono il Regno Unito nella classifica delle nazioni che attirano la quota più consistente di investimenti.

Nell’Europa del Sud si prevede un forte afflusso di capitali in Spagna e in Italia.

La larga maggioranza del panel prevede un notevole impatto di Brexit sui mercati immobiliari britannici, soprattutto di Londra, per quanto riguarda sia la domanda che le quotazioni. Il rallentamento è attribuibile soprattutto al probabile spostamento delle istituzioni finanziarie nell’Europa continentale e delle sedi di un alto numero di società europee, con riflessi importanti sulla forza lavoro, soprattutto straniera e, dunque, sulla domanda di uffici e immobili residenziali.

Gli effetti sul mercato residenziale sono più difficili da anticipare, date le molte variabili in gioco (ad esempio i tassi sui mutui). Comunque la maggioranza degli operatori intervistati ritiene che la domanda residenziale di lusso crescerà a Parigi, Berlino, Madrid e Roma. Si attende una possibile ripresa delle nuove costruzioni, come effetto di una politica più flessibile a livello europeo.

 

 


 

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10 modi per rendere la cucina un luogo sano, confortevole e accessibile

Lavorare con comodità è il segreto per cucinare con piacere. E’ importante considerare con attenzione la superficie della cucina e attrezzare l’ambiente con i mobili più adeguati.

-Arredamento standard.  Al di là dello stile, i moduli degli armadi bassi hanno una profondità di 60 cm e quelli degli armadi alti di circa 35 cm (per non essere pesanti). Per quanto riguarda la larghezza, l’offerta è ampia: si va da quelli più stretti, di 15/20 cm, a quelli più ampi, di 120 cm, passando per i tradizionali di 45/60/90 cm.

-Questione di altezza. L’altezza media di una cucina è di 2,15/2,35 metri. I moduli alti vanno dai 70 ai 90 cm di altezza e il consiglio è di collocarli a circa 140/150 cm dal suolo, così da risultare comodi per la maggior parte degli utilizzatori. Nelle cucine più piccole, per aumentare gli spazi in cui riporre le cose, si possono mettere dei pensili alti.

-Massima ergonomia. Se l’altezza dei pensili alti è importante per consentire di accedervi facilmente, quella degli utensili bassi consente di lavorare comodamente e senza assumere una postura non corretta. L’altezza ideale è quella che permette di mettere le braccia a 90 gradi rispetto al piano di lavoro.

-Senza intoppi. Muoversi senza ostacoli nella zona di lavoro è fondamentale. Gli esperti consigliano di lasciare uno spazio minimo di circa 120 cm tra i mobili che si trovano di fronte l’uno all’altro.

-Il triangolo ideale. Nel progettare una cucina bisogna tener conto del triangolo di lavoro immaginario, i cui tre vertici sono il frigorifero, il piano cottura e il lavello. Per poter accedere comodamente a tutti questi punti, i lati di questo triangolo devono avere una lunghezza compresa tra 1,20 e 2,50 metri.

-Tenere conto degli spazi. Le isole e le penisole di lavoro sono molto pratiche in cucina, ma prima di metterle bisogna accertarsi di avere lo spazio sufficiente. Sono necessari dai 100 ai 120 cm liberi intorno per evitare di ostruire il passaggio. La profondità di questi elementi è in genere di 95/120 cm.

-Multifunzionale. Anche l’altezza è importante. Il piano di lavoro deve soddisfare gli stessi requisiti del resto della cucina, ma se lo si utilizza anche per mangiare è bene aumentare la sua altezza di circa 110 cm e utilizzarlo con sgabelli alti.

-Il piano cottura. Ai lati del piano cottura serve uno spazio libero di circa 40 cm, per ragioni di sicurezza, e la distanza dal lavello non deve essere inferiore ai 60 cm.

-Il forno. Qualora sia possibile, è bene posizionare il forno ad altezza media, a circa 75 cm dal suolo.

-Dal pavimento al soffitto. Può risultare comodo attrezzare la cucina con gli armadi a colonna, che sfruttano tutta l’altezza della stanza e permettono di creare tutte le combinazioni possibili, anche con i diversi utensili.

 


 

 

Organizzare una casa antistress

Tornare a casa e lasciare fuori lo stress sembra un sogno, ma diventa realtà se seguite questo semplici consigli

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La casa è paragonabile al nostro rifugio, una tana nella quale trovare tutto ciò che ci far stare bene, comoda, calda in inverno e fresca in estate, confortevole, luminosa, pratica e pulita.Tornando a casa dopo una giornata di lavoro e fatica, si sente il bisogno di rilassarsi, fare una bella doccia, ascoltare della musica, dedicarsi alla preparazione della cena, giocare con i figli ecc.
Ciascun ambiente della casa dovrebbe essere a prova di stress e non avere fonti di pericolo o rumore o inquinamento.

Tappeto o zerbino

Si cominciamo proprio da lui: lo zerbino è fatto per pulirsi le scarpe prima di entrare e là si dovrebbero fermare i residui di sporcizia derivanti dalla strada. Usarlo è quindi importante, ma soprattutto non bisogna dimenticare di gestire al meglio la sua manutenzione periodica, visto che nel tempo conterrà batteri, terra e addirittura a pesticidi! Passare sopra l’aspirapolvere e lasciarlo al sole e all’aria aperta periodicamente ci risolverà la questione igienizzante.

Viva gli hobby, ma nel loro apposito spazio!

Qualsiasi sia il vostro hobby, cosa molto importante dal punto di vista della sicurezza è quella di avere in casa un ripostiglio, un piccolo armadio in cui tenere colle, vernici, solventi ecc che potrebbero se impropriamente usati inquinare l’ambiente.

Salotto

Il salotto è una delle zone per antonomasia dedicate al relax, quindi attenzione alla scelta dei tessuti del divano, delle poltrone e delle tende, i quali dovranno essere naturali, evitando le fibre sintetiche nelle quali possono essere contenuti composti tossici e stressanti per l’organismo, quali ad esempio la formaldeide.

Lo stesso discorso si può applicare per i mobili, quelli nuovi la possono contenere in quantità massiccia, diventando quindi pericolosi per i nostri polmoni.
In sala inoltre vi sono diversi apparecchi elettrici, tra cui la televisione o lo stereo, che emettono dei campi elettromagnetici verso i quali è bene prendere le adeguate precauzioni, come ad esempio quella fisica di tenersi almeno a 2 metri di distanza durante l’ascolto o la visione.
Se in sala avete un angolo romantico con camino, usate soprattutto legna di acero e quercia, evitate invece quella di pino o abete poiché bruciando liberano sostanze tossiche legate alla resina e composti volatili tossici.

Bagno

Il primo “pericolo” che stressa l’organismo in un bagno è rappresentato dall’umidità, verso al quale corriamo al riparo! Da essa si possono originare pericolosi batteri e inquietanti muffe. Dunque aerare sempre bene il locale, non fare lunghe docce con tanto vapore, è anche una questione di risparmio idrico! Per la pulizia di questa stanza usate il più possibile prodotti naturali che, oltre a non inquinare, non mettono a repentaglio la nostra salute.

Camera da letto

Che sia quella degli adulti o quella dei bambini (ragione di più) evitare se possibile tappeti o moquette, preferire materiali naturali per il pavimento, come ad esempio il legno. Lottare contro gli acari al centro di sempre più allergie in adulti e piccini.
Aerare molto anche questo locale, far entrare appena possibile la luce diretta del sole con naturale potere energizzante e disinfettante.
Evitare di tenere sveglie e radio con produzione di campi elettromagnetici di diversa entità.

Cucina

Occhio ai detersivi e al materiale scelto per il mobilio.
Durante la preparazione delle pietanze stare con la finestra aperta per far uscire il vapore acqueo, fonte potenziale di allergie a carico delle prime vie respiratorie in persone predisposte e fonte anche di muffe se si deposita su pareti attigue.


La casa bio, naturale ed ecologica

casa bio

Con “bioarchitettura” si intende solitamente la progettazione di costruzioni ben integrate nell’ambiente circostante e che ne siano rispettose. Si punta cioè a un rapporto equilibrato fra l’ambiente e il costruito. Esistono due grandi sistemi che si occupano di garantire l’effettiva sostenibilità delle costruzioni.

Il primo riguarda la corretta progettazione ambientale e bioclimatica degli edifici: lo scopo è quello di integrare l’edificio nel suo contesto ambientale anche dal punto di vista energetico e dell’utilizzo delle risorse locali, consentendo il massimo contenimento dei consumi. Comprende numerosi aspetti quali: l’isolamento e la riduzione delle dispersioni termiche, sia per l’inverno che per l’estate; il controllo degli ombreggiamenti, per evitare fenomeni di surriscaldamento estivo; la ventilazione naturale, il raffrescamento e la deumidificazione dell’aria; il controllo e il massimo sfruttamento dell’illuminazione naturale; l’attenzione al ciclo delle acque e al riutilizzo dell’acqua piovana. E, non meno importante, l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili presenti: energia solare, eolica, geotermica o anche idroelettrica. L’edificio è visto quindi nel complesso delle sue componenti e si cerca per ciascuna di esse il massimo sfruttamento “passivo” delle risorse che il luogo in cui si costruisce offre. Con il termine “passivo” si intende un utilizzo naturale delle risorse ambientali, cioè un impiego che non comporti ulteriori consumi ma che minimizzi gli impatti ambientali stessi. Per esempio, adottando soluzioni che consentano di sfruttare le brezze locali per raffrescare gli edifici, senza l’impiego di condizionatori, oppure disfruttare il calore del sole per riscaldarli, tramite serre o altre soluzioni idonee. Queste ricerche sono state particolarmente sviluppate e sistematizzate in Germania,che ha reso famoso il concetto di casa passiva. Con questo termine oggi si indicano case dal bassissimo consumo energetico, energeticamente autosufficienti, che possono essere riscaldate anche senza i tradizionali impianti di riscaldamento.

Un ulteriore aspetto consiste nell’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale: particolare attenzione è rivolta anche all’impiego nella costruzione di materiali il più possibile “sostenibili” e che non siano nocivi in alcun modo per la salute umana. Per considerarlo tale, un materiale ecosostenibile non deve essere semplicemente “naturale”. Vanno considerate le caratteristiche intrinseche, il suo processo produttivo, l’energia impiegata per la produzione (concetto di energia inglobata) e le ricadute che questo comporta sull’ambiente. Particolare importanza rivestono anche gli aspetti legati alle distanze tra i luoghi di produzione dei materiali e quelli di impiego, quindi la tematica dei trasporti dei materiali in un mercato sempre più globalizzato, ed infine quelli legati alla riciclabilità stessa dei materiali una volta che sia finito il loro ciclo di vita. Per fare un esempio, il legno è certo uno dei materiali più ecologici che possiamo usare, ma un conto è usare un legno proveniente da foreste vicine al cantiere, un altro è usare legni di importazione, il cui viaggio abbia contribuito all’immissione di rilevanti quantità di CO2 nell’atmosfera. In ogni caso, queste ricerche hanno portato a valorizzare materiali quali legno e pietre locali oltre che altri quali calce e gesso in sostituzione di materiali il cui ciclo produttivo sia maggiormente energivoro. L’attenzione alla salubrità dei materiali ha anche contribuito alla riscoperta di prodotti con leganti e colle a base naturale invece che chimica, anche per ridurre l’emissione delle cosiddette sostanze volatili nocive per la salute.


 

 

luce

IDEE PER AVERE PIU’ LUCE IN CASA!

Suggerimenti facili e veloci da realizzare per moltiplicare i punti luce del vostro appartamento:
si tratta di lavori interni o di sostituzioni, talvolta limitati a singoli ambienti, che si possono attuare anche se non si sta rinnovando l’intera casa.
1)Un inserto in vetrocemento nel tramezzo.
2) Porte in vetro.
Migliorare le condizioni di illuminazione diurna comporta molti vantaggi: la luce incide sulla vivibilità della casa e favorisce il benessere di chi la abita; riduce l’utilizzo di lampade, con conseguente risparmio.
Il corridoio “si illumina” grazie alle porte con battente in vetro che lasciano filtrare la luce dalle stanze allo spazio di passaggio. E con una finitura laccata si preserva ugualmente la privacy degli ambienti. In più, grazie agli stipiti slim l’effetto è accentuato.

3) La pittura che illumina.Per fare apparire più luminosi gli ambienti ci vogliono finiture chiare alle pareti e sul soffitto. Ma tale effetto può essere incrementato con prodotti specifici. Esistono, infatti, pitture per interni formulate proprio per produrre riflessi luminescenti. La scelta è tra diversi tipi, anche rasanti e impermeabilizzanti e finiture all’acqua.

4) Il muro trasparente.
Il bagno privo di finestra, come quello che il progetto ricava dall’antibagno, può usufruire invece della luce naturale: la parte superiore dei muri è formata da lastre in vetro trasparente. Una buona soluzione anche quando si divide in due un bagno lungo. Se le dimensioni dell’inserto lo permettono (massimo L 100 x H 80 cm), si può optare per un serramento apribile a ribalta con sistema elettronico. In corrispondenza dei box doccia le lastre di vetro sono fissate e sigillate alla muratura lungo il perimetro.
trasparente
5)Un’apertura nel soffitto.
L’illuminazione naturale si diffonde nell’ambiente in modo uniforme senza riflessi che, nell’angolo relax/conversazione, possono risultare più fastidiosi che altrove.

chiavi

CONSIGLI PER COMPRARE UNA CASA

Una volta fatta una selezione di convenienza in base al costo, alla superficie e alla posizione, i riscontri da effettuare durante il processo di acquisto di una casa sono di due tipologie.
La prima è conoscitiva:
bisogna valutare la zona, la corrispondenza del valore stimato nell’offerta, l’affidabilità dei venditori e/o la fiducia nell’agenzia intermediaria.
La seconda è di tipo diagnostico:
questo sarebbe il momento migliore per rivolgersi a un tecnico professionista esperto e di fiducia. Perché una volta acquistata la casa, se vi sono delle problematiche importanti, è più difficile risolverle – e anche più costoso! Pertanto le valutazioni da fare si possono elencare nei seguenti punti principali.
1. Conoscere in modo approfondito la zona 
Informarsi con il vicinato, gli amici o gli abitanti dell’area. Verificare la presenza di servizi (trasporti pubblici, scuole, aree verdi, negozi di vicinato, presidi sanitari, ecc.), capire le difficoltà eventuali di accesso, come raggiungere il posto, la facilità di parcheggio per i propri mezzi e per gli ospiti, sapere se ricade in zona a traffico limitato, se è vicina a strade di grande comunicazione, e così via.Tramite un tecnico di fiducia apprendere se rientra nel perimetro urbano (possibilità di realizzare box auto), se è zona storica (necessità di permessi di accesso), urbana o sub-urbana (probabile mancanza di servizi). Oppure collinare, pedecollinare, paesaggistica, agricola, o altro. 
2. Procurarsi una planimetria aggiornata
Appena impossessatisi della planimetria, è opportuno esaminarla insieme a un tecnico per verificare le dimensioni, la corrispondenza delle superfici dichiarate, la conformità urbanistica ed edilizia. Poi bisogna riscontrare la fattibilità degli interventi desiderati o necessari, comunque da prevedere. Sono determinanti le strutture, le servitù, il posizionamento degli scarichi, i rapporti di vicinato, i vincoli urbanistici e paesaggistici.
3. Verificare la fattibilità delle proprie idee
Analizzare alcune proposte progettuali di modifica e apprezzarne l’efficacia. Non sempre è possibile fare tutto quello che si desidera, spesso ci sono difficoltà tecniche (costi imprevisti) o burocratiche (normative ostative). 

 
 

LA CONDIVISIONE DI IMMOBILI FRA ANZIANI

Le tendenze che nascono negli States fanno presto a diventare globali, prepariamoci a un nuovo fenomeno immobiliare:la condivisione di case fra persone anziane. In alcuni Stati americani questa abitudine ha registrato un incremento del 50% nell’ultimo anno. Si tratta di proprietari di immobili, rimasti soli e avanti con l’età, che, per provare a ottimizzare le spese e scongiurare la solitudine, cercano dei compagni di appartamento loro coetanei.

A giudicare dai numeri diffusi negli Stati Uniti questo nuovo trend si sta diffondendo soprattutto fra le donne, che condividendo gli appartamenti riescono a evitare di trasferirsi in una casa di riposo o presso la famiglia dei propri figli. In questo modo anche i canoni di locazione e le bollette diventano più leggere e, secondo gli enti sociali americani, è anche un modo per combattere la condizione di senzatetto, alla luce di redditi sempre più bassi fra i pensionati, soprattutto fra le donne.

Come racconta chi sta già vivendo questa esperienza, la vita non cambia molto: ognuno, durante il giorno, è impegnato con le proprie attività, ma alla sera ci si ritrova e si riesce a chiacchierare piuttosto che stare in silenzio o davanti al televisore. Inoltre, ciò che si risparmia con la condivisione di un immobile lo si può investire nelle cose che si amano, come il teatro, il cinema o i viaggi. Dividere le spese consente anche di poter scegliere case migliori di quelle che ci si potrebbe permettere da soli. Gli esperti americani sottolineano come, nel caso di inquilini anziani, sia fondamentale che i contratti prevedano clausole per ogni evenienza, come la possibile comparsa di malattie o infortuni per i quali diventa necessaria la presenza di un badante oppure la possibilità o meno di adottare un animale da compagnia.

 


 

 
change

Le proposte di Ance per trasformare le città e riqualificare il patrimonio esistente.

Durante il convegno “Verso il futuro. Idee e strategie per governare il cambiamento”, organizzato in occasione del Settantennale della fondazione dell’Ance, è emersa la necessità di una nuova politica urbana in Italia, per far recuperare competitività ai nostri territori e migliorare la qualità della vita dei cittadini. L’associazione ha colto l’occasione per illustrare una serie di proposte – da inviare al governo – per trasformare le città in motori di sviluppo.

L’Ance ha individuato alcune proposte per delineare strumenti utili all’avvio di una nuova politica urbana in Italia che punti allariqualificazione del patrimonio esistente e alla trasformazione delle città.

Tre leve per la rigenerazione urbana:

  • Risorse: programmazione organica e efficace dei fondi pubblici disponibili
  • Fisco: misure per garantire la convenienza economica degli interventi di riqualificazione
  • Norme: semplificazione delle procedure urbanistiche e certezza dei tempi

Un nuovo approccio per l’utilizzo dei fondi pubblici:

  • Cambiare approccio e ragionare in termini di veri fabbisogni e non di finanziamenti disponibili
  • Evitare logiche di distribuzione a pioggia delle risorse
  • Realizzare interventi in grado di migliorare la qualità della vita e far crescere l’attrattività delle città.

Fisco come motore della riqualificazione urbana

Si deve premiare la domanda di prodotti nuovi o riqualificati di elevata qualità energetica, strutturale e architettura

  • Sostituzione edilizia Occorre incentivare fiscalmente la sostituzione edilizia estendendo il bonus Irpef per la riqualificazione agli interventi di demolizione e ricostruzione anche in presenza di aumenti volumetrici, purché comportino un miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio.
  • Rottamazione vecchi edifici Bisogna ridurre il carico fiscale (imposte di registro e ipo catastali fisse) nelle operazioni di permuta tra gli edifici vecchi e nuovi e nel trasferimento di immobili a imprese che si impegnino a realizzare o riqualificare edifici ad elevati standard energetici.
  • Case ad alta efficienza energetica E’ necessario prorogare la detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva sull’acquisto di abitazioni in classe A o B, per eliminare la disparità di trattamento fiscale tra abitazioni vecchie ed energivore e quelle nuove e più efficienti.Vanno stabilizzati e rimodulati gli incentivi sulla riqualificazione e gli ecobonus premiando gli interventi che consentono di ottenere i migliori risultati di risparmio energetico.
  • Capitali privati per la riqualificazione Detassare i dividendi di chi investe nel capitale di rischio di imprese impegnate in operazioni di rigenerazione delle città.

 Semplificazione delle procedure e certezza dei tempi. 

  1. Per incentivare l’attività sulla città costruita è necessario: rendere gli interventi di demolizione e ricostruzione agevoli, diffusi ed economicamente sostenibili.
  2. C​oncepire la sostituzione del patrimonio edilizio come strumento ordinario di intervento sul territorio, essenziale nella prospettiva di contenere il consumo di nuovo suolo.
  • Demolizione e ricostruzione per rendere semplici e convenienti gli interventi di sostituzione edilizia bisogna superare la rigidità delle disposizioni in tema di altezze, distanze, densità edilizia e prevedere una riduzione degli oneri concessori da versare al Comune.
  • Ristrutturazione edilizia. Consentire che la modifica dei prospetti sia classificata come «ristrutturazione leggera» e determinare i costi di costruzione da versare al Comune in proporzione al miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili.
  • Cambi di destinazione d’uso. Ripensare l’utilizzo degli immobili in linea con le nuove esigenze dei cittadini, rendendo più flessibili i cambi di destinazione d’uso o eliminando quelle prescrizioni che di fatto li rendono impossibili.
  • Frazionamenti/accorpamenti. Superare le possibili esclusioni previste dalle regolamentazioni locali per l’esecuzione di interventi di frazionamento/accorpamento delle unità immobiliari.

 

HILVERSUM, NETHERLANDS - FEBRUARY 06, 2014: Social media are trending and both business as consumer are using it for information sharing and networking.

“Chi vuole fare intermediazione immobiliare deve fare i conti con il digitale, da cui proviene la quota maggiore di mercato”

Il mercato del real estate sta vivendo la cosiddetta digital transformation, sta mutando il ruolo dell’agente immobiliare e stanno cambiando i canali attraverso i quali si acquisisce il cliente. Le quote di mercato maggiori ormai arrivano dal digitale. E’ un cambiamento inesorabile, con cui bisogna fare i conti.

L’importanza della qualità del testo e dell’immagine

In questo contesto è molto importante curare la presenza online, così come si cura “il proprio vestito”. La centralità dell’annuncio immobiliare online oggi è fondamentale. Bisogna dunque prestare attenzione all’utilizzo di foto appetibili, all’indicizzazione nei motori di ricerca, alla cura dei testi e degli aspetti Seo e Sem. La qualità del testo e dell’immagine è essenziale. E’ necessario cambiare il tipo di approccio: non fare più riferimento alla carta, ma alla nuova realtà che è l’online.

Il ruolo del mobile

Cambia il contatto con il cliente. Oggi c’è un canale nuovo, quello online per l’appunto. Chiaramente, in quest’ottica l’agente immobiliare deve saper e poter gestire questi contatti con un elevato livello qualitativo e con tempi decisamente inferiori rispetto al passato. Il digitale, dunque, rappresenta la realtà con la quale bisogna assolutamente confrontarsi e farlo nel modo migliore.

La componente “social media”

In questo quadro, i social media costituiscono ancora una parte marginale dell’acquisizione del cliente. Attualmente in Italia non c’è un canale social di riferimento per il mercato immobiliare, ma la tendenza è quella di utilizzare anche questi strumenti per acquisire nuovi clienti. Tutto ciò, ovviamente, richiede una grande conoscenza degli strumenti digital e del modo di comunicare un annuncio immobiliare. Un modo totalmente nuovo e totalmente diverso rispetto al passato.

 


 

energia

Come risparmiare energia elettrica

Risparmiare energia elettrica significa risparmiare denaro e tutelare l’ambiente. Ogni giorno la vita ci propone nuovi rincari, come possiamo fronteggiare questi aumenti? Risparmiare energia elettrica potrebbe essere la risposta. Praticare delle piccole modifiche al nostro stile di vita quotidiano, significa ridurre sensibilmente la bolletta elettrica e ridurre anche le emissioni energetiche. Per vedere un risparmio tangibile, basterebbe seguire cinque semplici punti:

  1. Dispositivi elettrici. Tv, lettori dvd e computer, sono elettrodomestici che indicano la loro attività mediante LED colorati. Ciò indica che quando vediamo una lucetta rossa lungo la barra laterale della nostra tv, significa che l’apparecchio è attivo e si trova in condizione di standby. Ciò avviene per stereo, videogiochi e un gran numero di apparecchiature elettriche. L’attività in standby di questi dispositivi incide molto sulla nostra bolletta elettrica, utilizzare delle semplici ciabatte multi spina, potrà aiutarci a diminuire gli sprechi e a risparmiare energia elettrica.
  2. Illuminazione. Anche le lampadine potrebbero aiutarci nella nostra impresa: le lampade ad alta efficienza, all’atto dell’acquisto costano di più ma si tratterà di un investimento ben ponderato: consumano molto meno elettricità e in più durano molto di più delle lampade convenzionali, oltre al fatto che fanno più luce e riducono l’affaticamento oculare.
  3. Frigorifero. Per tale elettrodomestico basta un’unica regola, aprirlo solo quando serve. Sembra banale ma aprendo in continuazione lo sportello, non fa altro che aumentare il consumo energetico dell’apparecchio che sarà costretto, di apertura in apertura, ad azionare apposite turbine per mantenere una temperatura più fresca. Aprire lo sportello del frigo significa far surriscaldare sia perché l’aria calda esterna è spinta all’interno del frigo, sia perché entrerà in azione il led del frigorifero che riscalderà l’atmosfera adiacente. Quella appena descritta è una buona norma che garantisce risparmio ma ricordiamo che vige l’obbligo di tenere l’elettrodomestico ad una distanza di almeno 10 cm rispetto al muro così da evitare un surriscaldamento dell’intera camera.
  4. Forno a Microonde e Forno Elettrico. Per il forno elettrico, è consigliabile spegnerlo poco prima della cottura dell’alimento, così da sfruttare il calore residuo accumulato nel forno stesso, così da ultimare la cottura senza un briciolo di elettricità aggiunta. Il discorso cambia per il forno a microonde che da sempre si è dimostrato un buon alleato del risparmio energetico: prediligere il forno a microonde a quello elettrico potrebbe essere una buona strategia.
  5. Lavatrice e altri elettrodomestici. Il traffico energetico giornaliero potrebbe essere variato a nostro favore, sfruttando eventuali tariffazioni. Un esempio è fatto dalla lavatrice: lavando la biancheria di notte, si potrebbe sfruttare una tariffazione più basse e si potrebbe evitare di intasare il traffico energetico giornaliero; la lavatrice, così come la lavastoviglie, va utilizzata solo a pieno carico e a temperature non troppo alte, tra i 30-60°.

Tali accorgimenti possono essere preziosi per risparmiare energia elettrica e risparmiare denaro. La vita domestica dovrebbe essere condotta con minor superficialità, per capire quanto si può concretamente risparmiare, basterà pensare che si è stimato un risparmio di 60 euro di elettricità annua, solo con l’utilizzo della ciabatta multispina.

 

 

 

 


 

Idee per avere una cucina grande, bella e di impatto anche in una piccola casa

cucina

Spesso le belle cucine occupano compiaciute spazi oversize di case altrettanto grandi, mentre noi ci confrontiamo con dimensioni ben più contenute. E’ possibile realizzare una cucina altrettanto bella e funzionale anche quando viviamo in un appartamento piccolo: l’importante è fare le giuste scelte.

Parola d’ordine: integrare

Se il nostro appartamento è caratterizzato da un solo spazio con differenti funzioni, una buona idea è puntare sulla continuità di arredi, colori e finiture. La cucina sarà così parte imprescindibile dell’ambiente. Lo spazio deve essere ben sfruttato, senza soluzioni di continuità: deve essere difficile riconoscere dove inizia la cucina e dove la zona pranzo o di lavoro. Ogni elemento deve far parte di qualcos’altro e la cucina va oltre il suo aspetto funzionale.

Distinguere senza separare

Pensare ad una soluzione a isola o penisola quando i metri quadrati a disposizione sono contenuti può sembrare inopportuno; eppure non è così. Un problema che si incontra quando si progetta un ambiente unico è riuscire a differenziare e caratterizzare le diverse funzioni. L’idea di posizionare un piano colazione (isola o penisola che sia) a corredo di una piccola cucina offre l’opportunità di disporre di un piano lavoro supplementare e al contempo di disimpegnare la zona ingresso o servizi. È importante differenziare aree e funzioni con personalità e sensibilità.

Sfruttare il centimetro: contenitori e creatività

Il valore di una cucina sta nel soddisfare le sue funzioni. Non possiamo sacrificare nessuna nicchia e nessun centimetro di parete: i mobili contenitori saranno la nostra salvezza. Si possono replicare i mobili della zona soggiorno, confonderli con essi e dare forza allo stile scelto per il nostro ambiente.

E’ consigliato optare per arredi su misura e sfruttare tutta l’altezza disponibile. Rinunciare ai 50 cm o più che restano tra il soffitto e l’altezza dei mobili proposti dal mercato è uno spreco che non possiamo permetterci. Una semplice armadiatura, se ben pensata, può contenere tutto ciò di cui abbiamo bisogno in cucina e non solo.

Giocare coi contrasti

Un metodo sempre valido per dare carattere ad un ambiente è giocare coi contrasti. Far emergere i volumi e accentuando la profondità della prospettiva.

 

 

 


 

 

aumento

Chi scende e chi sale: l’andamento delle compravendite immobiliari nelle maggiori città italiane.

Nei primi nove mesi dell’anno, le compravendite nelle grandi città italiane sono aumentate del 5,4%, con i rialzi maggiori a Milano(9,6%) e a Palermo (12,4%). A dirlo è l’Ufficio studi del Gruppo Tecnocasa, che ha analizzato i dati forniti dall’Agenzia delle Entrate.

Secondo le analisi, tutte le principali città del nostro Paese hanno mostrato volumi in aumento ad eccezione di Genova e Roma. Nella prima le transazioni sono diminuite deel 3,4%, mentre nella Capitale dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

La città di Bologna è aumentata del 3 %!

I dati dell’Agenzia delle Entrate,da diversi mesi confermano una ripresa della volontà di acquisto, spinta sia dai prezzi più convenienti sia dalla maggiore propensione delle banche a finanziare l’acquisto della casa.

 

 


 

agente immmmm

Gli italiani scelgono l’aiuto delle agenzie immobiliari

Tecnoborsa, società specializzata nello studio del mercato immobiliare del nostro Paese, ha condotto una ricerca sugli italiani che devono vendere casa e su quelli che la vogliono acquistare.

Il risultato rivela un apprezzamento crescente da parte dei cittadini nei confronti delle attività di mediazione immobiliare delle agenzie.

In questi ultimi 2 anni infatti, il 62,3% di chi ha messo in vendita una casa lo ha fatto rivolgendosi a dei professionisti del settore.

La motivazione risiede chiaramente nel bisogno di affidarsi a chi lavora abitualmente e sa muoversi in un mercato oggi in forte difficoltà.

Dal 2008, come ben sappiamo, il mattone ha subito un forte contraccolpo da parte della crisi economica, così trovare un acquirente per il proprio immobile diventa una missione quasi impossibile, qualora si decida di farlo da soli. Così rivela la società avendo intervistato un campione di cittadini coinvolti in delle compravendite negli ultimi due anni.

L’abitudine di rivolgersi alle agenzie immobiliari sta crescendo: la percentuale è salita del 12,3%.

 

 

 

 


 

 

 

regioni

Dimmi in che regione vivi e ti dirò se potrai sostenere l’acquisto di una casa

Mettendo in relazione il rapporto tra il reddito delle famiglie e il prezzo delle case con la dinamica dei tassi di interesse sui mutui, l’Abi – nel Rapporto immobiliare 2015 elaborato con l’Agenzia delle Entrate –  ha calcolato il cosiddetto indice di affordability a livello regionale. Questo indice indica la capacità di poter sostenere l’acquisto di un’abitazione.

Per la prima volta da quando viene elaborato l’indice (11 anni) tutte le regioni italiane presentano condizioni di accessibilità all’acquisto di un’abitazione, in quanto sia il Lazio che la Liguria riescono nel 2015 a passare dall’area di non accesso a quella di accesso. Nel complesso sono 12 le regioni che presentano condizioni di accessibilità superiori alla media.

Le condizioni di accessibilità all’acquisto di un’abitazione presentano una elevata variabilità regionale: tra l’indice di affordability delle due regioni estreme – Molise e Lazio – vi sono quasi 16 punti percentuali di differenza o, detto in altri termini, l’incidenza della rata del mutuo sul reddito disponibile che deve pagare la famiglia media laziale è di 16 punti percentuali più alta di quella che paga la famiglia media molisana: va detto che tale variabilità risulta però in diminuzione rispetto allo scorso anno.

Le regioni meridionali occupano tutte la zona più alta della classifica ad eccezione della Campania (che addirittura risulta la quarta regione più in “difficoltà”) e la Sardegna, mentre la parte bassa è caratterizzata dalle due regioni maggiori del Centro Italia, anche se va notato come la Toscana sia riuscita nel corso dell’ultimo biennio a migliorare notevolmente la propria posizione; sempre con riguardo alla parte bassa della classifica va segnalata anche la presenza, della maggiore regione del Nord.

Le regioni superiori alla media

La lista delle regioni con indice di affordability inferiore alla media, sembra caratterizzata da un gruppo piuttosto omogeneo relativamente o alle caratteristiche del patrimonio residenziale o alla tipologia di utilizzo: sono infatti regioni dotate di patrimonio di pregio (Lazio, Toscana e Campania in primo luogo) e ricettori, non solo per questo, di un notevole flusso turistico che spesso determina l’acquisto di case per vacanze (Liguria, Valle d’Aosta e anche Sardegna). E poi, evidente, come la presenza di grossi conglomerati urbani impatti sul Lazio, la Lombardia e la Campania.

 

 

 

 


 

 

VENDESI

3 TRUCCHI PER ACCELERARE

LA VENDITA DELLA CASA

Il mercato immobiliare inizia a dare segni di ripresa, grazie alla ripresa della domanda. Nel primo trimestre, la percentuale di operatori che ha venduto almeno un’abitazione è cresciuta (al 79,9% dal 77,8%). Detto questo, anche se ridotte rispetto agli scorsi anni, persistono le difficolta’ per chi sta cercando di cedere l’appartamento.

Per dare una spinta giusta alla vendita, qualche suggerimento arriva da Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it, che suggerisce una serie di trucchi per attirare i compratori, che stanno tornando sul mercato.

Il primo suggerimento è quello di valutare in modo oggettivo il valore dell’immobile, tenendo conto che “Sarà difficile, perlomeno nel breve periodo, che i prezzi di vendita tornino ai valori precedenti alla crisi del settore” .

“Oggi, larga parte dell’invenduto, è legata a un’errata valutazione dell’immobile, che spesso viene supervalutato, col risultato di non trovare un compratore” ha aggiunto.

Va inoltre considerato che, come ricorda Giordano, che negli anni la richiesta è cambiata. Tra gli annunci di vendita, oggi e’ sempre piu’ importante la classe energetica.

“Se è bassa permette di risparmiare sui costi e quindi è maggiormente ricercata. Su questo fronte si può lavorare cercando di migliorare l’immobile sfruttando i bonus fiscali (65% delle spese) per apportare migliorie di efficientamento energetico. Anche i bonus del 50% per gli arredi dell’immobile ristrutturato possono aiutare a velocizzare la vendita”.

Alla luce dell’alta tassazione, più difficile appare la vendita di un negozio, magari in periferia. Secondo Angelo De Nicola, vice presidente nazionale Uppi, l’Unione dei piccoli proprietari, “qualcuno inizia a cambiarne destinazione d’uso e trasforma il negozio in box auto”.

 

 


 

 

 

verde

 

Otto cose che fanno la differenza quando si vuole affittare o vendere casa:

 

  1. spersonalizzare, rimuovere tutti gli oggetti troppo personali;
  2. – tende aperte, lasciare entrare la luce;
  3. – rendere tutte le stanze eleganti;
  4. – posizionare un elemento decorativo nei bagni: piante, fiori, candele;
  5. pulire a fondo la cucina;
  6. – riorganizzare i mobili in modo da rendere gli ambienti spaziosi;
  7. valorizzare il salone;
  8. – realizzare un buon servizio fotografico, capace di valorizzare le diverse stanze.

 

 

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Bankitalia: gli agenti immobiliari fiduciosi nel futuro del mattone

 

Uomo costruzione mattone parete

Gli agenti immobiliari tornano a sperare nel futuro del mattone. Secondo il consueto sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni di Bankitalia, si conferma l’ottimismo degli agenti sull’evoluzione a breve termine del proprio mercato locale e sulle prospettive del mercato nazionale.

Le interviste del sondaggio, evidenziano un miglioramento del mercato. La percentuale di operatori che hanno venduto almeno un’abitazione è cresciuta, in connessione con le più favorevoli condizioni della domanda. Si è ridotta anche la percentuale di chi segnala un calo dei prezzi.

I prezzi delle abitazioni

Continua a ridursi la quota di operatori che riporta una diminuzione congiunturale dei prezzi di vendita, che si attesta ora al 44,8% (46,4 nel trimestre precedente, 59,3 nella rilevazione di un anno fa), a fronte di una prevalenza dei giudizi di stabilità rimasti sostanzialmente invariati al 52,4%. Emerge dal Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia della Banca d’Italia.

Il miglioramento riflette principalmente gli andamenti riscontrati nelle regioni del Nord Est e nel Sud Italia. Per quanto riguarda le compravendite, la quota di agenti che hanno venduto almeno un’abitazione è salita nuovamente (al 79,9% dal 77,8 dell’indagine precedente) confermando una tendenza in atto dal primo trimestre 2015.

Compravendite

La quota di agenti che hanno venduto almeno un’abitazione è salita nuovamente (al 79,9 per cento dal 77,8 dell’indagine precedente; tav. 3) confermando una tendenza in atto dal primo trimestre del 2015. Le
condizioni della domanda si confermano positive: il saldo tra la quota di agenti che riportano un aumento e quella di coloro che segnalano una diminuzione del numero dei potenziali acquirenti è salito a 17,2 punti
percentuali.

 

Incari a vendere

Per quanto riguarda gli incarichi a vendere, il saldo tra le risposte di aumento e di diminuzione delle giacenze di incarichi a vendere si è stabilizzato a 7 punti percentuali (era 21,1 un anno prima), a fronte di una lieve diminuzione di quello relativo ai nuovi mandati (8,9 punti percentuali, da 10,4 in gennaio).

Secondo il giudizio degli operatori, le principali cause di cessazione dell’incarico rimangono legate al divario tra prezzi offerti e domandati. Sul fronte delle trattative e tempi di vendita, il margine medio di sconto sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore è leggermente sceso (al 13,8% dal 14,2 in gennaio) e anche il tempo medio intercorso tra l’affidamento del mandato e la vendita dell’immobile si è ulteriormente ridotto (8,6 mesi da 9,1 dell’indagine precedente) soprattutto per effetto di una riduzione dei tempi medi di compravendita nel Nord Italia.

Finanziamento degli acquisti

La quota di acquisti finanziati con mutuo ipotecario è salita (al 73,8%, dall’68,5 dell’indagine di gennaio, così come il rapporto tra prestito e valore dell’immobile (al 69,3 per cento, dal 64,7).

Locazioni

Sulle locazioni, la quota di operatori che hanno dichiarato di avere locato almeno un immobile nel primo trimestre è salita rispetto al periodo precedente (all’84,8% dall’82,4).

Prospettive future del mercato locale e nazionale

Le aspettative degli agenti immobiliari sulle tendenze a breve termine del proprio mercato di riferimento si confermano favorevoli, seppur in leggera attenuazione: sia il saldo fra attese di miglioramento e di peggioramento nel trimestre in corso sia quello tra chi si attende un aumento di nuovi incarichi a vendere e chi ne prospetta una riduzione si mantengono positivi.

La quota di operatori che prevede una flessione dei prezzi nel trimestre in corso ha continuato a diminuire (31,8 per cento, dal 35,2), a fronte del rialzo nei giudizi di stabilità (64,7 per cento, dal 62,5); tale andamento è particolarmente accentuato nelle aree non urbane e nelle regioni del Nord Est e del Centro.

Il saldo relativo alle attese circa l’evoluzione a breve del mercato immobiliare nazionale si è confermato positivo per il secondo trimestre consecutivo (9,2 punti percentuali, da 8,1 nella precedente indagine).
Anche in un orizzonte di medio termine (due anni) si rafforza l’ottimismo degli operatori: il saldo fra attese di miglioramento e peggioramento continua ad aumentare (al 46,4 dal 45,4 per cento).

NEWS DEL GIORNO!

“Le novità sul mercato immobiliare”

Misure che “permetteranno di ridurre drasticamente i tempi per il recupero dei crediti”. Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha definito il contenuto del decreto legge 59/2016, pubblicato in gazzetta ufficiale il 3 maggio. L’obiettivo principale è quello di accelerare la gestione delle sofferenze bancarie, che ostacolano l’erogazione di crediti, soprattutto nei confronti delle imprese. Dai pignoramenti “veloci” alla riduzione dei tempi delle aste, vediamo quali sono le novità che riguardano il mercato immobiliare.

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Inadempimento rate mutuo

Sono gli imprenditori i destinatari della novità più rilevante introdotta : la possibilità, da parte della banca, di entrare in possesso dell’immobile posto in garanzia di un finanziamento, in caso non vengano pagate tre rate (anche non consecutive) per un periodo superiore a 6 mesi. Questo “metodo accelerato” non può valere, però, se il bene ipotecato è l’abitazione del debitore.Nel caso in cui la rata non abbia scadenza mensile, l’inadempienza può scattare anche per il mancato rispetto di una singola scadenza, fermo restando il termine di 6 mesi per rientrare dal mancato pagamento. Il pignoramento dell’immobile da parte dell’istituto di credito non sarà automatico. Toccherà a quest’ultimo definire le procedure. Un perito dovrà farne la valutazione.La nuova norma potrà anche essere inserita nei contratti in essere, con una rinegoziazione degli stessi, fornendo un’ulteriore spinta anche per il recupero delle sofferenze legate ai finanziamenti esistenti. Secondo Padoan, le normative approvate dal 2015 a oggi hanno già portato a un abbattimento di 3 anni della media dei tempi di recupero dei crediti.

Pegno non possessorio

L’imprenditore potrà fornire anche un’altra forma di garanzia, quella mobiliare relativa a beni utilizzati nell’esercizio dell’impresa. Si tratterà di “pegno non possessorio”, il che vuol dire che il debitore può continuare a utilizzare il bene, non essendo costretto a consegnarlo al creditore, fino a che non dovesse esigerlo per mancata restituzione del finanziamento.

Registro procedure esecutive immobiliari

La creazione di un mercato dei “Non performing loans(Npl), nelle intenzioni del governo, dovrà essere favorita dall’istituzione di un registro delle procedure di espropriazione immobiliare, di insolvenza e delle ristrutturazioni aziendali, sul modello della banca dati statunitense Pacer. Vi avranno accesso la Banca d’Italia, per la sua funzione di vigilanza, ma anche ai creditori e agli acquirenti dei crediti deteriorati. Sarà istituito analogo registro anche per i pegni non possessori.Il decreto prevede, inoltre, al fine di dare tempi più rapidi stabilisce, alle procedure di espropriazione forzata, che uno stesso bene non possa essere messo all’asta per più di 3 volte. Una novità rilevante vista la frequenza allo stato attuale, dei pignoramenti che sono seguiti da molte aste che danneggiano sia il creditore, il quale fa fatica a recuperare quanto gli spetterebbe, che il debitore, destinato a rimanere moroso nonostante abbia perso l’immobile.

 

La nuova disciplina stabilisce che se l’immobile pignorato non dovesse essere venduto entro il 3° tentativo, la procedura esecutiva verrà chiusa e il bene tornerà di proprietà del debitore. Il giudice può, tuttavia, disporre una 4° asta quando il 3° tentativo di vendita sia stato disertato. Il prezzo base di vendita potrà essere inferiore al precedente, ma non oltre la metà.La riforma prevede che gli interessati all’acquisto dell’immobile possano visionarlo entro 7 giorni dalla richiesta, avanzata attraverso il portale delle vendite pubbliche. Il creditore può partecipare all’asta, con la facoltà di indicare come effettivo acquirente un soggetto terzo, che non sia presente alla procedura.Il capo II del dl è dedicato agli investitori delle banche in liquidazione, ovvero coloro che hanno acquistato obbligazioni della Cassa di Risparmio di Ferrara, della Banca delle Marche della Banca popolare dell’Etruria e del Lazio e della Cassa di risparmio di Chieti, tutte in liquidazione coatta amministrativa. Coloro che hanno perso i loro risparmi acquistando titoli di credito emessi da questi istituti potranno accedere al Fondo interbancario di tutela dei depositi per ottenere un indennizzo forfettario.

Altre novità introdotte dal decreto sono la velocizzazione delle procedure fallimentari attraverso l’uso delle tecnologie telematiche, l’acquisizione della Sga (società creata nel 1996 per il salvataggio del Banco di Napoli) da parte del Tesoro (era nel patrimonio di Intesa Sanpaolo), da utilizzare per acquisire e e gestire crediti e altre attività non immobiliari, una proroga per la durata del fondo di solidarietà per la gestione degli esuberi bancari.

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NEWS DEL GIORNO

I primi mesi del 2016 stanno mostrando un mercato immobiliare in movimento e le previsioni parlano di compravendite in aumento.

L’analisi ha evidenziato che da un lato le incertezze che hanno interessato i mercati finanziari stanno restituendo appeal al mattone come forma di investimento e dall’altro i mutui a tassi decisamente convenienti stanno riportando sul mercato gli acquirenti di prima casa. Al di sopra di tutto questo i prezzi degli immobili che dopo anni di ribasso sono ora decisamente più accessibili. Il primo segnale veramente positivo, lo ha dato la ripresa delle compravendite, che nel 2015 hanno chiuso con un incremento.

Prezzi

Nel 2015 i prezzi immobiliari nelle grandi città hanno chiuso con una diminuzione del – 4,2%, nei capoluoghi di provincia con -3,7% e nell’hinterland delle grandi città del -4,5%.

Compravendite

A livello nazionale le compravendite residenziali nel 2015 sono state 444.636, con un aumento del 6,5% rispetto al 2014. Tutte le principali metropoli della Penisola hanno mostrato volumi in aumento. Spicca in particolare l’aumento del  +13,4% di Milano e del +13,0% di Palermo.  Più contenuto il rialzo a Roma con +0,8%.

L’analisi delle compravendite evidenzia che il 76,4% di chi si è rivolto alle agenzieha comprato l’abitazione principale, il 7,4% la casa vacanza ed il 16,2% la casa ad uso investimento. Il segmento della casa vacanza è in aumento rispetto ad un anno fa come testimonia anche il ritorno degli acquirenti stranieri.

Tempi di vendita

Secondo gli ultimi dati, nelle grandi città le tempistiche di vendita sono di 167 giorni contro 173 giorni registrati un anno fa.

I tempi di vendita nei capoluoghi di provincia hanno una media di 180 giorni contro i 184 giorni di un anno fa e infine i comuni dell’hinterland delle grandi città che hanno fatto registrare 192 giorni, in diminuzione di 4 giorni rispetto a un anno fa.

Tra le grandi città i tempi di vendita maggiori si registrano a Bari (189 giorni), mentre Napoli fa registrare scambi più veloci (137giorni).

Tipologie e preferenze degli acquirenti

L’analisi della domanda evidenzia che nelle grandi città italiane la tipologia più richiesta è il trilocale, che raccoglie il 37,5% delle preferenze, a seguire il bilocale con il 25,1%, il quattro locali con il 24,4% e infine il cinque locali con il 9,3%. Si registra, rispetto a sei mesi fa, un aumento della concentrazione delle richieste sui tagli più grandi, trilocali, quattro locali e cinque locali.

La diminuzione dei prezzi fa spostare l’attenzione sui tagli più ampi, ora più convenienti soprattutto per chi è al primo acquisto, fenomeno in atto da alcuni semestri.

Per quanto riguarda le caratteristiche dell’immobile, continua la tendenza dei potenziali acquirenti ad orientarsi su tipologie in buono stato. Le soluzioni da ristrutturare incontrano un maggior favore tra chi ha intenzione di personalizzare l’abitazione e ha comunque una buona disponibilità di spesa. Ciò non toglie che queste abitazioni, se immesse sul mercato a prezzi particolarmente vantaggiosi, incontrano comunque il favore dei potenziali acquirenti grazie anche alle agevolazioni fiscali. Le soluzioni di nuova costruzione subiscono ancora un’attività di repricing, soprattutto nell’hinterland delle grandi città. Le spese condominiali e lo stato del contesto condominiale continuano ad avere un peso importante nella scelta dell’immobile da acquistare dal momento che l’obiettivo è quello di ridurre al minimo i costi legati alla proprietà immobiliare.

Locazioni

Nel corso del 2015 i canoni di locazione nelle grandi città hanno segnalato una contrazione dei valori dello 0,5% sui bilocali ed un aumento dello 0,3% sui trilocali. Nei capoluoghi di provincia la diminuzione è stata rispettivamente del -1,1% per i bilocali e del -0,2% per i trilocali.

Continua la preferenza per le abitazioni in buono stato e ben arredate. Secondo gli ultimi dati, chi ha cercato una casa in affitto lo ha fatto nella maggioranza dei casi per scelta abitativa (57,5%), il 36,1% per motivi legati a trasferimento lavorativo e la restante parte è rappresentata da studenti che cambiano città per studiare. La tipologia di contratto maggiormente stipulata è quella a canone libero (66,6%), seguita da quello a canone concordato (20,3%) e poi da quello transitorio (13,1%). In aumento, rispetto all’anno precedente, la percentuale di chi stipula un contratto di tipo concordato,  sempre più apprezzato per la cedolare secca agevolata.

Previsioni

Per i prezzi immobiliari ci si attende una contrazione per il 2016 compresa tra -2% e 0%, mentre le compravendite potrebbero attestarsi intorno a 460-470mila.

Dall’analisi del sentiment delle agenzie è emerso poi che rispetto a sei mesi fa sono in aumento le percentuali di chi ritiene che i prezzi restino stabili nei prossimi mesi, seguiti da coloro che si aspettano ancora un leggero ritocco verso il basso.

Le grandi città, che già nel 2015 sono apparse più dinamiche, continueranno su questo trend che, nel 2016, potrebbe interessare anche i capoluoghi di provincia e l’hinterland delle grandi città. Sul versante delle locazioni ci si aspetta una sostanziale stabilità dei canoni.

L’andamento generale dell’economia e dell’occupazione, incidendo sulla fiducia dei potenziali acquirenti, contribuirà a definire o meno questo scenario di mercato.

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Nasce l’archivio nazionale dei numeri civici

Anche il catasto e il settore delle mappe cittadine devono finalmente mettersi al passo con le esigenze della società digitale, tanto che ormai da un po’ si aspetta la riforma di questo settore. Intanto è stata compiuta la prima mossa ufficiale, dato che sembra pronto il decreto che sancisce la nascita dell’Archivio Nazionale dei Numeri Civici delle Strade Urbane (ANNCSU). Si tratterà di una sorta di cervellone informatico contenente le mappe di tutto il territorio italiano e delle sue costruzioni: da un lato servirà da supporto per il censimento anagrafico della popolazione e delle abitazioni, dall’altro aiuterà la lotta alle case fantasma, ossia quelle nascoste al fisco.

Il compito di creare gli strumenti e le infrastrutture tecnologiche dell’ANNCSU spetta ad Agenzia delle Entrate ed Istat: stando alla bozza del decreto, queste dovranno essere pronte entro 30 giorni dall’uscita in Gazzetta Ufficiale della nuova norma.

Saranno mappate vie, vicoli, piazze, abitazioni, negozi ed uffici, compresi dei loro ingressi secondari, interni o esterni. Il registro sarà unico per tutto il Paese e dovranno essere i Comuni a popolarlo con le loro informazioni sul territorio. Entro due mesi dalla pubblicazione in Gazzetta, ciascun Comune dovrà infatti comunicare il nome dell’impiegato che sarà responsabile dell’inserimento dei dati locali.

Nel progettare il sistema informatico dovranno essere rispettati importanti paletti che consentano ai vari database nazionali di dialogare fra loro per incrociare dati e anagrafiche relative a immobili e persone. Nella timeline piuttosto rigida, che pare sia contenuta nel decreto ormai ultimato, si impone all’Istat di concludere la fase di lancio dell’archivio entro il 2017.


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TARI

Come si calcola la TARI 2016:

Novità per quanto riguarda il calcolo della tassa sui rifiuti, il metodo per calcolare la TARI 2016 é infatti cambiato.
Per quanto riguarda il calcolo e il successivo pagamento della Tari (ex tassa sui rifiuti) la nuova procedura che permette di conoscere la superficie catastale degli immobili risulta attualmente ininfluente.Torniamo a parlare di una delle tasse più care per una famiglia. La tassa sull’immondizia infatti, é rispetto alle altre bollette da pagare la cosa che può mettere in difficoltà il bilancio di qualsiasi famiglia il cui reddito totale è non molto alto. Sia se in una casa ci sono molto componenti familiari, sia se in una casa ci abita una sola persona ma i metri quadri sono molti, diciamo oltre i 150 – 200 , l’importo della TARI può arrivare a superare i mille euro all’anno, e non sono pochi per una famiglia in cui magari lavora una sola persona. Se una famiglia con 4 persone deve pagare 1.000 euro di TARI per l’immondizia che butta, se la famiglia è monoreddito, con per esempio il capofamiglia con uno stipendio fisso di 1.200 euro nette, con tanto di tredicesima e quattordicesima, quindi con un reddito che inizia ad arrivare a circa 15 mila euro all’anno, ma che deve mantenere 2 figli a scuola in più la moglie che non lavora, come può permettersi di pagare anche una cifra simile di spazzatura?Il riciclaggio dei rifiuti è diventato uno dei business più remunerativi della Nostra società, un business che in Italia vede aziende legate alla mafia o alla criminalità organizzata in prima fila a lavorare, aziende che chiedono molto di più del dovuto agli enti pubblici, cioé dai Comuni, aziende che andrebbero controllate non solo a livello di sicurezza ambientale, ma anche come spendono i milioni di euro che guadagnano, aziende che hanno in pratica il monopolio del riciclaggio rifiuti e che possono spuntare prezzi ai Comuni di tutto rispetto per avere gli appalti.Infatti per la quantificazione della Tari l’attuale normativa (comma 645 della legge n. 147 del 2013 prevede che per gli immobili a destinazione ordinaria, categorie catastali A, B e C) la superficie imponibile è comunque costituita da quella calpestabile dei locali e delle aree suscettibili di produrre rifiuti.
Tale tipo di criterio dovrà comunque essere utilizzato sino a quando non verranno attuate le procedure di interscambio tra Comuni e Agenzia delle Entrate che sono previste dal comma 647, in relazione al quale viene determinata la superficie che viene assoggettata alla Tari (pari all’ 80 % di quella catastale).Al fine di completare il quadro normativo la normativa attuale prevede che l’utilizzo delle superfici catastali per il calcolo della Tari decorre comunque dal 1° Gennaio successivo alla data di emanazione di un provvedimento da parte del Direttore dell’Agenzia Entrate.

Come si paga la TARI 2016:

Almeno in questo, i contribuenti sono abbastanza facilitati, Ci arriverà a casa una cartella di pagamento, con scadenza 30 Giugno 2016, dove però é possibile rateizzare il pagamento. Per quanto riguarda la rateizzazione, questa può cambiare da Comune a Comune ( 2 o 4 rate). La Tari si può pagare anche con il Modello F24.

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Bollette luce e gas:

da aprile una novità per gli italiani

Finalmente una buona notizia per gli italiani in tema di spese. Dal primo Aprile arriverà un sostanziale taglio sulle bollette di luce e gas. No, non si tratta della solita burla tipica di questa data: da aprile la bolletta dell’elettricità registrerà infatti un calo del -5,0%, mentre per la bolletta gas la diminuzione sarà ancor più consistente, con un -9,8% (solo in parte attesa per la stagionalità estiva), per risparmi complessivi nei 12 mesi dell’anno scorrevole di 67 euro.

È quanto prevede l’aggiornamento delle condizioni economiche di riferimento per le famiglie e i piccoli consumatori in tutela per il secondo trimestre 2016 dell’Autorità per l’Energia. Per l’elettricità, la spesa per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (1° luglio 2015- 30 giugno 2016) sarà di circa 502 euro, con un calo del -1,6% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° luglio 2014 – 30 giugno 2015), corrispondente ad un risparmio di circa 8 euro. Per il gas la spesa della famiglia tipo nello stesso periodo sarà di circa 1.076 euro, con una riduzione del -5,2%, corrispondente a un risparmio di circa 59 euro rispetto all’anno scorrevole.


 

Auguri di una Pasqua serena e piena di armonia.  

Da Famiglia Magnani & collaboratori

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Come rendere sicura la propria casa

Al giorno d’oggi, la sicurezza, fuori ma soprattutto dentro casa è fondamentale. Purtroppo assistiamo giornalmente a situazioni di pericolo e altamente terrorizzanti. Per quanto riguarda il mondo esterno, possiamo solo sperare che prima o poi le cose cambino in positivo, per quanto riguarda invece la nostra casa, oltre ad arredarla nei minimi particolari esattamente come piace a noi, a prescindere se essa sia di nostra proprietà o in affitto, dobbiamo valutare tutti i rischi e soprattutto dobbiamo capire come fare per trasformare il nostro ambiente domestico in un luogo altamente sicuro, dove oltre che vivere anche rifugiarsi con estrema tranquillità.

Tramite questa guida, vi darò dei consigli utili, oltre che per la sicurezza anche per la riservatezza, per vivere le mura di casa nostra come un luogo altamente protetto e lontano da occhi esterni e “fastidiosi” quali vicini di casa troppo impiccioni.

  • Innanzitutto, proprio per quanto riguarda i vicini oppure dei semplici occhi indiscreti, possiamo ovviare con situazioni alternative. Basterà infatti oscurare oppure colorare le nostre finestre. Per far questo, esistono in commercio delle pellicole decorative adattissime per questo scopo. Inoltre, queste pellicole, tramite l’aspetto colorato, potranno dare un tocco altamente divertente, fresco e giovane alle mostre finestre.
  • Abbiate cura di disporre sempre di uno spioncino dietro la porta. Questo vi preserverà da ospiti poco graditi e persone sconosciute. Mi raccomando però, disponetelo in modo tale da permettere a chiunque ti poterci guardare dentro, quindi, se avete dei bambini piccoli, non posizionatelo troppo in alto.
  • Se siete in casa, ma preferite passare del tempo nel vostro giardino, abbiate cura di prendere anche in questo caso le dovute precauzioni, in quanto, i principali furti avvengono quando i proprietari sono all’interno della propria proprietà. Quindi abbiate cura di chiudere porte e finestre e di non lasciare le chiavi della macchina in giro ma soprattutto incustodite.
  • Quando stipulate una polizza contro il furto, siate assolutamente chiari e veritieri, non dichiarate il falso in quanto, l’assicurazione potrebbe appellarsi e negarvi quindi l’indennizzo.
  • Installate dei dispositivi di sicurezza aggiuntivi e non solo. Se abitate in una zona ad alto rischio di furti, mettete delle inferriate alle finestre, ma apribili dall’interno in caso di incendio. Per quanto riguarda proprio gli incendi, ricordatevi di tenere in casa delle chiavi di scorta. Nascondetele in un posto che sia lontano dall’occhio vigile dei ladri ma noto a tutti i componenti della vostra famiglia.
  • In ultimo, quando partite per le vacanze o vi allontanate da casa per qualche giorno lasciandola incustodita, per vivere la vacanza con serenità e tranquillità cercate di lasciare la vostra casa al sicuro. Potete per esempio impostare un timer che faccia accendere determinate luci in certi orari della giornata (specie quelli notturni, ma non solo!). Esistono in commercio dei timer che addirittura memorizzano gli orari di accensione delle luci quando i proprietari sono i casa e, una volta in vacanza i dispositivi saranno perfettamente capaci di simularli anche in assenza di gente nell’appartamento.

 

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Correttivi per il Decreto mutui

Ci saranno correttivi per il Decreto mutui, con le modifiche la casa andrà alle banche dopo 18 rate non pagate

Ci saranno dei correttivi per il contestato Decreto Mutui che recepisce la direttiva 2014/17/Ue, infatti sono stati annunciati modifiche in seno alla commissione Finanze con l’accordo del governo. Per l’inizio della prossima settimana, è atteso il parere non vincolante della commissione, vediamo i principali cambiamenti. Per quanto riguarda le rate, saranno 18 e non 7 quelle che faranno scattare la morosità che permetteranno alla banca, di mettere in vendita la casa. Queste nuove regole non si applicheranno ai contratti già in essere, neppure in caso di surroga, pertanto non sono retroattive. La vendita senza passare dall’Asta giudiziaria, sarà possibile solo se il mutuatario avesse liberamente, congiuntamente alla sottoscrizione del mutuo, deciso di inserire la clausola di inadempimento, che è quindi facoltativa e la banca non può obbligare il cittadino a sottoscriverla. La decisione verrà supportata dall’assistenza di un esperto di fiducia che, con la vigilanza garantita da Bankitalia, dovrà guidare il cittadino nella sua scelta.

La valutazione della casa sarà effettuata da un perito indipendente, nominato dal tribunale e su tutta la procedura ci sarà il controllo della Banca d’Italia. Se si arrivasse alla vendita dell’immobile, questa determinerà automaticamente la cancellazione del debito del proprietario con la banca, anche se ci si trovasse nella condizione in cui il valore dell’immobile fosse inferiore al debito residuo non pagato. Mentre se il valore fosse superiore, l’eccedenza va al proprietario. Viene così confermato il divieto di patto commissorio stabilito dall’articolo 2744 del Codice civile. Invece si daranno delle regole scritte per legge per il cosiddetto patto marciano, che regola la cessione al creditore della cosa data in garanzia quando il debitore è inadempiente. Con queste modifiche nei prossimi giorni, il testo dovrebbe essere votato dalla commissione Finanze.


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Riscaldamento:

obbligo installazione valvole termostatiche

Entro la fine del 2016 diventa obbligatorio per tutti gli immobili con riscaldamento centralizzato installare le valvole termostatiche e i contabilizzatori di calore. Una termoregolazione che, se consentirà un sensibile risparmio di energia, comporta. Altrettanto vale per le sanzioni

Dopo la grande rivoluzione dello scorso 15 ottobre, con la dotazione della carta d’identità per caldaie, sistemi di riscaldamento e di climatizzazione, impianti solari e pompe di calore, nel nome della sicurezza e del rispetto per l’ambiente, va segnata sul calendario un’altra data fondamentale. Entro il 31 dicembre 2016, così come previsto dal decreto di recepimento della direttiva 2012/27/Ue sull’efficienza energetica, per tutti gli italiani che risiedono in condomini con riscaldamento centralizzato (sono, quindi, esclusi i proprietari di immobili con l’impianto autonomo) scatterà l’obbligo di installare su ciascun termosifone del proprio appartamento le valvole termostatiche con i contabilizzatori di calore.

Le valvole sono meccanismi di termoregolazione che permettono una suddivisione del calore nelle diverse stanze dell’appartamento, consentendo di escludere automaticamente il termosifone una volta che la camera ha raggiunto la temperatura desiderata in base al livello impostato, da 0 a 5. I contabilizzatori o ripartitori di calore sono, invece, apparecchiature che quantificano il calore effettivamente consumato.

Chiaro lo scopo della termoregolazione, già entrata in vigore dalla fine di questa estate in Lombardia e in Piemonte: si deve contenere la spesa energetica delle abitazioni. Si tratta, cioè, del cosiddetto ‘Protocollo 20-20-20’ che prevede per il 2020 di diminuire del 20% le emissioni di Co2, incrementando nella stessa percentuale le fonti rinnovabili di energia.

E, con questo ennesimo intervento di risparmio energetico, si dovrebbe anche consentire un risparmio medio annuale tra il 10% e il 30% del totale del combustibile utilizzato da ogni condominio. Il condizionale, però, come al solito, è d’obbligo non solo se si analizza l’efficacia in termini di risparmio energetico, ma soprattutto sul fronte dell’esborso per i proprietari di casa. I costi di installazione delle valvole termostatiche sono, infatti, molto onerosi.

Il rischio, più che concreto, è che ci si dovrà sobbarcare di una spesa ingente, i cui risultati si sconteranno solamente tra circa 6 anni. Colpa, però, anche delle cattive abitudini degli italiani. Sono, infatti, due i fattori che fanno aumentare i consumi: la temperatura della stanza e le dispersioni di calore come la presenza di spifferi, finestre aperte o impianti datati.

Tanto che, già con una semplice abitudine è possibile ottenere un decisivo risparmio di energia: riducendo la temperatura dell’ambiente da 21°C a 20°C, si taglia il 7% della spesa sostenuta ogni anno per il riscaldamento, pari a circa 84 euro. Limite, questo dei 20° C, imposto tra l’altro già per legge (DPR 412/93).

Vantaggi e svantaggi
Altro punto dolente per tutti i proprietari di casa interessati dall’obbligo dei contabilizzatori di calore è l’adeguamento delle tabelle di ripartizione, visto che questo sistema stravolgerà le spese condominiali. In assemblea va, infatti, modificato il regolamento nella parte che ne disciplina la ripartizione. Le spese di riscaldamento vanno ripartite tra le unità immobiliari in proporzione alle letture dei contatori di calore. E, solo una parte minima della spesa, viene suddivisa secondo i millesimi, a compensazione dei costi comuni e delle dispersioni di calore dell’impianto di riscaldamento. Il vantaggio in termini di risparmio rischia, però, di non essere uguale per tutti: a guadagnarci saranno soprattutto gli alloggi dei piani intermedi, mentre potrebbero essere penalizzati gli appartamenti che si trovano alle estremità dell’edificio, al primo piano con pavimento rivolto verso l’esterno o verso uno spazio non riscaldato, quelli all’ultimo piano o che hanno accanto un altro appartamento sfitto (e quindi non riscaldato).

Gli esclusi
Oltre agli impianti autonomi, l’obbligo dell’installazione delle valvole termostatiche e dei contabilizzatori di calore non scatta nel caso ci siano “impedimenti di natura tecnica”. È il caso, ad esempio, di case riscaldate da pannelli radianti obsoleti, dove adeguare l’impianto costerebbe troppo e l’operazione risulterebbe complicata.

Le sanzioni
I condomini che non osserveranno la legge saranno soggetti ad una sanzione amministrativa compresa tra i 500 e i 2500 euro, a seconda delle disposizioni adottate dalle singole Regioni.


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COME RISPARMIARE ACQUA IN CASA 

L’acqua è un bene prezioso da non sprecare. In cucina e in bagno, spesso consumiamo più acqua di quella  che realmente ci serve. Eppure,ridurre gli sprechi e le spese in bolletta si può: per risparmiare acqua in casa basta seguire infatti alcune semplici mosse dal risultato garantito.

METODI PER RISPARMIARE ACQUA

Ecco quindi tutti gli accorgimenti da mettere in pratica nelle nostre case ogni giorno per non sprecare acqua:

  • Applicate un riduttore di flusso ai rubinetti di casa: l’acqua si miscela con l’aria, risparmiando fino al 30 per cento di acqua.
  • Scegliete la doccia invece del bagno: in media, riempire la vasca comporta un consumo d’acqua quattro volte superiore rispetto alla doccia.
  • Per ridurre i consumi d’acqua in bagno, tenete aperto il rubinetto solo per il tempo necessario.
  • Acquistate elettrodomestici di classe A+ progettati per ridurre il consumo di acqua. Il prezzo d’acquisto forse sarà più alto ma il vantaggio in termini di risparmio energetico e durata ripagherà la cifra spesa.
  • Effettuate i lavaggi in lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico e pulite periodicamente il filtro dell’elettrodomestico. Occhio anche alla quantità di detersivo utilizzato: lavatrici e lavastoviglie di buona qualità funzionano perfettamente anche solo con la metà della dose indicata nelle confezioni. Evitate inoltre i lavaggi a temperature molto elevate: ad esempio, per quanto riguarda i capi da lavare in lavatrice, le temperature intorno ai 50-60 gradi sono più che sufficienti e fanno durare di più i tessuti.
  • Per stirare, optate peril ferro a vapore con il serbatoio ad acqua: permette di rinunciare ai vari additivi e appretti per lo stiro, che inquinano e di cui si può fare a meno.
  • Lavate piatti, frutta e verdura in una bacinella e usate l’acqua corrente solo per il risciacquo.
  • Riutilizzate l’acqua adoperata per lavare le verdure per innaffiare il giardino.
  • Innaffiate le piante di sera: dopo il tramonto l’acqua evapora più lentamente.
  • In bagno, scegliete uno sciacquone con lo scarico differenziato e doppio pulsante.
  • Fate un controllo periodico chiudendo tutti i rubinetti: se il contatore dell’acqua gira lo stesso c’è una perdita.
  • Quando lavate l’auto, usate il secchio e la spugna: si risparmia molta acqua rispetto al getto della canna.
  • Raccogliete l’acqua piovana e quella dei climatizzatori e sfruttatela per gli usi non potabili, ad esempio per lavare l’auto e innaffiare il giardino.
  • Provvedete a una corretta manutenzione: un rubinetto che perde una goccia al secondo disperde in un anno circa 5.000 litri.

 

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Agevolazioni fiscali risparmio energetico:

la nuova guida dell’Agenzia delle Entrate

Detrazioni fiscali riqualificazione energetica 2016

L’agevolazione fiscale consiste in detrazioni dall’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) o dall’Ires (Imposta sul reddito delle società) ed è concessa quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti.

In particolare, le detrazioni sono riconosciute se le spese sono state sostenute per:

  • la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento, il miglioramento termico dell’edificio (coibentazioni – pavimenti – finestre, comprensive di infissi )
  • l’installazione di pannelli solari

la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale. Le detrazioni, da ripartire in dieci rate annuali di pari importo, sono riconosciute nelle seguenti misure:

  • 55% delle spese sostenute fino al 5 giugno 2013
  •  65% delle spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 201 6 sia per interventi sulle singole unità immobiliari sia quando l’intervento è effettuato sulle parti comuni degli edifici condominiali, o se riguarda tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio

Dal 1° gennaio 201 7 l’agevolazione sarà invece sostituita con la detrazione fiscale prevista per le spese di ristrutturazioni edilizie.


 

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Comprare, vendere, affittare casa: perché affidarsi ad una agenzia immobiliare?

La casa è il bene primario degli italiani.

Circa l’80% delle famiglie sono proprietarie della casa in cui abitano. Si cambia casa per soddisfare le mutate esigenze del nucleo familiare, conseguire maggiore qualità dell’abitare, disporre di maggiori servizi, usufruire di abitazioni concepite per una maggiore efficienza energetica.

Spesso vengono sottovalutate le problematiche correlate all’acquisto o alla vendita. Il mondo del mattone è caratterizzato da regole e procedure complesse e articolate, non sempre del tutto chiare ai non addetti ai lavori.

L’acquisto della casa comporta scelte importanti e delicate nella vita di una persona in quanto, spesso, rappresenta l’investimento dell’intero risparmio di una famiglia, ivi compreso quello futuro, se il pagamento avviene mediante l’accensione di un mutuo ipotecario.

Quale strada scegliere?

Chi si appresta ad acquistare un immobile ha a disposizione essenzialmente 2 alternative:

  1. a) può acquistare l’immobile direttamente da un soggetto privato;
  2. b) può rivolgersi all’intermediario professionale: l’agenzia immobiliare.

Chi decide di operare in modo autonomo deve comunque essere ben consapevole delle molteplici problematiche connesse ad una tale attività. Per definire l’acquisto o la vendita di un immobile si debbono valutare innumerevoli condizioni, che partono dai criteri che soddisfano le specifiche esigenze, ma poi si intrecciano con le problematiche connesse a regolarità, requisiti, obblighi, vincoli. Agire personalmente richiede tempo, programmazione e metodo.

Chi è interessato all’acquisto può iniziare la ricerca personale dell’immobile con una ricognizione della zona che interessa o consultare gli annunci sui principali quotidiani locali o riviste specializzate nonché le inserzioni su internet.

Una strada simile può essere percorsa da chi vuole vendere il proprio immobile: gli strumenti vanno dall’esposizione del classico cartello VENDESI sul portone alla pubblicazione sui giornali specializzati e sui siti e portali immobiliari in Internet di un annuncio nel quale siano indicate con chiarezza le caratteristiche strutturali, planimetriche e il prezzo.

In entrambi i casi è necessario dedicare molto tempo a studiare e seguire tutti i passaggi e non si deve avere fretta o tempi prestabiliti da rispettare. In ogni caso è auspicabile che chiunque decida di acquistare o vendere casa in prima persona abbia un minimo bagaglio di conoscenze sulle leggi e regolamenti, nazionali e locali, che riguardano gli immobili, tale da consentirgli di concludere una compravendita al riparo da possibili rischi. Detti rischi sono di varia entità ed importanza: vanno dal massimo della perdita dell’immobile e di tutto quanto pagato per lo stesso, al minimo di aver valutato male certi costi (ad esempio del mutuo, o del trasferimento di proprietà) oppure di trovarsi proprietari della casa, ma con problemi legali di lunga e onerosa soluzione. Il consiglio è, quindi di esaminare tutti gli aspetti concernenti la compravendita e, comunque, di farsi assistere in caso di dubbi da esperti del settore.

La scelta di affidarsi ad una agenzia immobiliare.

La maggior parte delle  compravendite immobiliari fra privati vede l’intervento di un intermediario professionale, l’agenzia immobiliare. La complessità delle operazioni legate ad una compravendita e le competenze dalla stessa richieste rendono infatti consigliabile avvalersi di un operatore professionale, in grado di assistere il privato, compratore e venditore dell’immobile, e metterlo in contatto con il maggior numero di potenziali opportunità.

Il ricorso ad un professionista fornisce al soggetto maggiori garanzie sul buon esito dell’affare oltre a tutti i servizi che l’intermediario è tenuto a fornire ad entrambe le parti venditore e compratore.

L’art. 1754 del Codice Civile identifica il mediatore (agente immobiliare) come quella figura professionale che mette in relazione due o più parti (venditore e compratore) per la conclusione di un affare. Oltre all’attività fondamentale di mettere in contatto le parti, l’agente immobiliare ha, ai sensi del comma 1 dell’art. 1759 del Codice Civile, un specifico “ obbligo di comunicare alle parti le circostanze (a lui note), relative alla valutazione e sicurezza dell’affare, che possono influire sulla conclusione dello stesso”. Tale disposizione è volta ad impedire che un mediatore, per lucrare un compenso, svolga l’attività di intermediazione anche nella consapevolezza che le parti concluderanno certamente un affare privo di convenienza  cioè caratterizzato da un vizio d’origine e quindi destinato a essere annullato dalle parti. Dall’enunciato del suddetto articolo si può così sintetizzare il principale dovere del mediatore,  consistente nell’obbligo di informare le parti di tutti gli elementi conosciuti o conoscibili secondo il criterio della diligenza professionale.


 

locazione-headLa Legge di Stabilità2016 cambia una serie di norme relative al contratto di affitto di un immobile, con l’obiettivo di combattere il pagamento in nero e di velocizzare l’eventuale contenzioso. Le novità sono contenute nel comma 32, che riformula l’articolo 13 della legge 431/1998, relativo ai patti contrari alla legge. Di fatto, la novità fondamentale sta nel nuovo obbligo di registrazione entro 30 giorni, che rappresenta un paletto alla possibilità di affittare in nero. Ne conseguono nuove possibilità di presentare ricorso da parte dell’inquilino, estese al caso di mancata registrazione nei tempi previsti.

Locazioni: registrare il contratto e pagare le tasse

Registrazione contratto

Innanzitutto, dunque, vengono previste nuove procedure di registrazione del contratto di affitto: il proprietario deve provvedere entro 30 giorni e nei successivi 60 deve darne comunicazione all’inquilino e all’amministratore del condominio. Quest’ultimo potrà in questo modo aggiornare l’anagrafe condominiale di cui all’articolo 1130, comma 1, numero 6 del codice civile.

Canone affitto

Viene confermata la nullità di ogni pattuizione volta a determinare un importo del canone di locazione superiore a quello del contratto scritto e registrato e a derogare i limiti di durata stabiliti dalla legge. Nel caso in cui intervenga una di queste cause di nullità, l’inquilino può chiedere entro sei mesi la restituzione delle somme corrisposte in più.

L’inquilino può anche presentare ricorso all’autorità giudiziaria, e oltre alla restituzione delle somme in più può chiedere che la locazione venga ricondotta a condizioni conformi a quanto previsto dalle norme. Queste possibilità di ricorso da parte dell’inquilino vengono ampliate anche al caso in cui il locatore non abbia provveduto alla registrazione entro 30 giorni. E’ il giudice a stabilire il canone dovuto e la restituzione delle somme eventualmente in eccesso.

Affitti in nero: stop alla denuncia del proprietario

Infine, si stabilisce che tutte le azioni per la restituzione di somme indebitamente versate o per la regolarizzazione del contratto si applicano a tutte le ipotesi previste a partire dall’entrata in vigore della legge 431/98, quindi in pratica si applicano a tutti i contrattistipulati dopo il 30 dicembre 1998.

Locazioni a canone concordato: contratto e tassazione

Ricordiamo che in manovra ci sono anche altre novità sugli immobili in affitto, che riguardano specificamente l’IMU, ridotta di un quarto per gli immobili affittati a canone concordato.


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La scelta della casa ideale: fattori essenziali da considerare

Una volta definito il proprio budget, è possibile affinare la ricerca secondo vari criteri, che possiamo riassumere in:

 

  • tipologia
  • zona
  • condizioni
  • vivibilità

 

La tipologia di casa dipende dalle proprie preferenze e, soprattutto, dal budget (con un importo basso a disposizione non ci si potrà di certo permettere una villa in una zona esclusiva). Possiamo suddividere gli immobili in quattro macro-categorie:

  • appartamento: dovrebbe essere la tipologia di immobile più a buon mercato, ma si tratta di una categoria abbastanza ampia e la forbice di prezzo può essere molto allargata se si passa dal monolocale economico all’attico in zona centrale;

 

  • bifamiliare: due appartamenti nello stesso stabile, leggermente più costosa dell’appartamento, si trova in zone più periferiche e presenta il vantaggio di non dover gestire difficili rapporti con un elevato numero di condomini;

 

  • a schiera: saliamo ancora di fascia, si tratta di abitazioni caratterizzate dall’accostamento di più unità abitative, generalmente dotate di un piccolo giardino e sviluppate su più livelli;

 

  • indipendente: villa o villetta che sia, è la tipologia di immobile più costoso sia per la probabile grandezza superiore rispetto alle altre che per la libertà di cui gode il proprietario.

La scala di prezzo è valida solamente a parità di zona; poiché, infatti, soprattutto nelle grandi città, i prezzi delle case aumentano in prossimità del centro cittadino, dove lo spazio a disposizione per le case indipendenti è praticamente nullo, gli appartamenti avranno certamente delle quotazioni molto elevate.

La zona in cui l’immobile è situato incide moltissimo sul suo prezzo. La scelta relativa al posizionamento della propria casa può essere dettata da esigenze personali, quali la vicinanza al luogo di lavoro, la volontà di vivere nel verde, la mancanza di mezzi propri di trasporto, e altre di carattere più generale come la presenza di servizi al cittadino quali banche, supermercati, farmacie, mezzi pubblici, scuole, e quant’altro influisce sulla qualità della vita. Ad gravare sulla valutazione della zona vi è, purtroppo, anche la popolazione residente: zone abitate principalmente da stranieri, ad esempio, sono tendenzialmente meno appetibili sul mercato.

Parlando di condizioni intendiamo riferirci allo stato fisico della casa, sia interno che esterno, il che dipende principalmente dal fatto che essa sia nuova o già abitata, e concerne la struttura nel suo complesso. Ma di questo ci occuperemo ampiamente più avanti parlando della valutazione personale dell’immobile.

Infine abbiamo la “vivibilità”, ovvero l’insieme di caratteristiche che rendono migliore la vita agli abitanti della casa, come la presenza dell’ascensore, della portineria e del posto auto riservato se acquistiamo un appartamento in un condominio, l’esposizione della casa, la possibilità di avere un giardino o l’esistenza di sistemi di sicurezza.


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Novità nel settore edile introdotte dalla Legge di Stabilità 2016

 

NUOVO REQUISITO AGEVOLAZIONI “PRIMA CASA”
In sede di approvazione, in materia di agevolazioni “prima casa”, è stato introdotto il nuovo comma 4-bis alla Nota II-bis), DPR n. 131/86 in base al quale il soggetto già proprietario della “prima casa” può acquistare la “nuova prima casa” applicando le relative agevolazioni anche se risulta ancora proprietario del primo immobile a condizione che lo stesso sia venduto entro un anno dal nuovo acquisto.
NB:
Se entro detto termine annuale la “vecchia prima casa” non viene venduta, vengono meno le condizioni che consentono l’applicazione delle agevolazioni.
DETRAZIONE IVA ACQUISTO UNITÀ IMMOBILIARI RESIDENZIALI
In sede di approvazione è stata inserita un’interessante agevolazione consistente nella possibilità di detrarre dall’IRPEF lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, il 50% dell’IVA relativa all’acquisto di unità immobiliari residenziali, di classe energetica A / B, cedute dalle imprese costruttrici. La detrazione:
• spetta per gli acquisti effettuati entro il 31.12.2016;
• va ripartita in 10 quote annuali.
DETRAZIONI RECUPERO EDILIZIO E RISPARMIO ENERGETICO
È disposta la proroga alle condizioni previste per il 2015, sia della detrazione per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio di cui all’art. 16-bis, TUIR che per quelli di riqualificazione energetica di cui all’art. 1, commi da 344 a 347, Legge n. 269/2006.
In particolare, per le spese sostenute fino al 31.12.2016 (anziché fino al 31.12.2015) la detrazione:
• per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio è riconosciuta nella misura del 50%, su un importo massimo di spesa pari a € 96.000;
• per gli interventi di risparmio e riqualificazione energetica, inclusi i nuovi interventi introdotti dal 2015 (schermature solari e impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili), è riconosciuta nella misura del 65%.
Le detrazioni per gli interventi di risparmio e riqualificazione energetica sono ora fruibili anche dagli Istituti autonomi per le case popolari (IACP) comunque denominati, per le spese sostenute dall’1.1 al 31.12.2016, per interventi realizzati sugli immobili di loro proprietà e adibiti ad edilizia residenziale pubblica.
CESSIONE DETRAZIONE SOGGETTI INCAPIENTI
In sede di approvazione, con riferimento alle spese sostenute dall’1.1 al 31.12.2016 per interventi di riqualificazione energetica di parti comuni condominiali, il nuovo comma 2-ter dell’art. 14, DL n. 63/2013 introduce la possibilità, per:
• i titolari di reddito di pensione non superiore a € 7.500, di redditi di terreni non superiori a € 185,92 e dell’abitazione principale con le relative pertinenze (art. 11, comma 2, TUIR);
• i titolari di lavoro dipendente e assimilati con reddito complessivo non superiore a € 8.000 ovvero a € 4.800 (art. 13, comma 1, lett. a) e comma 5, lett. a), TUIR);
di optare, in luogo della detrazione, per la cessione del corrispondente credito ai fornitori che hanno effettuato l’intervento agevolabile.
Con un apposito Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate saranno definite le relative modalità operative.
LEASING AGEVOLATO “PRIMA CASA”
In sede di approvazione è stata introdotta una serie di interessanti disposizioni tendenti a agevolare l’acquisto della “prima casa” mediante un contratto di leasing.
Il ricorso a tale modalità d’acquisto consente di beneficiare della detrazione IRPEF del 19% di cui alle nuove lett. i-sexies.1) e i-sexies.2) del comma 1 dell’art. 15, TUIR, relativamente:
a) ai canoni e relativi oneri accessori per un importo non superiore a € 8.000;
b) al prezzo di riscatto per un importo non superiore a € 20.000.
Quanto sopra è riconosciuto a condizione che:
• l’unità immobiliare sia adibita ad abitazione principale entro 1 anno dalla consegna;
• il soggetto interessato:
− abbia un’età inferiore a 35 anni e un reddito complessivo non superiore a € 55.000 all’atto della stipula del contratto;
− non sia titolare di diritti di proprietà su immobili a destinazione abitativa.
Se il soggetto ha un’età pari o superiore a 35 anni la predetta detrazione è ridotta del 50%.
NB:
La nuova detrazione spetta alle condizioni previste relativamente agli interessi passivi ipotecari per l’acquisto dell’abitazione principale di cui alla lett. b) del citato art. 15.
Sono previste altresì le seguenti agevolazioni ai fini delle imposte indirette:
• è applicata l’imposta di registro dell’1,50% alle cessioni di case di abitazioni non di lusso effettuate nei confronti di banche ed intermediari finanziari per essere concesse in leasing ricorrendo i requisiti “prima casa”, in capo all’utilizzatore, di cui alla Nota II-bis all’art. 1, Tariffa parte I, DPR n. 131/86;
• le imposte ipocatastali sono dovute in misura fissa (€ 200).
Nel caso di cessioni effettuate direttamente dall’impresa di costruzioni l’imposta di registro e ipocatastali sono
applicabili in misura fissa.
In caso di cessione del contratto di leasing in esame è applicabile l’imposta di registro del 9%, ridotta all’1,5% in presenza delle condizioni “prima casa”.
NB:
L’agevolazione in esame è applicabile dall’1.1.2016 al 31.12.2020.
BONUS DISPOSITIVI RISPARMIO CONSUMO ENERGETICO
In sede di approvazione è stata estesa la detrazione IRPEF / IRES del 65% anche alle spese sostenute per l’acquisto, installazione e messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento / produzione di acqua calda / di climatizzazione delle unità abitative, volti ad aumentare la consapevolezza dei consumi energetici da parte degli utenti e a garantire un funzionamento efficiente degli impianti.
A tal fine, i dispositivi di cui sopra devono:
• mostrare attraverso canali multimediali i consumi energetici, mediante la fornitura periodica dei dati;
• mostrare le condizioni di funzionamento correnti e la temperatura di regolazione degli impianti;
• consentire l’accensione, lo spegnimento e la programmazione settimanale degli impianti da remoto.

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Il Bonus Mobili esteso alle giovani coppie che acquistano la prima casa – come prevede la Legge di Stabilità 2016 – nella nuova bozza risulta inferiore all’agevolazione per arredi destinati ad immobili in ristrutturazione  (fino a 8mila euro e non 20mila come ipotizzato inizialmente); di contro, si applica a tutte le coppie di fatto e non solo a quelle sposate. In pratica, la manovra – oltre ad estendere per tutto il 2016 le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e gli interventi di riqualificazione energetica –  ripropone il “vecchio” Bonus Mobili (al 50%, fino a un tetto di 10mila euro) ma prevedendo una nuova agevolazione per l’acquisto di arredi destinati alle nuove prime abitazioni.

Immobili da acquistare

Il nuovo bonus mobili non è dunque soltanto destinato agli appartamenti oggetto di ristrutturazione agevolata ma anche all’acquisto di un immobile (che non deve necessariamente essere ristrutturato). In questo caso è riservato alle giovani coppie con almeno uno dei due partner sotto i 35 anni. E, novità delle ultime ore, è utilizzabile anche dalle coppie di fatto purchè conviventi da almeno tre anni.

La detrazione è al 50% su un tetto di spesa massimo di 8mila euro, quindi la detrazione massima è di 4mila euro. Il beneficio si può utilizzare per l’acquisto di mobili, mentre non è chiaro se vale anche per gli elettrodomestici. La detrazione è distribuita su dieci anni, con quote di pari importo.

Immobili da ristrutturare

Restano invece immutate le condizioni del bonus mobili per gli immobili oggetto di ristrutturazione agevolata: detrazione al 50% su un tetto massimo di spesa pari a 10mila euro, per mobili ed elettrodomestici di classe A. Ricordiamo brevemente che il beneficio per la ristrutturazione è al 50% su un tetto di spesa pari a 96mila euro, mentre il Bonus Energia (riqualificazione energetica edifici), è al 65%, con un tetto che cambia a seconda della tipologia di intervento realizzato.

Un’altra novità della Legge di Stabilità 2016 è l’estensione del beneficio relativo all’efficientamento energetico anche alle case popolari.


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Casa: ecco gli sconti fiscali del 2016

Ristrutturazioni, ma non solo. Sono tanti gli sconti fiscali previsti per il 2016 in ambito immobiliare.

La prima e più discussa delle esenzioni è quella legata alla Tasi che, a partire dall’anno che sta per cominciare, non sarà più dovuta per le abitazioni principali. Nel testo della legge di stabilità sono anche state riconfermate, oltre a quelle per la riqualificazione energetica, anche le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni; in merito a questo capitolo, il tetto massimo è stato fissato a 96 mila euro per il 2016 (con detrazione Irpef del 50%) e, per il 2017, a 48 mila euro. Importante ricordare che queste agevolazioni sono riconosciute anche per le bonifiche dall’amianto, per l’abolizione delle barriere architettoniche e per tutti i lavori realizzati per ridurre il rischio di incidenti domestici o l’intrusione di malintenzionati oltre che per la cablatura degli edifici.

Favoriti anche l’acquisto di mobili, questa volta con un tetto massimo fissato a 16 mila euro per le giovani coppie che hanno acquistato la loro prima casa, e quello di elettrodomestici di classe massima, tetto fissato a 10 mila euro.

Particolarmente importante anche il bonus fiscale riconosciuto a chi pone in essere lavori mirati alla ristrutturazione in chiave antisismica di edifici che costituiscano abitazione principale o, comunque, siano adibiti ad attività produttiva e si trovino in aree del Paese a riconosciuto pericolo sismico. In questo caso la detrazione Irpef è del 50% e il tetto massimo, come per le ristrutturazioni, ha valore diverso per il 2016 e il 2017; 96 mila euro nel primo caso, 48 mila nel secondo.


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Buon Natale per ogni cosa che troverai sotto l’albero,

per ogni sorriso che ti farà star bene,

per ogni abbraccio che ti scalderà il cuore.

Agenzia Immobiliare Magnani vi augura

BUONE FESTE & BUON NATALE

 


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Legge di stabilità, leasing immobiliare anche per i privati

Dal prossimo anno uno strumento in più potrebbe consentire di “aggirare”le difficoltà nell’ottenere un mutuo per acquistare immobili, prima abitazione compresa. Che diverrebbe di proprietà, però, solo più in là nel tempo. Attraverso il “leasing immobiliare”, già esistente, ma finora riservato alle aziende ed esteso alle persone fisiche da un emendamento alla legge di Stabilità, approvato in commissione bilancio alla Camera.

Come funziona il leasing immobiliare

La locazione finanziaria dell’immobile funziona esattamente come quella che siamo abituati a conoscere per automobili e macchinari. La banca o altro intermediario, presso la quale il soggetto interessato a entrare in possesso dell’abitazione, raccolgono le indicazioni di quest’ultimo e sottoscrivono l’obbligazione ad acquistare il bene (o, anche, a farlo costruire se ancora non esiste e vi siano tutti i permessi del caso).

La contro-obbligazione del soggetto, che assume il diritto di utilizzare l’immobile per un tempo predefinito, è il pagamento di un canone che tenga conto del prezzo d’acquisto (o di costruzione) e della durata del contratto. Al termine dello stesso starà a lui decidere se sborsare il corrispettivo per divenire effettivo proprietario dell’abitazione, una “maxirata finale” che si calcola scontando dalla cifra complessiva l’ammontare dei canoni pagati nel corso degli anni.

Vantaggi leasing immobiliare

Indubbi i vantaggi all’inizio: niente spese di istruttoria, né iscrizioni di ipoteche, dato che non viene concesso un vero e proprio finanziamento, niente notaio per il possibile futuro acquirente. Interverrà solamente in caso di effettivo riscatto finale.

Tra le altre caratteristiche favorevoli attribuite al leasing c’è quella diconsentire un “finanziamento” (anche se il termine non è totalmente appropriato) pari al 100% del valore dell’immobile. Cosa non del tutto vera, perché di solito si configura anche con una rata iniziale, che varia tra il 10 e il 30 per cento del prezzo pagato dall’intermediario acquirente. Somma di cui occorre disporre, dunque, per poter entrare nell’immobile.

Deducibilità leasing immobiliare

Vantaggi ci sono anche in tema fiscale. In particolar modo per gli under 35 con redditi sotto i 55mila euro, per i quali i canoni sono deducibili ai fini Irpef nella misura del 19% fino a 8mila euro l’anno e il riscatto finale fino a 20mila euro.

Svantaggi del leasing

Svantaggioso è, invece, l’orizzonte temporale. Negli ultimi anni i mutui sono diventati pressoché per la vita, con durate trentennali o, addirittura, quarantennali. La locazione finanziaria non supera i 20 anni, ma generalmente si attesta tra i 12 e i 15 anni. Questo significa pagamenti (mensili, ma più spesso bimestrali o trimestrali) più elevati. Durate più lunghe, inoltre, farebbero di sicuro perdere il confronto, sotto il profilo economico, con un mutuo.

Leasing o mutuo?

Con i tassi fissi ai minimi storici è difficile prevedere uno spostamento in massa verso il leasing. Ma potrebbe comunque essere una soluzione per chi proprio non ha i requisiti in regola per un mutuo ma è sicuro della sua solvibilità futura e tornare utile anche per altri, in differenti fasi di mercato.


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Imu e Tasi 2015, scadenza 16 Giugno: gli errori da evitare su residenza, aliquote, inquilini e seconde case

Ancora pochi giorni per il pagamento della prima rata di IMU e Tasi 2015: ecco quali sono gli errori più comuni che i contribuenti devono evitare su residenza, aliquote, inquilini e seconde case.

Il prossimo Martedì 16 Giugno scade il termine per il pagamento della prima rata di IMU e Tasi 2015. Si tratta di una delle scadenze fiscali più impegnative per i contribuenti che sono chiamati al pagamento dei tributi sulla casa, tradizionalmente carichi di problemi e complicazioni.

Proprio per questo oltre a tenere presente le principali indicazioni relative a Imu e Tasi 2015, occorre anche considerare quali sono gli errori più comuni in cui i contribuenti possono incorrere e quali sono le modalità per evitarli.

Abitazione principale: quali criteri?
Come noto, ormai, alla maggior parte dei contribuenti, per l’abitazione principale non è dovuto il pagamento dell’IMU, dal momento che l’abitazione principale individua, sostanzialmente, la prima casa. Quali sono, però, i criteri che consentono di qualificare un’abitazione come prima casa?

  • la residenza del contribuente è sicuramente il requisito più importante per individuare l’abitazione principale;
  • accanto alla residenza occorre però rispettare anche il requisito della dimora abituale, ovvero occorre che il contribuente viva effettivamente in quell’abitazione;

La situazione, in molti casi semplice e lineare, si complica notevolmente quando una coppia di contribuenti possiede più immobili. Se i coniugi, infatti, sono sposati e non separati, si configurano i seguenti casi:

  • in caso di possesso di due immobili nello stesso Comune, solo una delle due abitazioni può essere considerata come abitazione principale;
  • se due appartamenti sono collocati in Comuni diversi, possono essere considerati come due abitazioni principali nel caso in cui un coniuge abbia preso la residenza e viva abitualmente nella casa situata in un Comune diverso da quello in cui vive l’altro coniuge, per motivi di lavoro;
  • per quanto riguarda la residenza presa in seconde case di villeggiatura e case al mare, occorre considerare che mancherebbe comunque il requisito della dimora abituale e che, quindi, l’immobile va trattato, a fini fiscali, come seconda casa;

Tasi 2015 per gli inquilini in affitto
Nel caso degli immobili in affitto la regola generale prevede che all’inquilino affittuario non spetti alcun pagamento dell’IMU mentre spetti una parte della Tasi variabile tra il 10% e il 0% del tributo, in base a quanto previsto dalle delibere comunali.
A tal proposito però, occorre anche ricordare che la Tasi non sempre è dovuta per abitazioni differenti da quella principale ovvero per le abitazioni che, nella quasi totalità dei casi sono concesse in affitto, dal momento che le stesse delibere comunali possono prevedere (e di fatto prevedono, in molti casi) l’esenzione dalla Tasi per le abitazioni differenti da quella principali, per le quali comunque è dovuta l’IMU.
In questa eventualità, l’inquilino non è tenuto al pagamento di alcuna quota della Tasi e, prima di procedere al pagamento deve pertanto verificare cosa prevedono in proposito le delibere del proprio comune.

Calcolo di IMU e Tasi con vecchie aliquote
Abbiamo ripetuto più volte che per la prima rata di IMU e Tasi 2015, in scadenza il prossimo 16 Giugno possono essere utilizzate le vecchie aliquote previste per il 2014. Ciò non significa che il contribuente debba sentirsi autorizzato a effettuare un versamento dello stesso importo versato lo scorso Dicembre 2014, in sede di saldo delle tasse sulla casa.
La modalità corretta per ottenere l’importo del primo versamento di quest’anno è procedere alla somma delle somme versate lo scorso anno in acconto e in saldo e di suddividere per due la cifra ottenuta. Altra modalità di calcolo più complicata, ma comunque valida, può essere quella di ricalcolare l’importo della prima rata in acconto di Imu e Tasi utilizzando l’aliquota in vigore per lo scorso anno.

Imu e Tasi 2015: quando utilizzare le nuove aliquote
Le nuove aliquote 2015 possono comunque essere utilizzate anche per il calcolo della prima rata nel caso in cui il Comune le abbia già deliberate. Il Dipartimento delle Finanze mette a disposizione, sul proprio sito web,
 uno strumento per verificare la situazione del delle delibere nei singoli comuni italiani.
Se il Comune di residenza ha effettivamente già deliberato le nuove aliquote la convenienza nell’utilizzarle sta in quei rari casi in cui l’amministrazione abbia deciso per una riduzione delle aliquote o per un aumento delle detrazioni; si tratta comunque di un caso raro, dal momento che, nella maggior parte dei casi, i Comuni che hanno già deliberato le aliquote hanno confermato quelle applicate nel 2014 o le hanno maggiorate.

Bollettini di pagamento
L’Imu e Tasi possono essere pagate con il bollettino di conto corrente postale o con il modello F24. In ogni caso i Comuni non sono tenuti e, di fatto, non stanno inviando, i bollettini per il pagamento della prima rata di Imu e Tasi, differentemente da quanto avviene per la Tari, per la quale, già da Aprile, vengono recapitati bollettini o modelli F24 precompilati.
I contribuenti possono in ogni caso richiedere al Comune l’invio del bollettino a casa o possono servirsi di specifici servizi predisposti dalle amministrazioni e dall’ufficio tributi del proprio comune, per effettuare i calcoli relativi agli importi della prima rata di Imu e Tasi.

 


Il galateo di condominio:

come comportarsi da buoni vicini casa

Con i vicini di casa si accendono spesso liti senza quartiere, ecco come evitarle comportandosi bene. Dal condominio alla villetta a schiera, le buone maniere col vicinato

Il galateo del buon vicinato

Argomento scottante, qumaxresdefaultante volte vi è capitato di discutere con un vicino, e tutti e due pensavate di avere ragione? Le discussioni tra vicini spesso esplodono anche perché non si è realmente a conoscenza né delle leggi che regolano la buona condotta né della buona educazione, purtroppo. Molto spesso il buon senso è la cosa che più può aiutare a convivere in situazioni non piacevoli, appianando divergenze e riappacificando spiacevoli situazioni.

Nel caso in cui non basti, si passa alle regole vere e proprie che disciplinano la buona condotta, per legge. Si può distinguere tra regole di condominio, villini a schiera, ville o case singole. Sicuramente ci accorgeremo che nel primo caso essendo a stretto contatto con vicini e altre persone, avremo una maggiore quantità di elementi da rispettare, mentre nelle case a schiera si riduce al buon rapporto tra vicinato, ma siamo comunque a casa nostra, senza particolari necessità se non rispetto dei confini e altre regole disposte per normativa urbanistica. Per le case e ville singole con giardino, tutto si riduce al rispetto tra i confini e le distanze, proseguendo poi, come sempre, col buon senso e l’educazione. Ecco scissi per tipologia, i tre casi:

Condominio

Quando arrivi in un nuovo ambiente, è buona educazione, in primo luogo presentarsi. Questo gesto sarà apprezzato dai vicini che saranno meglio predisposti nei tuoi confronti. Inoltre, se non si ha un parcheggio dedicato, è bene non andare a creare inutilidiscussioni per il posto auto solo perché sta di fronte alla tua finestra! Inoltre, saluta sempre e sii rispettoso dei tuoi vicini, verrai ricambiato: un buon gesto è la cosa migliore per crearsi degli amici.

Una buona azione, come una accortezza, una mano con le borse della spesa, o gettare l’immondizia anche per il tuo vicino di casa quando vai per te, così come un favore richiesto, può creare piacevoli e utili scambi tra vicini.

  1. Evita inoltre qualsiasi tipo di pettegolezzo son sgradevoli e contribuiscono sicuramente ad allontanarti dalla comunità in modo non gradevole. E’inoltre basilare rispettare le regole di buon vicinato, considerando che si vive a stretto contatto con altre persone, per evitare di invadere la libertà degli altri o vedere limitata la propria. Per una buona convivenza può essere utile seguire questi 10 consigli
  2. Ora del silenzio – in genere gli orari sono stabiliti dal proprio Comune di residenza, per lo più dalle 14 alle 16 e dalle 22 alle 7, considerando sempre che il rispetto della tranquillità del prossimo è una regola valida tutto il giorno
  3. Volume di stero e tv  – evitare di tenere alto il volume, diversamente prendere  in considerazione l’uso delle cuffie
  4. Lavori rumorosi – evitare di usare attrezzi rumorosi (trapani, frullatori, lavatrici, ecc..) di notte, di mattina presto e, se possibile, dalle 14 alle 16
  5. Spazi comuni – rispetto comune e non utilizzo come fosse una proprietà esclusiva: le auto e i motorini vi possono sostare solo per caricare e scaricare il portabagagli e non per essere parcheggiati
  6. Bambini – non far giocare i piccoli nei cortili, sulle scale o nei terrazzi negli orari stabiliti per il silenzio
  7. Pianerottolo e spazi comuni – non lasciare mobili o altri oggetti ingombranti sui pianerottoli o negli spazi comuni
  8. Immondizia  – non lasciare nulla sul pianerottolo come immondizia o raccolte differenziate. Curatevi di scendere e posare tutti i rifiuti negli appositi cassonetti
  9. Piante e panni stesi  – non posizionare fuori dal perimetro dei balconi o sulle finestre, in posizioni pericolose vasi o altro; evitare anche di innaffiarle facendo ricadere acqua e sgocciolamenti sui balconi sottostanti e in strada, curarsi di avere sottovasi appositi, stessa cosa per i panni stesi: evitiamo di innaffiare le persone e gli spazi sottostanti
  10. Cosa non danneggiare – scale, ascensore e rifiniture del palazzo trasportando mobili e oggetti senza le opportune attenzioni
  11. Riparazioni da evitare –  non fare riparazioni murarie nei locali comuni, senza il consenso dell’amministratore.

Rispettare queste regole è fondamentale per una buona convivenza in uno spazio comune di vita, come è il condominio. Fondamentale per andare d’accordo con i vicini di casa. Tuttavia, se qualcuno subisce danni o disturbo e i suoi richiami non vengono ascoltati, è opportuno che si rivolga all’amministratore di condominio. Se i fastidi continuano, si può ricorrere al Giudice di pace: per contattarlo, bisogna recarsi all’Ufficio dei diritti del cittadino del proprio Comune. Inoltre, è bene rivolgersi all’Amministratore per ogni evenienza, come lavori da apportare, richieste e quant’altro: è questa la persona incaricata a mediare e occuparsi delle cose comuni all’abitazione e ai condomini.

Villette a schiera

Questa tipologia è costituita da unità abitative aderenti e confinanti lateralmente l’una con l’altra e aventi antistanti giardini di proprietà individuale. Non si deve sottostare a specifiche normative se non stabilite da un regolamento privato tra i possidenti. In comune si ha solitamente strada di accesso alle villette, relativa illuminazione, impianto acqua e fogna, recinzione, etc.. In questi casi le decisioni devono essere prese in comune e suddivise equamente le spese. Il villino costituisce una “unica unità abitativa” che fa parte di un complesso urbanizzato, di proprietà privata munito di alcuni servizi comuni.

I muri che separano un villino dall’altro e le altre eventuali opere comuni come grondaie, pluviali, ecc. sono regolati da rapporti di semplice comunione tra i due villini aderenti/confinanti (art. 1101 c.c.), la cui comproprietà e relative spese di manutenzione sono attribuibili in parti uguali tra loro. Stessa cosa per le parti esterne.

Parliamo invece della condotta da mantenere tra “vicini di casa”.In questo caso non si avranno problemi particolari ma la cosa fondamentale resta utilizzare il buon senso: se accendiamo un barbecue facciamolo dalla parte più esterna del giardino, evitando di affumicare la biancheria stesa del vicino e riempirgli la casa di fumo. Non annaffiamo le piante con la pompa irrigando anche il vicino! Mentre per i rumori, rispettiamo le persone, evitando di tenere volumi alti e infastidire, sia nelle ore di silenzio che nel normale proseguo della giornata. La buona educazione deve essere la base su cui fondiamo la nostra vita, villa, appartamento o cascina che sia.

Se dobbiamo fare opere murarie all’interno sui muri condivisi o all’esterno, informiamoci sempre prima, e non mettiamo il vicino di fronte all’atto compiuto: se siamo in torto potrebbe impugnare la causa e farci rimuovere il tutto. Fondamentale è il rispetto delle distanze tra i lotti, delle altezze e delle normative da applicare. Rivolgiamoci al nostro comune, nello specifico all’Ufficio Tecnico, per sapere come comportarci, cosa possiamo fare o meno.

Casa o villa

In questo caso le normative da rispettare tra vicini, son molto ridotte, in quanto la casa è già disposta all’interno di un lotto, quindi, ridotti i rumori che arrivano al di là del giardino, gli odori, ecc. In questo caso però le regole da rispettare per una buona convivenza tra vicini, si riducono a quelle predisposte per legge, come il non occupare spazi altrui con auto, cancelli, motocicli, ecc.., il rispetto delle distanze e delle aperture sui muri sulle proprietà altrui, le vedute chiuse o aperte, la distanza tra balconi.

Tutto questo si può ricavare dal piano urbanistico, o più semplicemente rivolgendosi ancora una volta all’Ufficio Tecnico Comunale. Ricordiamoci che tutte queste normative variano da comune a comune, da regione a regione, quindi è sempre bene accertarsi personalmente e nello specifico del luogo. Inoltre,ottime regole di convivenza restano la sobrietà, il rispetto dell’individuo e degli spazi altrui, la cortesia e l’educazione. Non siamo troppo invadenti, ma nemmeno troppo introversi: un corretto equilibrio porterà sicuramente un’ ottimo rapporto di convivenza tra le parti.

 


imu

Imu: cosa è e come funziona

Concepita nell’ambito della riforma federalista, come principale fonte di entrata per i Comuni, l’imposta municipale (Imu) è poi diventata a fine 2011 un elemento centrale dello sforzo di risanamento imposto all’Italia dalla crisi internazionale: dal 2012 dovrà garantire un gettito di oltre 20 miliardi l’anno. Vediamo com’è fatta e come funziona.

Che cos’è l’ IMU?

La sigla Imu sta per imposta municipale. Ricadono in realtà sotto questo nome due tributi diversi: l’imposta muncipale propria, che colpisce il possesso di immobili, e l’imposta municipale secondaria, che dovrebbe sostituire a partire dal 2014 alcune forme di prelievo esistenti a livello comunale quali la tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, il canone di occupazione di spazi ed aree pubbliche, l’imposta comunale sulla pubblicità e i diritti sulle pubbliche affissioni, il canone per l’autorizzazione all’installazione dei mezzi pubblicitari. L’imposta municipale propria, di cui ci occupiamo qui, è chiamata a volte anche imposta municipale unica: di questa dizione, tra l’altro incoerente con l’esistenza dell’imposta secondaria, non c’è però traccia nei documenti ufficiali.

L’ introduzione dell’Imu comporta un aumento del prelievo?

Generalmente sì, ma non sempre. Sia l’Ici (dal 2008) che l’Irpef (di fatto dal 2001) non erano dovute per le abitazioni principali, salvo quelle di lusso, mentre l’Imu si applica anche a questa tipologia di immobili: relativamente alle prime case c’è allora un aumento secco dell’imposizione rispetto al passato, e comunque un incremento anche rispetto all’imposta applicata fino al 2008, a causa dell’aumento del moltiplicatore.

Chi deve pagare?

Il proprietario dell’immobile, oppure chi è titolare del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie; il presupposto dell’imposta è il possesso di qualsiasi immobile compresa l’abitazione principale e le sue pertinenze. Per quest’ultima però, come già detto, il pagamento della prima rata è sospeso nel 2013 in attesa di nuove regole.

Qual è la base imponibile dell’imposta?

L’Imu si applica sul valore dell’immobile, ottenuto applicando alla rendita catastale rivalutata del cinque per cento un moltiplicatore diverso a seconda del tipo di immobile. Per le abitazioni il moltiplicatore è 160. Ad esempio, se la rendita catastale è 800 euro, il valore sarà 800 X 1.05 X 160 = 134.400 euro. Siccome 160 X 1.05 = 168 nei conteggi per brevità si può moltiplicare la rendita catastale direttamente per 168.

Quanto si deve pagare?

Alla base imponibile va applicata un’aliquota che originariamente era stata fissata allo 0,4 per cento (4 per mille) per l’abitazione principale e allo 0,76 per cento (7,6 per mille) negli altri casi. Nel corso del 2012 però molti Comuni hanno rivisto queste aliquote, nella maggior parte dei casi verso l’alto. Dall’importo così ottenuto si detrae per l’abitazione principale la somma di 200 euro. La detrazione è incrementata di 50 euro per ogni figlio di età inferiore ai 26 anni che risiede nella stessa casa. Per il 2013 la prima rata, quando dovuta, è calcolata con le aliquote e le detrazioni in vigore l’anno precedente, mentre a dicembre il saldo terrà conto delle eventuali ulteriori decisioni delle amministrazioni comunali.

Qando si deve pagare?

L’Imu va di regola pagata in due rate di pari importo il 16 giugno e il 16 dicembre di ciascun anno, termini che slittano in avanti di uno o due giorni se la data cade di domenica o di sabato. Per il 2012, limitatamente alle abitazioni principali è stato possibile optare per il pagamento in tre rate (quella intermedia era fissata al 16 settembre). Nel 2013 sempre per le abitazioni principali il pagamento della rata di acconto è sospeso: avverrà a settembre nel caso in cui il governo non dovesse definire entro il 31 agosto la riforma complessiva.

Cosa si intende esattamente per abitazione principale, ai fini dell’Imu?

La definizione è più stringente e rigorosa rispetto a quella adottata in passato per l’Ici. L’abitazione principale è quella in cui il possessore (e la sua famiglia) dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente: questi due concetti non sono più separabili. Inoltre può essere costituita da una sola unità immobiliare, anche nel caso in cui ci siano parti (salvo le pertinenze) accatastate separatamente.

Niente Imu sulla seconda casa se ci abitano i figli

Sono molti i genitori che, per gafamiglia_slider-710x270rantire una rendita ai propri figli o fare in modo che abbiano una casa nella città in cui vanno a studiare decidono di investire in una seconda casa.

Ad oggi questi investimenti, registrati come seconde case nella stragrande maggioranza dei casi, sono soggette al pagamento dell’Imu, ma è al vaglio una proposta che prevede l’esenzione dalla tassa se l’immobile è concesso in comodato d’uso a un parente di primo grado a cominciare, ovviamente, dai figli.

La possibile modifica alla legge di stabilità attualmente è in discussione al Senato. Di certo la proposta, come le altre che si stanno analizzando in aula, dovranno affrontare la non ignorabile difficoltà delle scarse risorse. Per finanziare questa abolizione e gli altri cambiamenti al vaglio la disponibilità economica è di appena 300 milioni di euro. Oggettivamente non tantissimi.

La modifica non è stata ancora analizzata da un punto di vista finanziario, ma è ritenuto un cambiamento importante perché, secondo dati ufficiali dell’Istat, riguarderebbe circa l’8% dei cittadini italiani.


certifacazioneCertificazione energetica (ape) per la tua casa

La certificazione energetica è un attestato indispensabile per vendere o affittare casa, scopri che cos’è, a cosa serve e come richiederlo per la tua casa

Che cos’è la certificazione energetica

Il certificato energetico (ACE o APE) è un attestato – redatto da un tecnico abilitato tramite un sopraluogo all’immobile – che consente di avere tutte le informazioni su come è stato costruito un edificio sotto il profilo dell’isolamento termico e del consumo energetico.

L’attestato di certificazione energetica deve essere

  • redatto nel rispetto delle specifiche norme attuative regionali
  • redatto da un Soggetto Certificatore (tecnico abilitato da un ente competente estraneo alla proprietà, alla progettazione o alla realizzazione dell’immobile)
  • registrato nel catasto energetico
  • timbrato per accettazione dal Comune di competenza

A cosa serve la certificazione energetica?

A partire dal 2013 è obbligatorio, per legge, fornire la certificazione energetica della propria casa

  1. per i contratti di locazione (affitto)
  2. per i contratti di compravendita
  3. per le donazioni e altri trasferimenti a titolo gratuito (legge 3 agosto 2013, n.90)
  4. al momento della pubblicazione dell’annuncio di vendita e di affitto

L’Attestato di Prestazione Energetica nei contratti di locazione e compravendita

Con il decreto legge 145 art. 1 comma 7 del 23/12/2013, i contratti di compravendita immobiliare e di locazione devono avere una apposita clausola con la quale l’acquirente o l’affittuario dichiarano di aver ricevuto le informazioni e la documentazione, comprensiva dell’attestato, in merito all’attestazione della Prestazione Energetica. Copia dell’Attestato di Prestazione Energetica deve essere allegato al contratto, tranne per le locazioni di singole unità immobiliari. L’obbligo permane per la locazione di interi edifici.

Sono esclusi dall’obbligo i contratti non soggetti a registrazione, quali le locazioni di durata inferiore ai 30 gg all’anno. Ricordiamo inoltre che sono esclusi dall’obbligatorietà dell’attestato di prestazione energetica, e di conseguenza anche dell’obbligo dichiarativo o allegativo al contratto di locazione o vendita, i seguenti immobili:

  • box, cantine, autorimesse per i quali non è necessario garantire un confort abitativo
  • fabbricati isolati di superficie inferiore ai 50 mq
  • i ruderi
  • altre tipologie molto particolari (luoghi di culto, monumenti, etc).
    Si veda al riguardo Testo del decreto-legge 4 giugno 2013 n. 63.

Businessman holding a bunch of money.

Come un giovane compra casa senza busta paga

E’ il sogno delle giovani coppie ma anche sempre più quello di coloro che vengono indicati come la categoria dei single che, pur non essendo sposati, decidono di vivere in modo indipendente e desiderano acquistare casa. Il solo problema è la busta paga. Nonostante l’attività lavorativa e la retribuzione continuativa non si ha un contratto a tempo indeterminato, per cui davvero difficile esibire delle garanzie che permettano all’Istituto bancario di concedere un finanziamento, anche cospicuo, visto l’acquisto finale: una casa.

Nel caso della necessità di acquisto della pirma casa è possibile scegliere tra:

  • PRESTITO SENZA BUSTA PAGA PER LA PRIMA CASA;
  • MUTUO PER LA PRIMA CASA PER LAVORATORI SENZA POSTO FISSO.

Richiedere un prestito prima casa e un mutuo non è la stessa cosa per cui è necessario avere le nozioni principali prima di scegliere la soluzione che maggiormente si adatta alle nostre possibilità economiche e desideri, valutando di volta in volta la tipologia del capitale erogato, la durata del tempo di restituzione, il valore della rata e i tassi di interesse; è inoltre, importante valutare i limiti delle due proposte che consentono di coprire tutto il costo dell’immobile (il prestito) o solo fino al 70% (il mutuo).

Osserva la seguente tabella in cui sono presenti le caratteristiche del prestito per prima casa senza busta paga e la soluzione di mutuo prima casa per i lavoratori senza posto fisso: nello schema sono evidenti vantaggi e svantaggi delle due tipologie che devono essere valutati e confrontati in base alle esigenze economiche:

TIPOLOGIA FINANZIAMENTO PRIMA CASA CARATTERISTICHE VANTAGGI
PRESTITO SENZA BUSTA PAGA
  • PIANO DI AMMORTAMENTO FINO A 96 MESI;
  • CAPITALE FINO A 30.000 EURO;
  • NESSUNA GARANZIA.
  • NESSUNA GARANZIA;
  • PUÒ COPRIRE L’IMPORTO COMPLESSIVO DELL’IMMOBILE.
MUTUO PER SOGGETTI SENZA POSTO FISSO
  • IL CAPITALE PUÒ ESSERE UTILIZZATO SOLO PER L’ACQUISTO DELLA PRIMA CASA;
  • IL CAPITALE COPRE FINO AL 70% DEL VALORE DELLA CASA;
  • AGEVOLAZIONI FISCALI;
  • DURATA FINO A 30 ANNI;
  • NECESSITÀ DI GARANZIE.
  • FINO A 200.000 EURO;
  • AGEVOLAZIONI FISCALI.

Il prestito prima casa senza busta paga: cos’è?

Il prestito prima casa senza busta paga può essere classificato come un finanziamento finalizzato, in quanto fin da subito ha una precisa destinazione di acquisto, un immobile. Questa tipologia di prestito senza busta paga prevede l’esibizione di altre garanzie oltre alla certificazione del reddito o di un’entrata fissa mensile che permattono di limitare il rischio di irregolarità o insolvenza delle rate: il capitale finanziato arriva fino ai 30.000 euro con piano di ammortamento fino a 96 rate mensili in base alle disponibilità economiche del soggetto beneficiario.

Il prestito prima casa senza busta paga è un finanziamento esclusivo per l’acquisto del primo immobile (dunque non per la casa vacanza o una qualsiasi altra abitazione non sia necessaria all’abitare per i soggetti che non possiedono nessun altra casa). Per questo stesso motivo, in fase di stipulazione del contratto verrà chiesta la destinazione del denaro erogato.

I requisiti o garanzie per accedere al prestito prima casa senza busta paga

Accedere ad un prestito prima casa senza busta paga presenta la necessità di esibizione delle stesse garanzie di un prestito tradizionale senza busta paga, per cui è necessario valutare le numerose proposte sul mercato creditizio e individuare la soluzione che più si adatta alle proprie esigenze. La prima cosa da valutare è la somma delle rate del piano di ammortamento e la tempistica di ritorno, oltre al tasso di interesse, il TAN e TAEG, cercando di confrontarlo con i vari prodotti finanziari per la casa. Per ottenere il prestito prima casa senza busta paga è necessario esibire o possedere:

  • un immobile sul quale l’Istituto creditizio si potrebbe rifare (casa di eredità per esempio);
  • un bene di valore pari o superiore al capitale richiesto;
  • un conto corrente con entrate mensili;
  • un’entrata fissa come per esempio un canone di locazione, una casa in affitto;
  • un garante.

Il mutuo per la prima casa per giovani coppie senza posto fisso

Il mutuo per acquistare la prima casa dedicato alle giovani coppie con un’attività lavorativa con contratto a tempo determinato è la richiesta sempre più pressante sul mercato creditizio considerata la progressiva crisi lavorativa e le svariate richieste sul mercato. A questo proposito è stata introdotta la possibilità di accedere al mutuo agevolato con ridotti tassi di interesse e un Fondo per Giovani Coppie dedicato ai giovani sposati con o senza figli e ai nuclei monogenitoriali con figli minori a carico, di età inferiore a 35 anni.

La soluzione di mutuo agevolato consente l’acquisto della prima casa, che non deve avere una superficie superiore ai 90 mq. Si segnalano a questo proposito le banche che hanno aderito all’iniziativa di promozione di prodotti finanziari senza la necessità di un lavoro fisso o di un contratto a tempo indeterminato, offrendo le loro soluzioni per i giovani senza un reddito fisso:

  • Unicredit Banca propone il Mutuo Progetto Lavoro con l’erogazione di un finanziamento dai 30.000 euro fino ai 200 mila euro che non prevede tra i requisiti il possesso di un lavoro fisso a tempo indeterminato. Il piano di ammortizzamento prevede un limite di 30 anni per permette di ottenere delle rate mensili più comode.

Per chi volesse avere maggiori informazioni, si consilgia di consultare la sezione dedicata al Mutuo Progetto Lavoro tasso fisso 5-20 anni o la sezione dedicata al Mutuo Progetto Lavoro tasso variabile in cui sono evidenziate le caratteristiche salienti del finanziamento con la possibilità di richiedere un preventivo in base alle proprie esigenze.

CHI può richiedere il Mutuo Progetto Lavoro: requisiti e garanzie

Il Mutuo Progetto Lavoro può essere richiesto dalle giovani coppie che desiderano acquistare la loro prima casa ma non hanno un lavoro fisso, garantendo l’erogazione del capitale fino al 70% del valore dell’abitazione. Solo i lavoratori che presentano una continuità lavorativa di almeno 60 mesi hanno la possibilità di ottenere un mutuo pari all’80% del valore dell’immobile. E’, inoltre possibile scegliere:

  • il tasso di interesse fisso da 5 -10-15-20 anni;
  • il tasso variabile.

Se il capitale necessario è elevato, per aumentare le possibilità di ricevere una risposta positiva all’accettazione del mutuo è possibile esibire, nell’eventualità ne abbiate possesso:

  • un immobile sul quale porre un’ipoteca (abitazione avuta in eredità, vostra o di terzi);
  • bene/abitazione in grado di garantire una rendita fissa, come un contratto di locazione.

Acquistare una casa per diventare indipendenti è l’esigenza fondamentale che tutti prima o poi sentono. Ottenere un mutuo per la prima casa o ricevere un prestito senza busta paga  ora è possibile, a seconda delle tue possibilità e necessità aderisci al progetto che più ti conviene!


“Trucchi low cost” per aumentare il valore della propria casa

I tempi per la vendita degli immobili si allungano, ma ci sono dei “trucchetti low cost” che permettono di aumentare il valore della propria casa e di renderla più attraente per i potenziali acquirenti, senza spendere cifre esorbitanti e senza dover ristrutturare radicalmente l’appartamento. A dare qualche suggerimento è un portale immobiliare americano che ha stilato una sorta di vademecum per chi si appresta a mettere in vendita la propria casa.

Sgomberare, ordinare e lucidare

Molto spessthumb_1179_default_bigo nelle immagini a corredo di un annuncio si vedono oggetti personali sparsi per l’immobile, dai vestiti alle scarpe, dagli accessori dei propri animali agli attrezzi da giardinaggio: ebbene, chi vuole vendere il proprio immobile e vuole farlo con il ritorno economico migliore, deve pensare a riordinare tutto e a sgomberare dalla casa e dall’esterno i propri oggetti personali. Prima di cominciare ad aprire le porte agli agenti immobiliari e ai loro clienti, è bene lucidare tutti i mobili e pulire gli specchi; ordinare gli armadi, sistemare il giardino e i balconi e rendere l’aria che circola nella casa pulita e, possibilmente, profumata. Esistono perfino delle scuole di pensiero, fra gli agenti, che raccomandano di far trovare la cucina inondata dal profumo di un caffè appena fatto che dia subito la sensazione di famiglia e di quotidianità. Questi accorgimenti, presi ancor prima della visita di un agente che aiuti a stabilire il prezzo di vendita, incrementerebbero il valore dell’immobile garantendo una possibilità di guadagno maggiore. Se si vive ancora nella casa da vendere, bisognerà fare qualche sacrificio cercando di renderla il più impersonale e ordinata possibile (pazienza se per qualche mese si dovrà rinunciare alle proprie foto o al proprio disordine!).

Rendere la casa scenografica

La casa da vendere è come una vetrina: lo stesso abito inserito in un contesto più o meno studiato e più o meno “scenografico” fa sicuramente un effetto diverso su chi lo guarda. Anche per gli immobili vale il concetto di scenografia e questa va assolutamente studiata nei minimi dettagli. Abbellire il balcone o il giardino, perfino il pianerottolo, con fiori freschi e colorati rende tutto più piacevole e contribuisce a far impennare l’umore di chi viene a visitare l’immobile. Se ci sono degli angoli di casa un po’ tristi o vuoti, non sarebbe una cattiva idea cercare di riempirli con mobili o semplici suppellettili. E se non si ha intenzione di spendere dei soldi per nuovi elementi, allora si potrebbe pensare a cambiare la sistemazione di quelli già presenti. In questo caso il consiglio è quello di far vedere gli ambienti a un amico, se non si vuole ricorrere a un esperto: serve una persona che guardi e commenti tutto con obiettività, caratteristica che di certo manca a chi è il proprietario della casa e ci vive abitualmente.

Attenzione a bagno e cucina

Secondo le ultime ricerche la cucina e il bagno sono le stanze che, se ristrutturate, contribuiscono maggiormente ad aumentare il valore dell’immobile. Bisogna renderli prima di tutto “impersonali”, come il resto degli ambienti, in modo che diano l’impressione di essere già pronti ad accogliere i nuovi proprietari con le loro cose e le loro abitudini. L’ultimo consiglio per queste due stanze, valido in ogni caso per l’intero immobile, è quello di dare una rinfrescata alle pareti: ridipingerle, possibilmente con colori neutri, rende gli ambienti più puliti, più freschi e quindi più invitanti.


affitto-comproRent to Buy

Con il decreto legge 12.09.2014 n.133, art. 23, (da ora in avanti decreto) , convertito in legge 11.11.2014 n. 164 è stato riconosciuto e disciplinato nell’ordinamento domestico il “rent to buy” (da ora in avanti RTB) particolare tipologia contrattuale, rientrante nell’alveo dei contratti di godimento in funzione delle successiva vendita

Come funziona

La formula del rent to buy assicura a chi desidera acquistare un immobile, il diritto di godimento immediato sullo stesso per un periodo di tempo determinato, dietro pagamento di un canone periodico, e il diritto di acquisto posticipato ad un prezzo inferiore, poiché dal costo complessivo verranno scomputati, in tutto o in parte, i canoni in precedenza pagati.

La norma lascia alla libera determinazione delle parti sia la decisione sulla durata del contratto finalizzato all’acquisto del bene immobile che dell’importo dei canoni da scontare, nonché il numero dei canoni minimi, il cui mancato pagamento può comportare la risoluzione del contratto, purchè non inferiori a un ventesimo del numero complessivo.

I vantaggi del rent to buy, in un periodo di difficoltà di accesso al credito e di crisi del settore immobiliare, sono evidenti per entrambe le parti contrattuali.

Per il compratore, il contratto comporta la possibilità di godimento dell’immobile senza dover pagare sin da subito l’intero prezzo e la facilitazione di poter richiedere, all’atto dell’acquisto, un finanziamento o un mutuo di minor importo, in ragione di quanto già anticipato con i canoni.

Per il venditore, la possibilità di occupare l’immobile ai fini della successiva alienazione, senza rischiare di restare senza acquirenti, oltre all’introito immediato dato dai canoni, al pagamento complessivo finale e all’alleggerimento delle spese di gestione ordinaria dell’immobile che si addebitano al conduttore.

Le tutele

La norma definisce le tutele previste per le parti contraenti, estendendo alla species contrattuale in esame l’applicazione di istituti già disciplinati a livello civilistico.

Innanzitutto, l’art. 23, n. 1, del d.l. n. 133/2014 prevede l’obbligo di trascrizione del contratto ai sensi dell’art. 2645-bis c.c., che dovrà quindi rivestire la forma dell’atto pubblico o della scrittura privata autenticata, con la produzione dei medesimi effetti di cui all’art. 2643, 1° comma, n. 8, c.c.

In ordine alla risoluzione e all’inadempimento, il comma 2 dell’art. 23 prevede, inoltre, che “il contratto si risolve in caso di mancato pagamento, anche non consecutivo, di un numero minimo di canoni, determinato dalle parti, non inferiore ad un ventesimo del loro numero complessivo”. In caso di inadempimento, si applica l’art. 2932 c.c. sull’esecuzione specifica dell’obbligo di concludere un contratto, secondo il quale la parte non inadempiente può ottenere una sentenza che produce gli stessi effetti del contratto non concluso. Il successivo comma 5 sancisce che nell’ipotesi di risoluzione per  inadempimento  del  concedente,  “lo stesso deve restituire la parte dei canoni imputata al corrispettivo, maggiorata  degli  interessi  legali”; viceversa, se la risoluzione per inadempimento dipende dal conduttore,il concedente ha   diritto   alla restituzione dell’immobile  ed  acquisisce  interamente  i  canoni  a titolo di indennità, se non è stato  diversamente convenuto nel contratto”.

Il comma 6, infine, si occupa del fallimento del concedente e del conduttore: nella prima ipotesi, il contratto prosegue, fatta salva l’applicazione dell’art. 67, comma 3, lett. c), L.F. sulla revocatoria fallimentare; nella seconda, si applica l’art. 72 L.F., per cui spetta al curatore decidere se sciogliere o meno il contratto.


Growing real estate sales

Ance:

compravendite, mutui e intenzioni d’acquisto

i tre fattori che testimoniano la svolta del settore immobiliare

Nel secondo trimestre 2015 si sono ulteriormente consolidati i segnali di ripresa del mercato immobiliare residenziale. A dirlo il numero di ottobre 2015 del rapporto “Ance Mercato Abitativo”. In particolare, il 2014 può essere letto come l’anno di inversione di tendenza del ciclo negativo e le previsioni per i prossimi anni confermano la dinamica positiva del mercato immobiliare residenziale.

La abitazioni compravendute

Nel 2016 il numero di abitazioni compravendute dovrebbe attestarsi a 472mila secondo Nomisma e a circa 500mila secondo Scenari Immobiliari, posizionandosi ai livelli della seconda metà degli anni ‘90. L’andamento positivo delle compravendite di abitazioni del secondo trimestre 2015 coinvolge sia i comuni capoluogo che i comuni non capoluogo. Per i primi la performance è particolarmente positiva con un aumento del 9,6% nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente; anche nei comuni non capoluogo si osserva, nello stesso periodo, un aumento del 7,5%.

Le intenzioni di acquisto

Il rinnovato interesse verso il bene casa è confermato anche dai dati Istat relativi alle intenzioni di acquisto di abitazioni da parte delle famiglie, che torna a crescere, posizionandosi su dei livelli tra i più alti degli ultimi anni. La quota di famiglie che dichiarano di essere favorevolmente disposte all’acquisto di un’abitazione a luglio 2015 risulta pari al 2,8%, in aumento rispetto al minino registrato due anni fa (aprile 2013) che manifestava una frequenza pari all’1%.

L’andamento dei mutui

Il 2014 è l’anno di inversione di tendenza anche per quanto riguarda il mercato del credito per l’acquisto di case. Durante l’anno, infatti, i mutui alle famiglie sono aumentati del 13,4% rispetto al 2013. Il dato positivo è stato confermato anche nel primo semestre del 2015, con un incremento delle erogazioni di mutui del 50,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Sono dati particolarmente importanti perché interrompono la forte chiusura del sistema bancario nei confronti delle famiglie in atto dal 2007: in sei anni, infatti, le erogazioni di mutui per l’acquisto di abitazioni si sono ridotte di oltre il 65%, passando dai 63 miliardi di euro erogati nel 2007 ad appena 21,4 miliardi di euro erogati nel 2013.

In calo i prezzi di vendita delle abitazioni

Con riferimento ai prezzi delle abitazioni si evidenziano ancora variazioni negative, sebbene con livelli di intensità più contenuti. L’indice Istat dei prezzi delle abitazioni evidenzia, nel secondo  trimestre 2015, un ulteriore calo del 3% rispetto al secondo trimestre 2014, sintesi di una riduzione più pronunciata per le abitazioni esistenti (-3,5%) e più contenuta dei prezzi delle case nuove (-2%).


Layout 1

Affitto in nero, cosa prevede la legge di Stabilità


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Gli errori più comuni che si commettono quando si vende una casa :

Quando si decide di vendere la propria casa è possibile commettere alcuni errori che rischiano di mettere a repentaglio il successo dell’operazione. Vediamo quali sono i più comuni, secondo Consumer Eroski.

Dare un prezzo sbagliato

Di norma chi vende tende a dare alla propria abitazione un prezzo al di sopra del valore di mercato. Questo, però, causa una diminuzione dei possibili interessati alla compravendita. Per evitare ciò, è bene consultare un esperto immobiliare che conosca i prezzi della zona e che sia in grado di analizzare il caso specifico.

Nascondere alcune informazioni sull’immobile

E’ importante che tutte le informazioni siano chiare e che l’annuncio abbia tante immagini, oltre magari a qualche video e alla documentazione necessaria. Quando si reca a visitare l’immobile, il cliente non deve rimanere negativamente sorpreso. Ogni informazione deve corrispondere al vero.

Evitare di vendere senza aver ristrutturato prima

E’ più facile vendere un appartamento ristrutturato, anziché uno da ristrutturare. E’ bene mostrare al potenziale acquirente la casa nelle migliori condizioni possibili e, se necessario, sistemare quel che deve essere sistemato. Può essere molto utile anche contattare chi offre servizi di home staging.

Pubblicizzare l’immobile in diversi modi

Non è sufficiente il passaparola o il cartello “vendesi”. Serve di più. Per pubblicizzare un immobile in vendita bisogna utilizzare il web e i social network. L’obiettivo è raggiungere il maggior numero possibile di persone interessate.

Valorizzare gli aspetti positivi della casa

Tutte le case hanno dei punti forti, bisogna solo valorizzarli. Più si mettono in luce gli aspetti positivi di un immobile e più è possibile venderlo con successo.

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Mutui giugno 2015, la situazioni dei finanziamenti a tasso variabile e fisso

Chi vuole accendere un mutuo nel mese di giugno 2015, per quale soluzione deve optare? Meglio il tasso variabile (sceso sotto la soglia dell’1,5%,) o quello fisso (intorno al 2,5%)? Diamo uno sguardo alle condizioni, alle spese e alle migliori offerte del momento.

Tasso variabile e fisso per prestiti 20 anni

I tassi variabili di mercato più convenienti per prestiti da 100mila euro, da resituire in 20 anni, per l’acquisto di una casa del valore di 200mila euro sono quelli di IWBank Private Investments, Bancadinamica, Intesa Sanpaolo, Banca Popolare Commercio e Industria, Unicredit, i cui tassi e rate mensili sono adesso rispettivamente di 1,45%, 1,49%, 1,40%, 1,45%, 1,49% e 480 euro, 482 euro, 478 euro, 480 euro, 482 euro. I tassi fissi (sempre a 20 anni) migliori sono quelli di Intesa Sanpaolo, Hello Bank! Chebanca!, Banca Carige Italia, Webank con tassi di 2,35%, 2,55%, 2,50%, 2,58%, 2,69% e rate di 523 euro, 532 euro, 530 euro, 534 euro, 539 euro.

Tasso variabile e fisso per prestiti 30 anni

Se si prendono in considerazioni prestiti da restituire in 30 anni, per quanto riguarda i tassi variabili le banche che offrono condizioni più interessanti sono IWBank Private Investments, Banca Popolare Commercio e Industria, Unicredit, Hello Bank!, i cui tassi e rate mensili sono rispettivamente pari a 1,45%, 1,45%, 1,40%, 1,49%, 1,60% e 343 euro, 343 euro, 340 euro, 345 euro, 350 euro. I tassi fissi migliori sono quelli di Intesa Sanpaolo, Chebanca!, Hello Bank!, Webank, Bnl – Gruppo Bnp Paribas con tassi di 2,35%, 2,54%, 2,65%, 2,72%, 2,65% e rate di 387 euro, 397 euro, 403 euro, 407 euro, 403 euro.

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Agevolazioni prima casa, riacquisto gratuito entro un anno non fa perdere i benefici

La cessione dell’immobile acquistato usufruendo dell’agevolazione “prima casa”, prima del decorso di cinque anni dalla data dell’atto, non comporta la perdita del beneficio qualora il contribuente, entro un anno dall’alienazione, proceda al riacquisto a titolo gratuito di un altro immobile da adibire a propria abitazione principale. E’ questo quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la risoluzione 49/E dell’11 maggio 2015, che ha recepito quanto stabilito dalla Corte di Cassazione. Ma andiamo a vedere come si è arrivati a tale disposizione.

Nello specifico, la Nota II-bis all’articolo 1 della Tariffa parte I allegata al DPR 26 aprile 1986, n. 131 (Testo Unico delle disposizioni concernenti l’imposta di registro), in tema di agevolazione c.d. “prima casa” prevede che “in caso di …  trasferimento per atto a titolo oneroso o gratuito degli immobili acquistati con i benefici di cui al presente articolo prima del decorso del termine di cinque anni dalla data del loro acquisto, sono dovute le imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura ordinaria, nonché una sovrattassa pari al 30 per cento delle stesse imposte”.

Tuttavia, la disposizione in esame prevede altresì che “le predette disposizioni non si applicano nel caso in cui il contribuente, entro un anno dall’alienazione dell’immobile acquistato con i benefici di cui al presente articolo, proceda all’acquisto di altro immobile da adibire a propria abitazione principale”.

In pratica, “il trasferimento dell’immobile acquistato usufruendo dell’agevolazione c.d. ‘prima casa’, prima del decorso di cinque anni dalla data dell’atto, comporta la decadenza dal regime di favore fruito. La perdita del beneficio non opera qualora il contribuente, entro un anno dall’alienazione effettuata prima del decorso del quinquennio, proceda all’acquisto di un altro immobile da adibire a propria abitazione principale”.

Diversi documenti hanno stabilito e precisato che la decadenza dal beneficio è impedita dal solo acquisto “a titolo oneroso” di altra casa di abitazione entro un anno dalla cessione dell’immobile acquistato con le agevolazioni. Ma con la sentenza 26 giugno 2013, n.16077, la Corte di Cassazione ha chiarito che “… il punto n. 4  Nota II bis Parte Prima della Tariffa allegata al d.p.r. n. 131 del 1986…espressamente riconosce l’agevolazione sia ai trasferimenti onerosi e sia a quelli gratuiti. Laddove, il medesimo punto n. 4…, in fondo, quando stabilisce che pel mantenimento dell’agevolazione   debba procedersi all’acquisto di altro immobile da adibire a propria abitazione principale’ non dice diversamente, giacché, come noto, ‘acquisto’ è sia quello oneroso che quello gratuito”.

Del resto, affermano ancora i giudici, “l’art. 7 L. 448 del 1998, cit. che riconosce un credito d’imposta in caso di trasferimento infraquinquennale con successivo acquisto entro l’anno sia quando il nuovo acquisto è oneroso sia quando è gratuito, ha senso soltanto se il beneficio ‘prima casa’ può mantenersi  anche in caso l’acquisto della nuova abitazione, entro un anno dall’alienazione della prima, possa esser  gratuito” (in senso conforme anche Cass. sent. 12 marzo 2014, n. 5689). Un orientamento poi ribadito.

In  conclusione,  alla  luce  dei  principi  affermati  più  volte  di  recente  dalla giurisprudenza di legittimità, si deve ritenere che in caso di rivendita dell’immobile acquistato con i benefici prima casa, il riacquisto a titolo gratuito di altro immobile – entro un anno dall’alienazione – è idoneo ad evitare la decadenza dal beneficio. Resta fermo l’ulteriore requisito dell’utilizzo del nuovo immobile come dimora abituale del contribuente come chiarito da ultimo con circolare n. 31/E del 7 giugno 2010 e confermato dalla Corte di Cassazione con sentenza 10 aprile 2015, n. 7338.

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Bonus ristrutturazioni, aumentano gli interventi ammessi

La circolare dell’Agenzia delle Entrate del 24 aprile 2015 n.17/E contiene alcune importanti novità in tema bonus ristrutturazioni. Si tratta di linee guida da tener presenti per la compilazione delle sezioni III A e III C del quadro RP di Unico PF 2015. Andiamo a vedere, nel dettaglio, di cosa si tratta.

Innanzitutto, aumentano gli interventi ammessi con il bonus del 50%. Se su un’abitazione sono stati effettuati interventi di recupero edilizio, con la detrazione del 50% su spese fino a 96mila euro (36% su 48mila fino al 25 giugno 2012), è possibile agevolare un’ulteriore spesa di 96mila euro (48mila dal 2016) per un intervento autonomo rispetto ai precedenti (cioè non di mera prosecuzione) e, per considerare le due opere autonome, non è necessario che tra i diversi interventi trascorra “un periodo di tempo minimo”. Questo principio vale anche per le spese detraibili al 65% sui lavori per il risparmio energetico. Inoltre, le rate residuali della detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, iniziata da un contribuente, poi deceduto, non può essere trasferita agli eredi, in quanto non si applicano le norme che regolano il bonus sulle ristrutturazioni edilizie.

Bonus ristrutturazioni, nuovi lavori

Per le spese di ristrutturazione sostenute dopo il 1° ottobre 2006, l’agevolazione spetta sino al limite di spesa di 48mila euro (96mila per i pagamenti dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2015) per ogni unità immobiliare comprensiva di pertinenze. Questo limite non si applica agli interventi autonomi, ossia non di mera prosecuzione. Ma quando un intervento è considerato autonomo? Un intervento è considerato autonomo in base agli “elementi riscontrabili in via di fatto”, oltre che all’espletamento degli adempimenti amministrativi eventualmente necessari (denuncia di inizio attività, collaudo dell’opera, dichiarazione di fine lavori). L’intervento deve essere anche autonomamente certificato dalla documentazione richiesta dalla normativa vigente.

La norma non richiede che “debba trascorrere un periodo di tempo minimo tra i diversi interventi” per considerarli autonomi e conseguentemente per beneficiare per entrambi di un limite di 96mila euro ciascuno (circolare 17/E/2015). I due interventi autonomi potrebbero anche svolgersi contemporaneamente, non essendo necessario che per iniziare il secondo si debba prima finire il primo.

La circolare 17/E/2015 ha anche confermato la sua precedente interpretazione, la quale prevede che “per gli interventi autonomi effettuati nel medesimo anno deve essere rispettato il limite annuale di spesa ammissibile”. Questo vuol dire che se per la stessa abitazione e nello stesso anno si proseguono interventi di manutenzione iniziati in anni precedenti e contemporaneamente si iniziano nuovi interventi, l’importo massimo annuale di spesa agevolata al 36% non può comunque superare la misura complessiva di 48mila euro (circolare dell’Agenzia delle Entrate 15/E/2003). Secondo quanto disposto dalle Entrate, questo limite, oltre ad essere riferito allo stesso intervento (anche pluriennale), effettuato nella stessa abitazione (comprensiva di pertinenze), è anche un limite massimo “annuale” per singola abitazione.

Bonus mobili non trasferibile

Cosa succede poi in caso di decesso del contribuente che sta beneficiando della rateizzazione decennale della detrazione Irpef del 50% per l’acquisto – dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2015 – di mobili e grandi elettrodomestici (con limite massimo di spesa di 10mila euro) per l’arredo dell’immobile oggetto di interventi di ristrutturazione (pagati dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2015)? In tale situazione, il bonus, non utilizzato in tutto o in parte dallo stesso, non si trasferisce agli eredi per i rimanenti periodi di imposta. Questo perché, anche se l’agevolazione per i mobili presuppone la fruizione della detrazione per gli interventi di recupero, si tratta comunque di un incentivo autonomo, con proprie norme sul limite di spesa e sulla ripartizione in dieci rate della detrazione stessa. Queste regole non prevedono il trasferimento della detrazione Irpef e non è possibile appliccare la disposizione prevista per gli eredi per le ristrutturazioni edilizie dall’articolo 16-bis, comma 8 del Tuir (circolare 17/E/2015).

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Riscaldamento, 10 consigli per risparmiare sulla spesa energetica

Le bollette sono troppo salate? Stare al caldo senza dover prosciugare il portafoglio sembra un sogno irraggiungibile? Attenzione, perché ridurre la spesa energetica legata all’uso dell’impianto di riscaldamento è possibile. Non bisogna poi dimenticare che il risparmio energetico permette anche di ridurre le emissioni di CO2 e altri gas nocivi nell’atmosfera. Ecco 10 utili consigli:

1 – Verificare che la temperatura sia corretta in ogni stanza: la temperatura di casa non deve superare i 19-21 gradi e quella in camera da letto non deve eccedere i 18-20 gradi. Per verificare la temperatura delle diverse stanze è opportuno dotarsi di strumenti che permettano di gestire singolarmente ogni ambiente della casa e di controllare sia la programmazione sia la temperatura stanza per stanza.

2 – Non accontentarsi delle valvole termostatiche semplici: questo vuol dire munirsi di modelli avanzati di tipo elettronico che consentono di ottenere una certa temperatura a una data ora, adattando così il riscaldamento al proprio stile di vita

3 – Rendere la tecnologia un valido alleato in materia di risparmio: in questo senso, è bene utilizzare i sistemi esistenti sul mercato che permettono il controllo del riscaldamento dallo smartphone, come le app ad esempio.

4 – Pagare solo per quello che si consuma: bisogna sapere che sul mercato esistono dei sistemi (ora tra l’altro obbligatori) che misurano l’effettivo consumo energetico anche in presenza di impianti centralizzati.

5 – Eliminare gli spifferi: circa il 75% del calore prodotto nell’ambiente domestico viene disperso da muri, porte, finestre e tetti non correttamente isolati. Bisogna, dunque, evitare tutte quelle situazioni che rischiano di far disperdere calore

6 – Impostare orari intelligenti di accensione del riscaldamento nell’arco della giornata: in caso di riscaldamento autonomo è necessario regolare in modo adeguato la temperatura nel diverso arco della giornata

7 – Non essere avari sulla manutenzione: effettuare almeno una volta l’anno la pulizia e il controllo dei sistemi di riscaldamento. Una caldaia non efficiente aumenta il consumo del gas anche del 30%

8 – D’inverno, anche in casa, indossare sempre un maglione: in questo modo anche una temperatura di 20 gradi sarà più che gradevole

9 – Non utilizzare stufe elettriche: a parità di calore generato, una stufa elettrica consuma più del doppio dell’energia richiesta da un normale impianto di riscaldamento

10 – Non utilizzare i copritermosifoni: copritermosifoni o mobiletti fanno da barriera e impediscono al calore di diffondersi. I termosifoni devono essere lasciati liberi

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Mutui, non sono solo surroghe. Nel primo trimestre boom domanda (+71%). L’82% sono nuovi prestiti.

La domanda di mutui da parte delle famiglie italiane ha registrato in aprile un aumento del 71,9% tendenziale. Si tratta, secondo quanto emerge dal rapporto periodico di Crif, di un record assoluto che ha riportato il numero delle richieste vicino ai livelli di 5 anni fa, ovvero prima del crollo verticale registrato a partire dalla metà del 2011. A sottolineare la ripresa contribuisce anche il fatto che la domanda sia fatta prevalentemente da nuovi mutui: l’incidenza di surroghe e sostituzioni (a livello di sistema) è stata infatti pari a circa il 18% del totale. Con il dato di aprile si rafforza ulteriormente il recupero verso i livelli pre-crisi: il dato aggregato dei primi quattro mesi rivela un aumento del 46,4%. Per quanto consistente, il progressivo recupero della domanda non è tuttavia ancora sufficiente a colmare il pesante ritardo accumulato nel biennio 2011-2012, che aveva portato i volumi a dimezzarsi.

Nonostante la ripresa della domanda di finanziamenti per l’acquisto della casa si stia consolidando, ad aprile infatti l’importo medio richiesto si è attestato a 121.911 euro, mantenendosi su un valore più contenuto rispetto allo stesso mese del 2014 (124.812 euro) e distante dai 140.942 euro dell’aprile 2010, quando venne toccato il picco piu’ alto degli ultimi cinque anni. Quello registrato ad aprile è risultato essere in assoluto il valore medio più basso da quando Crif ha iniziato a monitorare mensilmente la domanda di mutui.

La tendenza a richiedere un importo il più possibile contenuto è confermata anche dalla distribuzione della domanda per fascia di importo: nei primi quattro mesi del 2015, infatti, le preferenze degli italiani si sono concentrate in prevalenza nella classe compresa tra 100.000 e 150.000 euro, con una quota pari al 30,4% sul totale, in crescita rispetto al 2014 di 1,9 punti percentuali. Tre domande su quattro (il 77,6% del totale) hanno importo inferiore ai 150.000 euro. Infine, per quanto riguarda la distribuzione della domanda di mutui per durata, ancora una volta è la classe compresa tra i 15 e i 20 anni ad essere risultata la preferita dalle famiglie italiane, con una quota pari al 23,9% del totale, seguita a ruota dalla fascia tra i 25 e i 30 anni, con il 22,6%.

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Fimaa-Confcommercio: ecco i fattori che stanno favorendo la ripresa del mattone e quelli che la ostacolano

“Il mondo immobiliare ha davanti a sé prospettive di ripresa, ma occorre cautela”. Queste le parole di Valerio Angeletti, presidente nazionale Fimaa-Confcommercio, a margine dell’Assemblea Nazionale Fimaa. Nel suo intervento, Angeletti ha illustrato quali sono i fattori che stanno favorendo la ripresa del mattone e quali quelli che la ostacolano. Andiamo a scoprirli.

I fattori che favoriscono la ripresa del mattone

“Gli indicatori del settore – ha affermato il presidente nazionale della Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari – confermano il sentiment degli operatori Fimaa-Confcommercio sulla crescita del mercato delle compravendite”. E ha spiegato: “L’attuale congiuntura è dovuta al miglioramento del clima di fiducia dei clienti-consumatori, al leggero aumento dei mutui erogati e alla diminuzione dei tassi di interesse, al calo dei prezzi degli immobili e alla ripresa della necessità di acquisto delle abitazioni, tipica dell’Italia”.

I fattori che ostacolano la ripresa del mattone

Angeletti ha quindi detto che c’è fiducia nella crescita, ma ha anche sottolineato che “occorre molta prudenza”. A tal proposito, il presidente nazionale Fimaa-Confcommercio ha spiegato: “La vera riscossa del mercato immobiliare è ostacolata da diversi fattori: come la mancata disponibilità delle famiglie a poter contare sui risparmi, erosi da una crisi che nella storia recente del nostro Paese non ha precedenti e nel corso della quale, paradossalmente, la pressione fiscale sugli immobili anziché diminuire è aumentata notevolmente; da un livello di canoni di locazione molto spesso, e soprattutto nelle grandi città, disallineato rispetto all’effettiva disponibilità economica della domanda e da una fiscalità per imprese e famiglie insostenibile, confusionaria, non equilibrata e che occorre ridurre davvero”.

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ACQUISTARE UN IMMOBILE CON SERENITA’

LE 10 REGOLE PER EVITARE SPIACEVOLI SORPRESE

1) Affidarsi sempre ad un agente immobiliare regolarmente iscritto, professionista del settore e conoscitore del mercato locale, che filtri tutte le informazioni dei potenziali acquirenti, faccia sottoscrivere una proposta d’acquisto, effettui le dovute informazioni e, qualora queste non siano soddisfacenti, restituisca la caparra versata.

2) Prima di mettere in vendita un immobile, dare incarico all’agente affinché faccia tutte le verifiche di vendibilità, le visure, la certificazione energetica e una perizia con il valore più probabile di vendita onde evitare inutili perdite di tempo e promesse illusorie.

3) Qualora il valore della perizia sia vicino a quello atteso, dare incarico esclusivo di vendita all’agente immobilare che farà di tutto per vendere al miglior prezzo possibile nel minor tempo.

4) Qualora vi siano irregolarità edilizie e/o difformità catastali che potrebbero determinare sia la dichiarazione di falso in atto pubblico, punibile penalmente, sia l’eventuale nullità dell’atto, comportando danni enormi e difficilmente quantificabili, è necessario sanare sempre eventuali irregolarità prima di porre in vendita l’immobile. Valutandone costi e benefici.

5) Prima di accettare la proposta d’acquisto, che è vincolante per le parti, avere la certezza della vendibilità dell’immobile, della libertà da vincoli ostativi.

6) Sottoscrizione del preliminare di vendita, che deve contenere tutti gli elementi della compravendita, deve essere di tutela per entrambe le parti sia per quanto concerne i pagamenti, che la consegna e rogito.

7) I pagamenti devono essere sempre tracciabili e gli estremi degli stessi inseriti nel rogito ed effettuati possibilmente con assegni circolari o bonifici bancari.

8) costi di vendita e acquisto definiti con chiarezza sia per le prestazioni tecniche, notarili che le mediazioni.

9) evitare la vendita “fai da te” nell’immobiliare, conviene sempre in quanto l’esperienza di un agente immobiliare conoscitore del mercato può evitare brutte sorprese e inutili perdite di tempo.

10) Sanare un abuso non sempre è possibile e soprattutto non si può sapere prima del rilascio della sanatoria quanto costi e quanto tempo occorra per regolarizzarlo. Quindi è indispensabile prima di accettare una proposta , firmare un preliminare o un rogito, avere il rilascio della sanatoria onde evitare eventuali inadempimenti contrattuali.

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Agenzia delle Entrate: dopo sette anni il mercato della casa torna a crescere

Dopo sette anni di lunga discesa, nel 2014 torna a crescere il mercato della casa. A dirlo è il Rapporto Immobiliare 2015 realizzato dall’Agenzia delle Entrate con Abi. Lo scorso anno le transazioni si sono assestate a 421mila unità, in aumento del 3,5%, comunque al di sotto dei valori registrati alla fine degli Anni ’80.

Effetti del nuovo regime di crescita

Secondo il Rapporto, il dato “moderatamente positivo, dipende in parte dagli effetti che ha avuto sul mercato l’entrata in vigore, il 1º gennaio 2014, del nuovo regime delle imposte di registro, ipotecaria e catastale applicabile agli atti di trasferimento a titolo oneroso di diritti reali immobiliari”. Al netto dell’effetto fiscale la variazione delle vendite di abitazioni è pari allo 0,7%, ma ciò non toglie che sia in atto una tendenza orientata alla crescita.

L’inizio di una nuova fase

L’agenzia identifica quattro fattori per ipotizzare una nuova fase di crescita:

  • il livello troppo basso delle compravendite, sotto il quale non si può scendere
  •  la maggior fiducia delle famiglie,
  • l’ulteriore diminuzione dei tassi di interesse
  • la riduzione dei prezzi delle abitazioni che tra il 2011 e il 2014 sono calati del 12%.

​ L’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate sottolinea anche che è in miglioramento l’indice di affordability, cioè la possibilità di accesso alle famiglie italiane all’acquisto di un’abitazione, che a fine 2014 risultava pari al 9%, 2,3 punti percentuali in più dell’anno precedente.

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Finalmente buone notizie per il mercato immobiliare

Dopo diversi anni di tristi campane a lutto finalmente arrivano buone notizie per il mercato immobiliare italiano. A darle è stata l’Agenzia delle Entrate che ha ufficializzato l’inversione di tendenza rispetto agli ultimi sette anni; secondo il periodico osservatorio che viene stilato sullo stato del mercato immobiliare, nel 2014 sono aumentate, in maniera netta, le compravendite di case che hanno fatto registrare un incoraggiante +1,8% nel corso dell’ anno.

Se si concentra lo sguardo non su tutti e dodici i mesi, ma solo sul periodo compreso fra il 1 ottobre ed il 31 dicembre 2014, l’incremento registrato è stato addirittura pari al 5,5%. Aumentano, di quasi il 13% (12,7% per chi ama la precisione) anche gli acquisti di abitazioni legate alla concessione di un mutuo ipotecario, finanziamenti per i quali, però, si riduce l’erogato medio.

Sempre secondol’analisi dell’Agenzia delle Entrate, se è vero che hanno fatto ricorso ad un mutuo oltre il 40% degli acquirenti di immobili comprati nel 2014, la cifra media che le banche hanno concesso loro è stata pari a 119.000 euro, vale a dire circa 3.000 euro in meno di quanto non fosse stato accordato ai richiedenti che avevano presentato domanda di mutuo nel 2013.

Grazie anche alla riduzione dei tassi di interesse applicati ai mutui, che nel 2014 sono stati mediamente pari al 3,4%, chi ha sottoscritto un mutuo nel corso dell’ultimo anno ha avuto una prima rata decisamente inferiore a chi ha chiuso il contratto nel 2013; 631 € quest’anno, il 7% in più lo scorso. Sostanzialmente stabile, in ultimo, la durata media dei mutui degli italiani che continua ad essere pari a 22 anni.

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Mercato Immobiliare mai più ai livelli pre crisi

Noi stessi lo abbiamo ribadito più volte; i dati provenienti da fonti diverse e tutte autorevoli (Crif, Agenzia delle Entrate, Facile.it…) sono concordi nell’evidenziare una vera e propria inversione di tendenza e, finalmente, un barlume di speranza per il mercato immobiliare.

Complice anche l’intervento di Mario Draghi e della BCE i tassi continuano a scendere, i mutui diventano più sostenibili per chi già li possiede e più accessibili per chi vorrebbe sottoscriverne di nuovi o, ancora, per chi ha modo di rinegoziare o surrogare i finanziamenti ottenuti anni fa a condizioni ben più onerose.

Le case affittate rendono meno e allora tanti propritari le vendono immettendo sul mercato un numero maggiore di immobili rispetto a quelli presenti anni fa (anche se mediamente molto più anziani) e i prezzi di conseguenza scendono. E scendono ad un livello tale che, è bene chiarirlo, non consentiranno mai più di tornare ai livelli del pre crisi e, in particolar modo ai livelli registrati negli anni ’90.

A buttare una secchiata di acqua gelata sui molti investitori che speravano di rivedere ancora i fasti che a quei tempi viveva il mattone italiano è stata Bankitalia nel suo rapporto periodico stilato in merito al mercato immobiliare. A onor del vero, va detto, senza dubbio a pesare sulla situazione attuale sono le difficoltà lavorative che rendono, specialmente per i giovani, quasi un miraggio la possibilità di ottenere un mutuo dalle banche, ma anche il fatto che la situazione verificatasi fra la fine degli anno ’90 e la metà del primo decennio del 2000 era drogata da un sistema che si era instaurato senza una vera possibilità di mantenersi nel lungo periodo come i fatti, purtroppo, hanno dimostrato.

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Consigli utili per sopravvivere a un trasloco

I mutui sono in ripresa, la fiducia nei cittadini cresce e il numero di compravendite sembra crescere, seppur timidamente: tutto fa pensare che questa primavera sarà davvero una stagione di traslochi. E proprio il trasloco è la parte che spaventa di più quando si deve cambiare casa. Ma ci sono alcuni accorgimenti che possono salvare questo momento “tragico”, basta solo sapersi organizzare e preventivare ogni singola mossa, in modo che tutto sia perfettamente pianificato per non incappare in imprevisti affatto piacevoli. Per chi quindi approfitterà dei week end di bel tempo per  prepararsi a cambiare casa, ecco cinque semplici consigli che possono davvero fare la differenza.

1- Cominciare a fare i pacchi in anticipo

È vero, preparare gli scatoloni con le proprie cose sembra un gioco da ragazzi, quanto tempo servirà? È cullandosi su questa sicurezza che in molti si riducono a dover preparare le scatole pochi giorni prima del trasloco, niente di più sbagliato! Secondo un noto sito americano, il tempo migliore per cominciare a imballare tutto è otto settimane prima della data del trasferimento. Soprattutto se si vuole vendere la casa da cui si sta andando via: è bene togliere di mezzo i propri effetti personali in maniera tempestiva di modo che diventi più neutra per i futuri visitatori.

2- Rinunciare al superfluo ed essere pronti al cambiamento

Cambiare casa è un’ottima occasione per fare pulizie di tutte quelle cianfrusaglie “inutili” che riempiono armadi, cassetti e dispense togliendo spazio vitale alla nostra quotidianità. È tempo di rinnovo: buttare via le cose più vecchie o quelle che non usiamo mai è un’ottimo punto di partenza per rendere nuova non solo la casa che ci aspetta, ma anche un po’ la nostra vita. Se nella famiglia ci sono dei bambini, è bene prepararli in tempo al cambiamento: potrebbero avere degli amici nel vicinato e devono sapere che presto dovranno separarsene, anche se questo non vuol dire perderli.

3- Aggiornare il proprio indirizzo

Conti in banca e altre pratiche in corso necessitano di essere sempre aggiornati con il nuovo indirizzo, per questo è meglio pensare in tempo a comunicare ai vari enti e uffici il cambio di residenza. In questo modo si eviterà di ricevere al vecchio domicilio documenti sensibili, come le informazioni sul proprio conto corrente, che potrebbero essere intercettati da malintenzionati.

4- Etichettare tutti gli scatoloni

Può sembrare banale, ma un’etichetta o una semplice scritta su una scatola può salvarci nel momento in cui bisognerà ordinare la nuova casa. Ogni pacco potrà così essere messo nella stanza in cui andrà sistemato il contenuto e, se questo è fragile, è bene specificarlo nonché proteggerlo bene, magari avvolgendolo negli indumenti.

5- Rendere accogliente la nuova casa

Prima di traslocare è giusto pulire a fondo la nuova casa, in modo che sia in condizioni vivibili e, soprattutto accogliente. Tutte le cose vecchie che vi sono all’interno e che non si vogliono conservare vanno eliminate prima di trasferirsi, in modo che non si crei inutile confusione in giornate non proprio semplici. Inoltre, è importante assicurarsi che quando si prenderà pieno possesso dell’abitazione, tutte le utenze siano allacciate e perfettamente funzionanti, altrimenti si rischia di cenare a lume di candela o di dover presentarsi ai vicini per chiedere una doccia. Infine, il trasloco è un momento difficile e molto stancante: tenete sempre qualche snack e qualche bevanda a portata di mano, giusto per ristorarsi nelle pause e riprendere le forze.

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Consigli anticrisi per tagliare le bollette della luce

Come si potrebbe fare a tagliare i costi che ogni mese gravano sulle nostre tasche per le bollette dell’energia? I consigli possono essere moltissimi, ma il portale per la comparazione delle tariffe Facile.it ha deciso di individuarne cinque e di declinarli a seconda del profilo di utente, sia che si tratti di una famiglia, sia che si parli di una persona che vive da sola. Secondo i calcoli, un single arriverebbe a risparmiare 181 euro all’anno, mentre aumenta la convenienza per le famiglie che potrebbero tenersi in tasca ben 349 euro.

Prima di tutto è importante che si selezioni la tariffa più adeguata alla propria condizione e alle proprie esigenze. Il libero mercato e portali come Facile.it consentono di confrontare molteplici offerte: per una famiglia sarebbe più indicato un prodotto con tariffa mono-oraria; mentre per chi vive solo e passa gran parte della giornata fuori converrebbe quella bioraria, con tagli di costi dopo le 19. Anche a tavola è possibile risparmiare: un single, riscaldando la propria portata al microonde potrebbe tagliare la bolletta di 23 euro l’anno, mentre una famiglia farebbe meglio a utilizzare le pentole a pressione, risparmiando 22 euro.

Un peso notevole è quello che assume in bolletta la voce per il riscaldamento e il raffreddamento: per tagliare su questa spesa è importante che si scelga di riscaldare o raffreddare solo le parti della casa in cui si vive, magari installando più condizionatori. La spesa iniziale sarebbe maggiore, ma consentirebbe a una famiglia di ridurre la bolletta di ben 157 euro. Ultima nota è quella che riguarda gli elettrodomestici: anche se sono di classe energetica superiore, bisogna saperli utilizzare. Un single dovrebbe sempre accendere lavatrice e lavastoviglie solo se a pieno carico; mentre le famiglie che hanno più apparecchi dovrebbero staccare le prese quando non sono in funzione. Con questi “trucchetti” i tagli sarebbero rispettivamente di 12 e 66 euro all’anno.

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Mutui, ecco perché comprare casa è un po’ più facile

La strada di chi vuole acquistare casa sembra essere un po’ meno impervia. Se da un lato è cresciuta la domanda di mutuo da parte delle famiglie italiane – in seguito all’incremento delle compravendite immobiliari e ai valori negativi raggiunti dall’Euribor –, dall’altro sono aumentate le erogazioni da parte delle banche. A crescere è anche l’importo medio erogato. L’Osservatorio sui mutui di Mutui.it e Facile.it ha rilevato che nello scorso semestre il finanziamento medio concesso è pari a quasi 120.000 euro, il 5,4% in più rispetto alla rilevazione di sei mesi fa e del  12,5% in più rispetto a un anno fa.

Mutui, si assottiglia il divario tra quanto si richiede e quanto si ottiene

In particolare, i portali Mutui.it e Facile.it hanno analizzato le richieste e gli erogati di mutuo registrati nel periodo compreso tra novembre 2014 e aprile 2015. Secondo quanto emerso, se nella rilevazione relativa a ottobre 2014 il divario era passato dal 20% all’11%, adesso gli italiani che si trovano alle prese con i finanziamenti per l’acquisto di una casa puntano a 126.000 euro ottenendone solo il 4% in meno. Ciò evidenzia quanto si sia assottigliato il divario tra la cifra che si richiede e quella che poi si riesce effettivamente ad ottenere.

Mutui, buone notizie sul fronte loan to value

Ma i dati incoraggianti non si fermano qui. Guardando al loan to value, quindi alla percentuale erogata in rapporto al valore dell’immobile da comprare, si nota che se già nella scorsa rilevazione questa variabile era passata dal 44% al 49%, adesso si torna sopra la soglia “psicologica” del 50%. Nel dettaglio, siamo al 55% come somma richiesta e al 52% per quella erogata. Rimane invece stabile rispetto a sei mesi fa la durata del mutuo erogato (21 anni), mentre l’età media del mutuatario scende a 40 anni.

Mutui, torna a piacere il tasso fisso

L’analisi ha evidenziato un altro aspetto interessante, che rappresenta anche la principale novità rispetto alle rilevazioni precedenti. Dopo anni di richieste di mutui variabili, adesso il 60% di chi chiede un mutuo opta per il tasso fisso. A tal proposito, Mauro Giacobbe, ad di Facile.it, ha spiegato che “l’alta percentuale di richieste di finanziamento a tasso fisso è strettamente legata all’andamento degli spread e degli indici a cui i mutui casa sono indicizzati al momento: se in generale le percentuali sono ai minimi (soprattutto in rapporto a quelle vigenti solo pochi mesi fa), il tasso fisso rappresenta al momento una soluzione di investimento particolarmente competitiva, visto che è possibile scendere sotto il 3% anche per durate lunghe”. Giacobbe ha quindi affermato che “è il momento giusto per comprare, quindi, ma anche per rinegoziare un mutuo stipulato anni fa, quando le condizioni offerte erano meno vantaggiose”. In questo quadro si spiega il boom registrato dalle surroghe: rispetto al semestre precedente queste erogazioni sono cresciute esponenzialmente, nell’ordine di oltre il 200%.

Mutui prima casa

Per quanto riguarda le richieste e le erogazioni di mutui prima casa, salgono di poco (+1%) gli importi richiesti – si richiedono in media 133.000 euro –, mentre cresce del 3% la cifra media erogata, che passa da 122.000 a 125.000 euro. Il divario tra richiesta ed erogazione si riduce ulteriormente, i due numeri adesso divergono del 6%, mentre sale ancora la percentuale finanziata: il loan to value è del 61%.

La situazione dei mutui casa nel loro complesso e dei mutui prima casa:

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Fimaa-Confcommercio: “La crescita del Pil non basta, per la ripresa occorre ridurre le tasse sul mattone

Nonostante ci sia una rinnovata fiducia nei confronti del comparto immobiliare, la pressione fiscale sulla casa ha raggiunto ormai cifre da record. Perché ci sia una vera ripresa – ha affermato il presidente di Fimaa-Confcommercio Valerio Angeletti in un comunicato- occorre allora un taglio vero delle tasse.

Siamo fiduciosi sui dati positivi del Pil, in linea col sentiment degli operatori Fimaa che fotografano una leggera ripresa delle compravendite, aiutata dal tenue aumento dei mutui erogati, da un clima di fiducia migliorato tra i clienti-consumatori e dalla ripresa del mercato Usa, ma purtroppo una rondine non fa primavera”

“La pressione fiscale sugli immobili nel nostro Paese non vuol saperne di ridursi e ha raggiunto ormai cifre da record. Mentre a Londra i laburisti hanno perso le elezioni sulla Mansion tax sugli immobili, che avrebbe penalizzato il mercato immobiliare e portato alla fuga degli investitori stranieri, in Italia dall’inizio della crisi economica per i proprietari di immobili il conto delle tasse è diventato sempre più salato.Ci siam mai chiesti perché l’Italia, nonostante il suo forte appeal internazionale, non sia la destinazione preferita degli investitori globali del settore immobiliare?

“Non bastano la buona congiuntura internazionale e la ripresa del mercato immobiliare americano, che dalla grande depressione del 1929 al crac di Lehman Brothers del 2008 ha influenzato nel bene e nel male l’economia e le crisi mondiali, né il migliorato clima di fiducia di famiglie e imprese, né i provvedimenti varati finora dal governo per assicurare una vigorosa ripartenza dell’economia del settore e dell’Italia intera. Non finiremo mai di ripeterlo: per la ripresa servono meno tasse a partire dalla riduzione della pressione fiscale sugli immobili”.

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Mutui, chi sono gli esclusi dalle banche?

quantitative easing ormai in azione, tassi ai minimi storici, liquidità nelle banche che abbonda. questo rende i mutui sicuramente più economici, ma in qualche maniera sono anche più accessibili? dopo aver parlato con roberto anedda, direttore marketing di mutui on line, di quanto sia conveniente andare in banca a chiedere un finanziamento, abbiamo chiesto anche quanto è grande la platea di chi non può nemmeno provarci

roberto anedda: difficile dare una quantificazione, perché non ci sono criteri univoci per identificare questa platea. in parte è legata alla tipologia di lavoro e alla continuità lavorativa, a prescindere dalla tipologia. chi fino a pochi anni fa era dipendente a tempo indeterminato e ha dovuto cambiare mansione o addirittura si è trovato senza, perché il suo settore o la sua azienda è entrata in crisi ha certamente difficoltà.

i dati sulla disoccupazione ci danno idea di quanti milioni di persone siano escluse dal mercato dei mutui. i dati istat valutavano in oltre il 10% la popolazione al limite della soglia di povertà. ma la fascia esclusa dall’acquisto di un immobile per condizioni di vita o lavorative può essere ben superiore anche a quella, si può arrivare a ipotizzare che possa essere anche un quarto della popolazione utile.

chi, oltre ai senza lavoro?
i più limitati sono quelli che non hanno un lavoro stabile, ovviamente. o, pur avendolo, hanno un reddito così contenuto da non avere accesso a un mutuo adeguato all’acquisto dell’immobile di cui avrebbe bisogno. anche giovani e anche un contratto a tempo determinato potrebbero teoricamente ottenere un mutuo.

il problema è che se il reddito è molto basso, dato che il criterio è sempre quello di avere una rata del mutuo non superiore a un terzo dello stipendio, che in alcuni casi, con lavori precari, diventa un quarto o un quinto. a quel punto è ovvio che formalmente posso ottenere il mutuo, ma l’importo non è sufficiente all’acquisto di un immobile adeguato. ma ci sono anche gli “autoesclusi”.

ovvero?
quelli che adottano un criterio di prudenza. chi con qualche sacrificio potrebbe permettersi la sottoscrizione di un mutuo, ma in questa fase si sente proprio tranquillo nel farlo e, quindi, preferisce rimanere un po’ alla finestra in attesa che lo scenario si rassereni ulteriormente, che arrivino segnali più positivi dal mercato, dal mercato del lavoro, dalla legislazione, dalla tassazione.

negli anni di crisi le banche sono diventate più selettive o no?
i peggiori, da questo punto di vista sono stati tra il 2011 e il 2013, perché le banche avevano problematiche non solo di liquidità, ma anche di valutazione dei propri bilanci e di situazioni creditizie non particolarmente solide, per cui hanno dovuto essere più restrittive sui criteri. questo in parte grazie alla maggiore liquidità è stato superato. oggi c’è di nuovo più abbondanza. rimangono criteri di attenzione in funzione delle problematiche che si sono riscontrate.

il sistema ha pagato per parecchio tempo, i mutui subprime e simili. quindi, fino a che si parla di una situazione di buon reddito, a meno che non ci siano insolvenze precedenti, che sono comunque elemento ostativo a prescindere, non siamo in fase restrittiva per la fascia “media” della popolazione. le fasce più deboli, invece, con contratti atipici, si trovano maggiormente in difficoltà, soprattutto se c’è l’esigenza di accedere a finanziamenti su percentuali molto alte del valore dell’immobile, perché di solito siamo di fronte a persone che non hanno nemmeno capacità di risparmio e quindi non possono integrare con quanto messo da parte il finanziamento che richiedono.

dall’8 marzo è in vigore il jobs act, quindi anche un nuovo contratto in teoria a tempo indeterminato, finisce per non essere più così sicuro. le banche ne tengono conto?

le banche sono attente a tutte le modifiche sulla contrattualistica. sanno che possono incidere sulla redditività della propria clientela. Ê un po’ presto perché si riesca a capire quali potrebbero essere le modifiche nei criteri di valutazione. certo ci sono delle perplessità. probabilmente ci saranno consultazioni ufficiose tra istituzioni e banche, per invitare queste ultime a fare la loro parte supportando il sistema. il problema, comunque, rimane non tanto il contratto in sé, quanto il livello di reddito.

che succede con i professionisti con partita iva? le banche che fanno in questi casi? chiedono tassi più esosi?
in questo momento le banche difficilmente finanziano operazioni che non sono valutabili con buoni criteri di redditività. gli autonomi hanno maggiori difficoltà nell’avere buona valutazione di un mutuo, per via dei redditi molto diversi nel tempo. le tiplogie precarie non per incertezza di rapporto di lavoro ma per continuità.

tutti coloro che hanno attività le quali non consentono di documentare un reddito non dico uguale, ma con buona armonia dei flussi, trovano più difficoltà. ma è difficile che si alzi il prezzo. se ci sono particolari incertezze, piuttosto, le banche chiedono garanzie ulteriori, non si accontentano di un semplice aumento del tasso, perché non è detto che remuneri la banca qualora quella discontinuità di reddito dovesse manifestarsi e impedire il rimborso del mutuo.

 

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Perché le famiglie italiane oggi vendono casa?

in tempo di crisi la casa si vende non solo per migliorare la propria qualità abitativa o perché si cambia quartiere o città, ma anche per reperire liquidità. a renderlo noto l’analisi delle compravendite, secondo la quale nel secondo semestre del 2014 più di tre acquisti su quattro hanno riguardato l’abitazione principale, il 16,2% la casa ad uso investimento e il 6,6% la casa vacanza

analizzando le compravendite dal lato del venditore, lo studio ha mostrato che nella seconda parte del 2014 il 44,5% delle persone ha venduto per migliorare la qualità abitativa, il 39,9% per reperire liquidità e il 15,6% ha venduto perché si è trasferito da un altro quartiere oppure da un’altra città. la percentuale di coloro che vendono per reperire liquidità cresce all’aumentare dell’età, mentre le percentuali di chi vende per migliorare la qualità abitativa diminuiscono con l’avanzare degli anni.

Dati che si discostano da quelli rilevati nel secondo semestre del 2013, in base ai quali la vendita per migliorare la qualità abitativa copriva il 55,1% del totale, mentre era molto più bassa la percentuale di chi aveva venduto per reperire liquidità (26,6)

Se, poi, si dà uno sguardo a chi acquista casa, si nota che nel 63,8% dei casi ad acquistare l’abitazione sono persone con un’età compresa tra 18 e 44 anni, con percentuali in diminuzione al crescere delle fasce di età. la percentuale di chi acquista l’abitazione principale decresce con l’aumentare dell’età, per poi risalire leggermente dai 65 anni in su; al contrario la percentuale di chi acquista per investimento aumenta al crescere dell’età per poi diminuire dai 65 anni in poi, quest’ultima fascia di età infatti registra la percentuale maggiore di acquisti di case vacanza (14,6%).

Nella seconda parte del 2014 chi ha acquistato un’abitazione attraverso le agenzie, nel 54,4% lo ha fatto avvalendosi dell’ausilio di un mutuo bancario, mentre il 45,6% delle compravendite è stato effettuato in contanti. nello stesso periodo del 2013 le percentuali registrate erano praticamente le medesime (54,7% e 45,3%).

 

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Tassi usurari mutui: disponibili i nuovi parametri di riferimento

entrano in vigore dal 1° aprile i nuovi tassi medi di riferimento utili per calcolare la soglia di usura per i mutui e prestiti bancari. I nuovi parametri – che si applicano fino al 30 giugno 2015 – sono contenuti nel decreto del 26 marzo del ministero dell’economia e delle finanze.

Nel decreto pubblicato sulla gazzetta ufficiale 74 del 30 marzo sono presenti le “rivelazioni dei tassi effettivi globali medi, ai sensi della legge sull’usura”. Per calcolare il limite oltre il quale i tassi di interesse applicati dalle banche sono da considerarsi “usura”, si devono aumentare i tassi medi, indicati nel decreto, di un quarto e aggiungere un margine di ulteriori quattro punti percentuali. La differenza tra il limite e il tasso medio non può essere superiore a otto punti percentuali.

Per quanto riguarda i mutui ipotecari per l’acquiesto di un immobile, il tasso fisso medio è di 4,21 % (tasso soglia 9,3875) metre il tasso variabile medio è di 3,21% (tasso soglia 8,1375%).

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Abi: dal fondo di garanzia per la casa spinta alle erogazioni di mutui

L’attivazione nel mese di febbraio del Fondo di garagzia per la casa ha dato, secondo l’Abi, un’ulteriore spinta al mercato dei mutui già in forte crescita, con nuove erogazioni per 27,7 milioni.

“Con l’avvio delle procedure previste del regolamento di attuazione del Fondo – comunica Abi – e grazie alla fattiva collaborazione tra banche e Istituzioni, procede con efficienza la nuova soluzione a vantaggio delle famiglie che ancora scontato gli effetti della crisi ma aspirano ad acquistare l’abitazaione principare”.

Si sottolinea poi come il Fondo ” rappresenti un uleriore spinta allo sviluppo del mercato dei mutui che già registra una fase di grande rilancio, con un’impennata relativa a tutto il 2014 del 32,5 % rispetto al 2013 e un ammontare complessivo di circa 25,3 miliardi di euro.

L’obbiettivo del Fondo di garagzia è continuare a favorire l’accesso al credito a nuclei in difficoltà, soprattutto giovani coppie, con una dotazione da 600 milioni di euro “che potrebbe garantire finanziamenti potenziali per 12-15 miliardi di euro”.

Il fondo, controgarantito dallo Stato, prevede il rilascio di garanzie a copertura del 50% della quota capitale dei mutui ipotecari erogati per l’acquisto, o la ristrutturazione per l’accrescimento dell’efficienza energetica, degli immobili adibiti a prima casa, con priorità di accesso per le giovani coppie o ai nuclei famigliari monogenitoriali con figli minori, nonchè di giovani con età inferiore a 35 anni.

La garanzia può essere richiesta da coloro che, alla data di presentazione della domanda di mutuo, non risultino proprietari di altri immobili ad uso abitativo, salvo quelli di cui abbiano acquistato la proprietà per successione e c he siano in uso a titolo gratuito a genitori o fratelli. Il modulo di domanda consente la richiesta di accesso per un massimo di due beneficiari; in caso di altri richiedenti potranno essere compilati ulteriori moduli di domanda, da inoltrare allegando i relativi documenti di identità.

Più scettica l’agenzia di rating Fitch, che in una nota diffusa nei nei giorni scorsi, evidenzia come difficilmente in Fondo di garanzia avrà un impatto rilevante sui volumi dei mutui richiesti dagli italiani, ancora condizionati dalla bassa domanda.

Inoltre il Fondo ha come destinatari soprattutto i richiedenti al di sotto dei 35 anni che nel quarto trimestre 2014 valevano solo il 21% delle domande presentate.

L’arrivo del Fondo, conclude Fitch, non modifica la stima dell’agenzia di un ulteriore calo dei prezzi immobiliare sul mercato italiano (circa il 3% nei prossimi due anni) a meno di una forte ripresa dell’economia e di un allentamento delle condizioni di accesso al credito.

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DOMANDE & RISPOSTE

Facendo un preliminare privato, nel caso il venditore ci ripensi, la somma versata mi deve essere restituita raddoppiata o rischio di perderla?

La norma dell’art. 1385 del codice civile stabilisce che “Se al momento della conclusione del contratto una parte dà all’altra, a titolo di caparra, una somma di danaro o una quantità di altre cose fungibili, la caparra, in caso di adempimento, deve essere restituita o imputata alla prestazione dovuta. Se la parte che ha dato la caparra è inadempiente, l’altra può recedere dal contratto, ritenendo la caparra; se inadempiente è invece la parte che l’ha ricevuta, l’altra può recedere dal contratto ed esigere il doppio della caparra. Se però la parte che non è inadempiente preferisce domandare l’esecuzione o la risoluzione del contratto, il risarcimento del danno è regolato dalle norme generali”. Sul presupposto che Lei faccia riferimento ad una somma versata, nel caso di specie nell’ambito di un contratto preliminare, a titolo di caparra confirmatoria, la risposta è affermativa, nel senso che il promittente venditore, in caso di inadempimento, dovrà restituire al promissario acquirente il doppio della caparra versata. La caparra prevista dall’art. 1385 cod. civ., infatti svolge al tempo stesso una funzione confirmatoria (dimostrare l’esistenza del contratto), di acconto (è un anticipo della prestazione dovuta) e di indennizzo (determina preventivamente l’ammontare dei danni conseguenti all’inadempimento dell’obbligazione principale).

In agenzia mi chiedono di firmare una proposta di acquisto da consegnare a chi vende. Di cosa si tratta?
E’ ormai consuetudine che, una volta scelta la propria casa, l’acquirente formuli al proprietario una proposta di acquisto indicando il prezzo offerto, di solito accompagnata da un assegno.
La proposta è irrevocabile (cioè, per il breve periodo indicato nella stessa, non si può più “tornare indietro”) e, una volta che il proprietario sottoscriverà la proposta “per accettazione”, si trasforma in un contratto vincolante.

Che cosa è il contratto preliminare o compromesso?

Il contratto preliminare o compromesso è il contratto con il quale le parti si obbligano a stipulare successivamente una vendita, della quale si accordano già degli elementi essenziali.
Il preliminare deve essere fatto per iscritto, deve essere datato e firmato da chi vende e da chi compra.

Sto per effettuare una proposta di acquisto per un appartamento di nuova realizzazione, sarebbe la mia prima casa. L’acquisto prevedrà anche la stipula di un mutuo. Vorrei sapere come comportarmi e quali siano i punti di attenzione onde evitare spiacevoli inconvenienti per il compromesso e il rogito.

La firma della proposta di acquisto è molto delicata, in quanto la stessa, una volta sottoscritta dal proprietario per accettazione, è un contratto completo e perfetto.
E’ perciò necessario che nella proposta siano contenuti tutti, ma proprio tutti gli elementi del contratto:

  • l’immobile con i suoi elementi descrittivi;
  • il prezzo e le modalità di pagamento;
  • le garanzie che il venditore deve prestare in ordine per esempio alla libertà da gravami, alla validità dei titoli di provenienza, alla regolarità edilizia ed urbanistica del bene;
  • la tempistica dell’operazione: tempi di consegna, date dei pagamenti ed infine del rogito.

E’ pertanto opportuno sottoporre preventivamente all’attenzione del proprio notaio di fiducia il testo di detta proposta unitamente ai documenti di proprietà del venditore, cosicché in via preliminare possa effettuare i controlli presso l’agenzia del territorio allo scopo di accertare l’insussistenza di ipoteche o altri gravami. Il notaio di Sua fiducia la ragguaglierà inoltre sul mutuo e la aiuterà a portare a termine l’operazione nella maniera più sicur

 

Posso intestare una casa da comprare ai miei due figli minori?

La risposta è affermativa. Occorrerà preventivamente dotarsi di apposita autorizzazione da parte del giudice tutelare.
Nel caso in cui i minori non fossero in possesso della necessaria provvista di denaro per l’acquisto, uno o entrambi i genitori potranno provvedervi con apposita donazione previa autorizzazione sempre del giudice tutelare.

 

Quale procedura devo seguire per acquistare un immobile facendo il mutuo?

Con riferimento alla Sua richiesta di consigli in merito all’acquisto di un immobile ed al relativo atto di mutuo, mi permetto di segnalarle che è ormai consuetudine che, una volta scelta la propria casa, l’acquirente formuli al proprietario una proposta per iscritto. Tale proposta è normalmente vincolante solo per il breve periodo in essa indicato ed è spesso rafforzata da un assegno peraltro di importo modesto. E’ fondamentale capire l’importanza di tale documento: se il proprietario la sottoscriverà “per accettazione”, la semplice proposta si trasforma, a seguito dell’incontro delle due volontà, in un contratto completo e perfetto.
E’ perciò necessario che nella proposta siano contenuti tutti, ma proprio tutti gli elementi del contratto:

  • l’immobile con i suoi elementi descrittivi;
  • il prezzo e le modalità di pagamento;
  • le garanzie che il venditore deve prestare in ordine per esempio alla libertà da gravami, alla validità dei titoli di provenienza, alla regolarità edilizia ed urbanistica del bene;
  • la tempistica dell’operazione: tempi di consegna, date dei pagamenti ed infine del rogito.

La proposta accettata è un contratto preliminare a tutti gli effetti. E’ cioè un contratto che impegna chi la ha sottoscritta ad addivenire al contratto definitivo che consacrerà il passaggio di proprietà. E’ pertanto necessario effettuare tutte le verifiche preventive in questa sede, allo scopo di evitare di trovarsi imbrigliati in un contratto che comporta l’obbligo di acquistare un bene che non ha le caratteristiche auspicate.
Spesso l’acquisto di una casa assorbe tutti i risparmi della famiglia ed anche quelli che verranno negli anni successivi. Sempre più di frequente pertanto si deve fare ricorso ad un mutuo.
Le sollecitazioni volte ad attrarre la clientela sono numerosissime e spesso è difficile orientarsi da soli. Il notaio redige quotidianamente atti di mutuo e ha dimestichezza con il linguaggio tecnico, che francamente è spesso astruso. Potrà pertanto aiutare l’acquirente a scegliere il mutuo meno oneroso e più adatto alle sue esigenze, valutandolo anche sotto il profilo della convenienza fiscale.
Al rogito il notaio avrà completato gli ultimi controlli. Contestualmente di solito avviene il pagamento del prezzo a mezzo di assegni circolari e la consegna dell’immobile. In atto saranno riportati gli estremi di tutti i pagamenti effettuati anche all’eventuale mediatore, del quale è necessario indicare i dati e l’iscrizione all’albo.
Dopo la conclusione dell’atto il notaio provvederà con un’unica formalità telematica a registrarlo al fine di pagare le imposte, a trascriverlo per rendere opponibile ai terzi l’acquisto della proprietà ed a volturare il bene al nome dell’acquirente nei registri del catasto.
Espletate tutte le formalità consegnerà all’acquirente una copia autentica dell’atto corredata della nota di trascrizione e di un certificato catastale aggiornato.

 

Devo comprare casa e chiedere un mutuo. Non so se scegliere tra tasso variabile e tasso fisso: che differenze ci sono?

Il tasso variabile è determinato con riferimento a parametri mutevoli nel corso del tempo: questo significa che se il tasso di interesse sale, la rata del mutuo aumenta e, viceversa, quando il tasso diminuisce si riduce anche la rata. Il tasso fisso, invece, è convenuto nella stessa misura per tutta la durata del mutuo: questo significa che la rata resta costante fino al termine del contratto. La scelta tra tasso fisso e variabile spetta al mutuatario, che in ogni caso se ne assume il rischio: nel caso di tasso variabile il rischio è che il costo del denaro salga notevolmente, con conseguente aumento della rata; al contrario, con un mutuo a tasso fisso si rischia che il costo del denaro diminuisca e quindi ci si ritrovi a pagare un interesse elevato rispetto al mercato.

Cosa succede se non riesco a pagare puntualmente le rate del mutuo?

Pagare la rata in ritardo significa dove pagare anche gli interessi di mora, il cui tasso è generalmente superiore a quello ordinario. Alcuni contratti, inoltre, prevedono ulteriori costi di recupero crediti che si vanno a sommare agli interessi di mora. Ripetuti ritardi, o mancati pagamenti, portano alla decadenza dai termini di rateizzazione o alla risoluzione del contratto per inadempimento. Questo conduce, inevitabilmente, al recupero coattivo del credito tramite la vendita forzata dell’immobile concesso in ipoteca.

Sono previste penali nel caso di estinzione anticipata del mutuo?

Il mutuatario ha il diritto, in qualunque momento, di chiudere il contratto, restituendo il capitale ancora dovuto sul quale smette di pagare gli interessi. La legge 40/2007 stabilisce che, per alcune finalità (quali, ad esempio, l’acquisto o la ristrutturazione dell’abitazione principale), non possono essere stipulate clausole che prevedano penali nel caso di estinzione anticipata.

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Dall’offerta di abitazioni a servizi abitativi: ecco come cambia il mercato immobiliare secondo Bankitalia

Difficilmente il settore immobiliare potrà tornare ai fasti raggiunti dalla fine degli anni Novanta fino al 2006, cioè prima della crisi finanziaria del 2008.

“percorsi che nel passato hanno portato alla forte crescita del settore, difficilmente potranno essere riproposti nel futuro”. A pensare influiscono soprattutto i problemi di accesso al credito di giovani e stranieri, ovvero proprio quelle fasce di popolazione che nell’ultimo decennio hanno sostenuto la domanda di abitazioni, nonché ” un contesto demografico meno favorevole del passato”.

Questi fattori, secondo l’occasional paper dell’Istituto di via Nazionale, “spingono verso modelli di crescita dell’intero comparto immobiliare molto diversi dal passato”. Gli scenari futuri saranno caratterizzati dalla “crescente attenzione alle tematiche della salvaguardia del paesaggio e delle aree verdi, al miglioramento delle condizioni di sicurezza, alla riqualificazione del patrimonio abitazione esistente, al miglioramento dell’efficienza energetica”. In questo contesto il settore sta evolvendo dall’ “offerta di nuove abitazioni” per puntare all’ “offerta di servizi abitativi” fra questi ultimi rientra la maggiore disponibilità di case in affitto o anche il “social housing”.

A spingere la domanda di abitazioni negli anni Novanta erano stati – secondo l’analisi – la crescita della popolazione residente e soprattutto l’aumento del numero delle famiglie con un boom acquisti di + 75%.

A partire dal 2007 gli acquisti hanno cominciato a contrarsi e nel 2013 erano più che dimezzati determinando “l’accumulo di uno stock di abitazioni invendute” stiamato intorno a 500 mila unità nel 2012.

Tuttavia, l’inversione del ciclo immobiliare non si è riflesso subito nella dinamica delle quotazioni residenziali nominali. “Dopo essere aumentati di oltre il 60% tra la fine del 1998 e il 2006, i prezzi hanno continuato a crescere ancora fino al primo semestre 2008 e hanno sostanzialmente ristagnato fino a tutto il 2011”, osserva Bankitalia. Solo a partire dal 2012 la crisi del settore si è riflessa sui prezzi e questi hanno iniziato a calare in misura significativa nell’arco del biennio 2012-2013 accumulando una riduzione del 9,5% che al netto dell’inflazione al consumo è stata ancora più pronunciata (-20% circa) rispetto al 2007, e continua ancora oggi.

La filiera del settore immobiliare contribuisce per oltre un quinto al prodotto interno lordo; la sua rilevanza per il sistema bancario è ancora più elevata: il credito concesso alle imprese del comparto supera il 34 per cento dei finanziamenti al settore privato! Il calo delle vendite e della reddittività, superiore a quello medio del complesso delle imprese, ha fortemente aumentato la fragilità economica e finanziaria delle aziende della filiera, già caratterizzate da un livello di indebitamento più alto della media.

Di riflesso è molto cresciuta la quota di imprese con problemi nel rimborso dei prestiti, in particolare tra quelle di maggiori dimensioni e tra quelle che avevano un leverage elevato.

Il peggioramento della qualità del credito ha fortemente condizionato la concessione di nuovi finanziamenti al comparto.

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Aumento delle compravendite e prezzi in salita dal 2017, ma nessuna ripresa travolgente è alle porte

Il numero delle compravendite, già in salita nel 2014, oltrepasserà la sigla delle 500.000 unità per il prossimo biennio. Mentre i prezzi, ancora in flessione per quest’anno e il successivo, saliranno a partire del 2017.

Nonostante ciò, secondo l’osservatorio di nomisma, “nessuna crescita travolgente è alle porte, niente di paragonabile alla prepotente ascesa che ha caratterizzato gran parte dello scorso decennio.”

Sulla base dei dati rilevati su un campione di 13 città intermedie italiane, si conferma il miglioramento per il mercato residenziale, con un aumento tuttavia limitato alle transazioni. La previsione per il 2015 riguarda la prosecuzione della flessione dei prezzi, ma su ritmi meno intensi rispetto agli ultimi anni. Anche per quanto riguarda le locazioni ci sarà un miglioramento, sia per la prosecuzione della tendenza alla stabilizzazione dei canoni.

Previsione per il prossimo biennio

per il biennio 2016/2017 si stima un aumento delle compravendite che porterà ad oltrepassare la soglia delle 500.000, nulla a che vedere con i dati del periodo 2004/2007, quando le transazioni annue si attestavano oltre le 800.000 unità. La prospettiva, superata l’asceca, è quella di una stabilizzazione delle compravendite sui livelli più bassi rispetto al quelli pre-crisi.

Per quanto riguarda la quota di investimenti degli operatori stranieri, questo risulterà nettamente più esigua rispetto agli acquisti, con un saldo netto che si dovrebbe confermare sui valori del 2014, vale a dire prossimo ai 2 miliardi di euro.

 

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mutui

Allarme mutui: in arrivo regole più stringenti per l’erogazione dei prestiti per la casa

Nuove regole internazionali sui mutui preoccupano gli operatori bancari. Il comitato di Basilea sta discutendo un documento che inasprisce le condizioni per la concessione dei prestiti, penalizzando chi chiede un finanziamento per l’acquisto di una casa con un loan to value (proporzione tra prestito e valore dell’immobile) superiore al 50-60%.

Al vaglio del comitato di vigilanza interbancaria c’è un nuovo sistema di ponderazione del rischio dei mutui. l’obiettivo è quello di evitare una situazione analoga a quella accaduta con i mutui subprime negli usa, concendendo prestiti a chi è poi incapace di restituirli. per fare ciò il comitato ha pensato di introdurre di inasprire i criteri basati sulla proporzione fra prestito e valore dell’immobile (loan to value o ltv) e quello tra rate e reddito disponibile (debt service coverage o dsc). l’idea è quella di prevedere dsc più stretti per chi richiedere un mutuo con un ltvs superiore al 50-60% (che al momento arriva fino al 35%)

penalizzati sarebbero soprattutto i richiedenti di fascia media, che non hanno a disposizione un capitale iniziale tale da coprire il 40-50% del valore dell’immobile da acquistare. questi dovranno dimostrare di poter disporre di un reddito elevato, capace di coprire più di tre volte le rate del mutuo

le critiche dell’abi
la proposta non è piaciuta molto all’associazione bancaria italiana (abi) preoccupata che le nuove regole penalizzino l’erogazione di prestiti per la casa (in un momento di iniziale ripresa del settore), con un impatto negativo per tutto il comparto immobiliare. proprio per questa ragione l’abi e le altre associazioni bancarie stanno preparando una risposta al comitato di basilea, in cui con ogni probabilità si chiederà di far partire l’aggravio sul capitale soltanto quando il loan to value supera l’80%. l’esperienza statistica sui default sembra infatti confermare che il rischio di credito aumenta in modo significativo quando il rapporto tra prestito e valore dell’immobile supera tale soglia

le associazioni bancarie osservano inoltre che le ponderazioni dovrebbero essere modificate nel caso ci siano garanzie aggiuntive. senza contare che il calcolo del dsc non è sempre facile, in parte per problemi di privacy e in parte per ché il reddito a inizio mutuo non riflette il rischio dell’esposizione a lungo termine

quelle previste dal comitato di basilea sono solo alcune delle novità previste per il mercato dei mutui. Ê già stata approvata in sede europea e sarà recepita a marzo entro il 2016, la nuova direttiva,micd, mortgage credit directive, che rende più omogenee in europa le procedure e la documentazione per i mutui, al fine di favorire la trasparenza tra banche e clienti.

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Alcuni consigli per scegliere in modo intelligente dove aprire la propria attività commerciale

Quando si deve decidere dove aprire la propria attività commerciale bisogna tener presenti diversi fattori. In primo luogo, è necessario focalizzare e prendere in considerazione il tipo di attività che si vuole avviare. Per quasi ogni tipologia c’è un luogo specifico. Poi, è importante dare un’occhiata al target e optare per quelle zone dove i potenziali clienti passano o trascorrono la maggior parte del loro tempo.

Anche l’esatta posizione è importante. Aprire, ad esempio, un’attività dove si intersecano due strade può essere vantaggioso perchè una posizione di questo tipo garantisce maggiore visibilità. E’ buona anche la scelta di una zona vicina ad un passaggio pedonale o una stazione. Al contrario è meglio evitare strade molte ampie e a scorrimento veloce.

Bisogna ricordare, poi, che essere circondati dalla concorrenza non per forza è qualcosa di negativo. Quando si devono fare acquisti, infatti, si tende a prediligere quelle zona in cui è possibile trovare una vasta offerta.

Ciò che non si trova da una parte, può essere scovato dall’altra. Bene, dunque, le vie dello shopping.

Attenzione però al tipo di attivita che si vuole avviare. Per alcune, infatti, l’offerta non può che essere la medesima.

In questi casi è opportuno prediligere, magari, quartieri di nuova costruzione dove è possibile arrivare per primi.

E’ necessario infine, assicurarsi che i locali che si vanno ad affittare per la propria attività dispongono di permessi adeguati. Un aspetto talvolta sottovalutato, ma fondamentale.

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“INVESTIRE IN IMMOBILI”

Nel nostro paese c’è sempre stato il “mito” dell’invesite in immobili. Il perchè di questo modo di pensare è facile da intuire: tutte le persone che conosciamo investono o hanno investito almeno per l’acquisto della propria abitazione.

La casa è, tra le altre cose, un bene tangibile: la puoi toccare, occupa molto spazio (e quindi si nota), vi si trascorre molto tempo al riparo dalle intemperie dando quindi un senso di protezione e tranquillità (che inconsciamente si proietta nella psicologia dell’investimento) e infine riveste il ruolo di “ossessione quotidiana” dell’italiano medio.

Ma al di là di quelli che sono certi luoghi comuni, vediamo cosa significa veramente e cosa comporta il voler investire in immobili!

Visto che tutti danno una grande importanza alla casa, quando dici che hai acceso un mutuo per il suo acquisto nessuno dirà mai: “Ma sei pazzo! E se poi si deprezza, oppure un terremodo la butta a terra potresti perdere tutti i tuoi soldi..” No, non sentirai mai questi discorsi, anzi, ti diranno bravo…Così almeno alla fine di 40 anni ti rimane la casa di proprietà.

La prima cosa che devi tenere in considerazione tra l’acquisto di una casa e l’inversimento su un immobile è la destinazione del suo uso: se acquisti una casa vuol dire che ci vai a vivere in prima persona, mentre se investi in un immobile vuol dire che non hai nessuna intenzione di andarci ad abitare.

…Potrebbe sembrare una cosa “scontata” ma non lo è! Nel caso di acquisto i tuoi soldi rimarrano vincolati a vita, cioè, se hai un mutuo per 30 anni da € 1.000 al mese per tutti e 30 gli anni quei soldi non li potrai utilizzare in nessun modo.

Certo, a questo punto spunta la solita risposta sugli affitti (“in ogni caso dovrei spendere i soldi per andare in affitto!”), ma ti voglio far notare una cosa: quando compri casa che tipo di caratteristiche cerchi? Se ti sei appena sposato la prendi da 2 vani, o punti direttamente du un 4 o 5 vani?

Molto probabilmente ti dirigerai su un 4 vani, perchè pensi che prima o poi la famiglia si allargherà. Quindi ti devi caricare sopra le spalle un mutuo molto più oneroso rispetto a quello che in quel dato momento, in realtà, ti occorrerebbe.

Ti faccio adesso una comparazione di rendimento su due differenti modi di acquistare la propria casa. Quando una coppia di persone appena sposata compra casa, prende un 4 o 5 vani, mentre se la affitta può andare tranquillamente in un bilocale (almeno fin quando non ha un figlio di 4 anni che incomincia a necessitare di una camera per sè).

L’affitto di un bilocale (nella stessa zona della casa che abbiamo preso in considerazione) costa all’incirca € 500 o addirittura meno. Se moltiplichi i soldi risparmiati per tutti il tempo in cui non ti serve un terzo vano (dai 5 ai 10 anni a volte), hai messo da parte fra i €30.000 e i € 60.000 (e nulla ti vieta di investire questi soldi e guadagnarci).

Passiamo ora al caso di chi specula sugli immobili al solo fine di guadagnare e non  di andarci a vivere. Come fa la gente a investire in immobili e guadagnarci?

Partendo dal presupposto che tu non sei un costruttore, gli unici metodi validi per guadagnare con gli immobili sono di comprarli in un asta fallimentare o a stralcio per poi rivenderli in un periodo di boom di richieste. Oppure comprare un immobile da ristrutturare in un periodo di crisi del settore, ristrutturarlo e poi rivenderlo in un periodo buono.

Morale della favola: negli immobili si può guadagnare solo se sai valutare BENE i momenti migliori per acquistare e per rivendere. Tutti gli altri perdono tempo e soldi.

 

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Comprare CASA – regole e consigli

Comprare casa resta una tappa della vita, un obbiettivo per molti giovani e l’indipendenza per i single.

La crescita costante dei prezzi sugli immobili e dei conseguenti mutui però, scoraggia spesso a fare questo passo. Di certo acquistare una casa resta un investimento, a dispetto dei soldi che si spendono per gli affitti che sono diventati a dismisura. Questo anche perchè sono sprovvisti di una regolamentazione o un’impostazione statale che ne blocchi il massimo annuo in base anche ai metri quadrati, quindi oltre a pagare mensilmente quanto una possibile rata del mutuo, c’è la beffa che non siamo nemmeno padroni di casa e mai lo saremo. Cercare quindi “la casa perfetta” diventa quasi un compito a casa: proviamo allora a determinare dei punti fondamentali da tenere a mente per l’acquisto dell’immobile e per evitare specchietti per le allodole.

– SCEGLIERE LA ZONA

Assodato che le città sono diventate ormai invivibili sia sul piano monetario che sulla qualità della vita, conviene puntare alle periferie, alle zone limitrofe al luogo di lavoro o comunque restare alle porte della città, magari in mezzo al verde. Da considerare certamente come cardine della ricerca della casa sono:

1) la vicinanza ai mezzi di trasporto pubblici,

2) la distanza di supermercati, centri commerciali e negozi di prima necessità.

E per le giovani coppie, oltre alle cose menzionate, c’è da prendere in considerazione la distanza della casa rispetto a scuole o giardinetti pubblici per una futura prole.

-SCEGLIERE IL TIPO DI CASA

“Quella di seconda mano”

I primi consigli pratici validi per le case già costruite e vecchie magari di qualche anno è :

-verificare l’esposizione della casa rispetto al sole, alla luce che potrebbe avere durante la giornata;
-considerate lo stato degli impianti idraulici, di riscaldamento, quelli elettrici ed eventuali attacchi per l’antenna tv, degli infissi, dei pavimenti e dei sanitari – che consigliamo di cambiare comunque sempre – e alla condizione dello stabile in generale.
Questo per evitare spese consistenti subito dopo l’acquisto di casa.
A questo punto bisogna sommare le spese per eventuali lavori di ampliamento o disposizione delle stanze.
Leggete il regolamento condominiale e informatevi sulle spese annue e sulle straordinarie eventualmente da pagare l’anno stesso.
Fatevi dare la planimetria per controllare in Comune com’è stata registrata al Catasto e se corrisponde alla metratura. Verificate anche eventuali carichi pendenti sull’immobile.
Per acquistare un usato sono davvero tante le cose da prendere in considerazione per non “incappare in fregature”
“Quelle nuove”
Per quelle nuove bisogna invece tener conto di ponderare bene le parole che vi dicono, fatevi sempre dare più informazioni possibili e poi verificatele.
-cosa di primaria importanza sono i metri quadri, che devono corrispondere alle planimetrie che vi vengono fornite.
-verificare dal capitolato i materiali usati per costruire l’immobile, riguarda anche le piastrelle, sanitari ecc.
-altro promemoria : andare spesso in cantiere – quando è permesso – per rendersi conto passo dopo passo dei progetti della casa in costruzione.

– il vantaggio delle case in costruzione è che, rispetto al capitolato, si possono chiedere delle mofifiche comprese nel prezzo: come piastrelle, box doccia e sanitari, piuttosto che porte e quant’altro. Il rovescio della medaglia è che se si scelgono materiali extra-capitolato, bisogna tener conto dei costi a parte.“TIPOLOGIE DI ABITAZIONE”“Il loft” : questo tipo di appartamento nasce in America. La sua particolarità è l’ambiente unico, niente porte e pareti che separano gli ambienti. Adatto sicuramente a single e non a coppie, in genere ha costi elevati vista la posizione di solito molto centrale.”monolocali, bilocali etc.”: ovviamente sono appartamenti che partono da uno a più ambienti.Generalmente il monolocale ha un soggiorno con cucina a vista e un bagno. Ma si possono trovare anche con camera da letto separata e balconi.Per altre tipologie di appartamento citate nel titolo vale la nomenclatura della parola stessa.”case in corte”: un tempo erano quelle di cascina, con cortile dove gli inquilini del condominio  diventavano “una famiglia” data la disposizione degli appartamenti e gli ambienti comuni. Oggi la corte piace molto e questo ha spinto gli architetti a costruirne di nuove, oltre a ristrutturare quelle di un tempo.E’ composta da pochi bilocali / monolocali, spesso privi di spese condominiali, e possibilità di avere all’interno camini e autorimesse._____________________________________________________________________________________________________________

CERCHIAMO APPARTAMENTI DA AFFITTARE

Ti aiutiamo a trovare il giusto affittuario, seguiamo con professionalità tutte le pratiche di burocrazia, tra cui il contratto d’affitto, la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate e tutti gli altri adempimenti.

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Riscaldamento, 10 consigli per risparmiare sulla spesa energetica

le bollette sono troppo salate? stare al caldo senza dover prosciugare il portafoglio sembra un sogno irraggiungibile? attenzione, perché ridurre la spesa energetica legata all’uso dell’impianto di riscaldamento è possibile. non bisogna poi dimenticare che il risparmio energetico permette anche di ridurre le emissioni di co2 e altri gas nocivi nell’atmosfera. honeywell environmental control offre 10 utili consigli :

1 – verificare che la temperatura sia corretta in ogni stanza: la temperatura di casa non deve superare i 19-21 gradi e quella in camera da letto non deve eccedere i 18-20 gradi. per verificare la temperatura delle diverse stanze è opportuno dotarsi di strumenti che permettano di gestire singolarmente ogni ambiente della casa e di controllare sia la programmazione sia la temperatura stanza per stanza.

2 – non accontentarsi delle valvole termostatiche semplici: questo vuol dire munirsi di modelli avanzati di tipo elettronico che consentono di ottenere una certa temperatura a una data ora, adattando così il riscaldamento al proprio stile di vita.

3 – rendere la tecnologia un valido alleato in materia di risparmio: in questo senso, è bene utilizzare i sistemi esistenti sul mercato che permettono il controllo del riscaldamento dallo smartphone, come le app ad esempio.

4 – pagare solo per quello che si consuma: bisogna sapere che sul mercato esistono dei sistemi (ora tra l’altro obbligatori) che misurano l’effettivo consumo energetico anche in presenza di impianti centralizzati.

5 – eliminare gli spifferi: circa il 75% del calore prodotto nell’ambiente domestico viene disperso da muri, porte, finestre e tetti non correttamente isolati. bisogna, dunque, evitare tutte quelle situazioni che rischiano di far disperdere calore .

6 – impostare orari intelligenti di accensione del riscaldamento nell’arco della giornata: in caso di riscaldamento autonomo è necessario regolare in modo adeguato la temperatura nel diverso arco della giornata

7 – non essere avari sulla manutenzione: effettuare almeno una volta l’anno la pulizia e il controllo dei sistemi di riscaldamento. una caldaia non efficiente aumenta il consumo del gas anche del 30%

8 – d’inverno, anche in casa, indossare sempre un maglione: in questo modo anche una temperatura di 20 gradi sarà più che gradevole.

9 – non utilizzare stufe elettriche: a parità di calore generato, una stufa elettrica consuma più del doppio dell’energia richiesta da un normale impianto di riscaldamento.

10 – non utilizzare i copritermosifoni: copritermosifoni o mobiletti fanno da barriera e impediscono al calore di diffondersi. i termosifoni devono essere lasciati liberi.

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Finalmente buone notizie per il mercato immobiliare

Dopo diversi anni di tristi campane a lutto finalmente arrivano buone notizie per il mercato immobiliare italiano. A darle è stata l’Agenzia delle Entrate che ha ufficializzato l’inversione di tendenza rispetto agli utlimi sette anni; secondo il periodico osservatorio che viene stilato sullo stato del mercato immobiliare, nel 2014 sono aumentate, in maniera netta, le compravendite di case che hanno fatto registrare un incoraggiante +1,8% nel corso dell’ anno.

Se si concentra lo sguardo non su tutti e dodici i mesi, ma solo sul periodo compreso fra il 1 ottobre ed il 31 dicembre 2014, l’incremento registrato è stato addirittura pari al 5,5%. Aumentano, di quasi il 13% (12,7% per chi ama la precisione anche gli acquisti di abitazioni legate alla concessione di un mutuo ipotecario, finanziamenti per i quali, però, si riduce l’erogato medio.

Sempre secondol’analisi dell’Agenzia delle Entrate, se è vero che hanno fatto ricorso ad un mutuo oltre il 40% degli acquirenti di immobili comprati nel 2014, la cifra media che le banche hanno concesso loro è stata pari a 119.000 euro, vale a dire circa 3.000 euro in meno di quanto non fosse stato accordato ai richiedenti che avevanopresentato domanda di mutuo nel 2013. Grazie anche alla riduzione dei tassi di interesse applicati ai mutui, che nel 2014 sono stati mediamente pari al 3,4%, chi ha sottoscritto un mutuo nel corso dell’ultimo anno ha avuto una prima rata decisamente inferiore a chi ha chiuso il contratto nel 2013; 631 € quest’anno, il 7% in più lo scorso. Sostanzialmente stabile, in ultimo, la durata media dei mutui degli italiani che continua ad essere pari a 22 anni.

 

cellulare

Ecco come i trentenni cambieranno il mercato immobiliare

Oggi parliamo dei cosiddetti “millenials”: conosciuti come Generazione Y o anche come Net Generation sono i figli del nuovo millennio. Nati tra gli anni ottanta e i primi anni zero, chiaramente nel mondo occidentale, sono definiti dai sociologi come la generazione che più ha, finora, mostrato un’attitudine alla comunicazione e una familiarità d’uso degli strumenti digitali di nuova generazione. Ma cosa c’entrano questi soggetti con il mercato immobiliare? Secondo alcuni studi, saranno loro a cambiare, nel profondo, il mercato immobiliare occidentale.

Nuovi acquirenti, nuovi strumenti di comunicazione per l’agente immobiliare

Se a livello nazionale le generazioni più giovani sono tra le più penalizzate – soprattutto per ciò che concerne l’accesso al credito e, quindi, l’acquisto della propria casa – non tutto il mondo occidentale si trova nelle stesse condizioni: in molte nazioni il potere d’acquisto dei più giovani e, soprattutto, la loro volontà di acquistare casa, superano quelle delle generazioni precedenti.

Innanzitutto, il grosso della partita si giocherà… al cellulare. Secondo alcuni studi, negli Stati Uniti più del 50% dei millenials cerca casa al cellulare e, tra di questi, il 26% arriva a comprare proprio l’immobile che ha selezionato via mobile.

Il cellulare, però, è uno strumento che i millenials usano in maniera peculiare: tanto importante per navigare e comunicare, è usato sempre meno per le tradizionali telefonate.

 

Euro Houses

Mutui, mai così bene dal 2008

Il sole torna a splendere sul mercato dei prestiti per acquistare casa e non è mai stato così raggiante dal lontano 2008. Secondo quanto rilevato dal Crif nel suo osservatorio periodico sul mercato dei mutui, a febbraio 2015 si è registrato un vero e proprio boom delle richieste e il termine, spesso abusato tanto in positivo quanto in negativo, questa volta è decisamente corretto visto che l’indice segna un impressionante + 38,7% rispetto allo stesso periodo del 2014.

Se come detto l’incremento delle domande è il più alto registrato negli ultimi 7 anni, in livello assoluto il numero delle richieste si è riportato al livello del 2011, anno precedente al drammatico crollo avvenuto nel 2012. A mettere le ali al settore ha contribuito senza dubbio anche la ripresa di interesse nei confronti delle surroghe che, dal momento in cui i tassi di interesse sono scesi ai livelli attuali, sono tornate ad essere un’alternativa importante per il risparmio degli italiani.

A ricorrere alla surroga sono stati anche molti mutuatari che in un primo momento avevano optato per il tasso fisso e che, passando oggi ad una nuova tipologia di finanziamento, si trovano a risparmiare decine di migliaia di euro di interessi.

Altro fattore di ripresa è la maggiore consapevolezza che i consumatori hanno acquisito in merito alle dinamiche del mercato immobiliare e dei mutui. Chi si presenta in banca oggi lo fa con richieste più realistiche e se cinque anni fa la richiesta media era, sempre secondo i dati del Crif, pari a 141.000 euro, a febbraio 2015 è scesa a 124.000 euro da restituire in tempi piuttosto lunghi, oltre il 45% delle richieste è legato a finanziamenti ventennali.

Agevolazioni prima casa –  addio se non è dimostrata la residenza

con la sentenza n. 2181 del 6 febbraio 2015, la cassazione ha stabilito che il contribuente non ha diritto alle agevolazioni sull’acquisto della prima casa se, pur avendo fatto istanza di trasferimento di residenza, non l’ha ottenuta dal comune, a seguito di un controllo negativo della polizia urbana, a nulla rilevando la presentazione di una seconda domanda. Il fatto fa riferimento ad alcuni contribuenti che hanno acquistato un appartamento e nello stesso giorno hanno presentato domanda di iscrizione anagrafica nel comune in cui era sito l’immobile. al relativo controllo l’organo accertatore ha stilato rapporto negativo, così il mese successivo i contribuenti hanno ripresentato la domanda, questa volta accertata positivamente.

ritenendo venuto meno il beneficio fiscale, l’amministrazione finanziaria ha revocato i benefici “prima casa”, recuperando le maggiori imposte dovute. il ricorso proposto dal contribuente è stato accolto dalla commissione tributaria provinciale.
In appello il giudice del riesame ha affermato che la seconda domanda non configurava una nuova e ulteriore dichiarazione di residenza, bensì una sostanziale precisazione della prima, per cui i contribuenti dovevano considerarsi residenti nel comune alla data di acquisto dell’immobile, ai sensi dell’articolo 18, comma 2, del dpr 223/1989, come previsto dall’articolo 1, comma 4, e nota ii-bis), della tariffa, parte prima, allegata al dpr 131/1986 che, all’epoca dei fatti, subordinava l’agevolazione alla circostanza che il contribuente, al momento dell’acquisto, fosse residente nel comune ove era ubicata la prima casa.
nel ricorso per cassazione l’ente impositore ha denunciato la violazione di legge per la ragione contraria, avendo errato la commissione regionale nel ritenere che la seconda domanda di trasferimento di residenza potesse costituire “precisazione e reiterazione” della prima.
La suprema corte ha accolto il ricorso dell’ente impositore, osservando che, in materia di imposta di registro, l’operatività dell’aliquota agevolata per l’acquisto della prima casa prevede, quale necessario presupposto, che l’acquirente abbia la propria residenza nel comune ove è ubicato l’immobile.In merito alla determinazione della residenza, il dato anagrafico prevale sulle risultanze fattuali in base al principio della unicità del procedimento amministrativo inteso al mutamento della iscrizione anagrafica, sancito dall’articolo 18, comma 2, dpr 223/1989 che, nel ritenere (ovviamente attraverso un finzione di valenza giuridica) cronologicamente saldate la cancellazione della precedente iscrizione e quella poi effettuata dal comune di nuova destinazione, stabilisce che la decorrenza è quella della dichiarazione di trasferimento resa dall’interessato nel comune di nuova residenza, di conseguenza, il contribuente decade dal diritto di beneficiare delle agevolazioni nel caso in cui ha reso la dichiarazione di trasferimento nel comune di nuova residenza successivamente alla stipula dell’atto di compravendita dell’immobile.
Nella sentenza è scritto che “nella specie deve ritenersi integrata l’ipotesi predetta non potendosi intendere la seconda domanda di trasferimento di residenza, intervenuta dopo la stipula dell’atto di compravendita, come precisazione e reiterazione della prima”. Nel caso concreto, il primo procedimento di trasferimento della residenza è iniziato il giorno stesso dell’acquisto (30 ottobre 1993), ma si è concluso negativamente; ed è per questo motivo che il contribuente ha iniziato il secondo procedimento grazie al quale ha ottenuto la cancellazione dal comune di origine, ma solo alla data del 1° dicembre 1993. questo vuol dire che, al momento dell’acquisto della “prima casa” (30 ottobre 1993), la condizione del trasferimento della residenza “non era stata ancora posta in essere e il contribuente non aveva pertanto diritto allìagevolazione”.

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Surroga mutuo, ecco quanto è possibile risparmiare

i primi mesi del 2015 stanno facendo registrare un boom per i mutui di surroga, che arrivano al 60% delle erogazioni totali. secondo un’analisi effettuata da mutuionline.it, l’eccezionalità dei tassi d’interesse ora disponibili rende interessante la surroga non solo per i mutui accesi in anni recenti, ma anche per finanziamenti partiti oltre dieci anni fa, con risparmi complessivi particolarmente rilevanti per il bilancio di una famiglia media

la surroga offre la possibilità per molte famiglie di garantirsi un risparmio medio dai 2 ai 3mila euro all’anno sul proprio mutuo, questo con una rata mensile anche sensibilmente più bassa e la possibilità di accorciare la durata residua del mutuo rispetto a quella originaria

Attualmente si calcola che vi siano almeno un milione di mutui a tasso fisso ancora in essere, accesi in anni più o meno lontani, “ovviamente non tutti potrebbero essere sostituiti, ma di certo è presente una quota non piccola che potrebbe godere dei risparmi calcolati, ciò porta a stimare un possibile risparmio complessivo dai 3 ai 4 miliardi di euro ogni 100mila mutui sostituiti tramite le surroghe”

Sondaggio bankitalia: prezzi case ancora in discesa, ma aumentano le compravendite. positive le attese.

migliorano le prospettive del mercato immobiliare, in un quadro generale improntato all’ottimismo o comunque a una diminuzione del sentiment negativo. è ciò che emerge dal consueto sondaggio congiunturale di bankitalia relativo al 4° trimestre dell’anno, che ha evidenziato come nel periodo in analisi siano aumentate le compravendite, a fronte però di un’ulteriore discesa dei prezzi

prezzi e compravendite
secondo il sondaggio condotto da bankitalia in collaborazione con tecnobnorsa e agenzia del territorio, la percentuale degli agenti immobiliari che segnalano un calo dei prezzi è salita a 67,6% rispetto al 66% del terzo trimestre, mentre la quota di agenti che hanno venduto almeno un’abitazione nel quarto trimestre del 2014 è salita al 70,0 per cento. anche i giudizi relativi alle condizioni della domanda sono risultati meno sfavorevoli: il saldo negativo tra gli agenti che riportano un aumento oppure una diminuzione dei potenziali acquirenti si è ridimensionato a -16,2% punti percentuali da-22,7 delle precendente rivelazione

in lieve aumento (dal 40,2% al 40,8%) la percentuale delle compravendite che si chiudono con un ribasso, fra il 10 e il 20%, tra il prezzo pagato dall’acquirente rispetto a quello richiesto dal venditore. più deciso l’aumento (da 23,3 a 26,0) delle compravendite che si chiudono con un ribasso fra il 20 e il 30% fra il prezzo pagato dall’acquirente e quello richiesto dal venditore

locazioni
mentre è rimasta pressoché invariata la quota di agenti che ha dichiarato di aver locato almeno un immobile nel quarto trimestre del 2014 (81,1% rispetto all’80,7), aumentano le agenzie che hanno segnalato una diminuzione dei canoni di locazione (a 53,2% rispetto al 52,6% dell’indagine di ottobre), mentre è cresciuta l’incidenza delle agenzie che si aspettano una stabilità dei canoni nel trimestre in corso (a 66,2% rispetto al 61,8 della precedente rivelazione). il margine medio di sconto sui canoni rispetto alle richieste iniziali del locatori si è confermato intorno al 7,5 per cento

mutui ipotecari
in leggero aumento la quota di acquisti finanziati con un mutuo ipotecario ( dal 59,9 al 60,7) ed è aumentato anche il rapporto tra prestito e valore dell’immobile (dal 59,3 al 61,1)

prospettive di miglioramento
per quanto riguarda le prospettive future, “si è attenuato il pessimismo degli operatori sulle prospettive a breve termine del proprio mercato  a fronte di giudizi meno sfavorevoli sulle tendenze dei prezzi e della domanda. in un orizzonte di medio termine (due anni), il quadro è più positivo, con attese di miglioramento delle prospettive del mercato nazionale in deciso rialzo a fronte di un ridimensionamento dell’incidenza di quelle di peggioramento; il risultato è diffuso in tutte le ripartizioni geografiche”

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Tutto ciò che devi sapere prima di richiedere un mutuo

i bassi tassi di interesse e la rinnovata propensione delle banche ad aprire i rubinetti del credito stanno rendendo la vita più facile agli aspiranti mutuatari. nonostante ciò, spesso le offerte pubblicizzate agli sportelli non corrispondono all’effettivo costo del prestito. ecco alcune questioni importanti che deve considerare chiunque voglia richiedere un finanziamento.

  • mutuo, i costi accessori – quando si accende un mutuo ci sono alcuni costi che sono indipendenti dalla banca e devono essere considerati a priori. si tratta dell’imposta sostituitiva dello 0,25% e della parcella notarile, a cui si aggiungono anche le spese di istruttoria e la perizia. a questi costi abbastanza palesi, se ne possono aggiungere altri legati, ad esempio, all’accensione di un conto corrente
  • mutuo, polizza incendio obbligatoria e polizza vita- quando si accende un mutuo ci sono dei costi legati alla polizza incendio e scoppia obbligatoria. ma l’istituto di credito può anche richiedere assicurazioni aggiuntive, come la polizza vita e quella sulla disoccupazione, che non si ha l’obbligo di accenderle, né tantomeno di farlo nell’istituto dove si contratta il mutuo. è quindi importante sapere bene a cosa servono tali polizze e se effettivamente è possibile stipularle altrove
  • calcolo solvibilità mutuo – perché un mutuo sia solvibile, o meglio lo sia l’aspirante mutuatario, è necessario che si rispettino tre condizioni: un reddito sicuro possibilmente derivante da un contratto a tempo indeterminato, una rata che corrisponda a non più del 30% del reddito, un importo del prestito non superiore all’80% del valore della casa. a questo proposito è importante considerare che lo spread che la banca applica al mutuo è legato anche alla percentuale di prestito richiesta, tra il 50% e l’80% ci possono essere anche quattro-cinque decimi di differenza. infine, bisogna ricordare che la percentuale del finanziamento non è calcolata sul prezzo pagato dal cliente, ma sul valore di perizia stabilito dalla banca
  • mutuo, meglio il tasso fisso o il variabile- in questo momento di mercato è il grande dilemma. tanto l’euribor che l’eurirs i due indicatori legati ai finanziamenti a tasso variabile e fisso sono ai minimi storici, la scelta non facile e può dipendere anche dal profilo di rischio del cliente
  • mutuo indicizzato all’euribor, i rischi – prima di scegliere il tasso variabile bisogna essere ben coscienti che un semplice aumento di un punto comporta una rata anche notevolmente più cara. se, ad esempio, si inizia con un interesse del 2% e il costo del denaro dopo un anno sale di un punto, la quota di interessi aumenta del 50%
  • surrogare un mutuo non è sempre conveniente o possibile- in questi mesi è boom della surroga, ovvero il trasferimento di un mutuo in corso presso un altro istituto di credito. l’operazione è conveniente per qualsiasi mutuo acceso a tasso fisso negli scorsi anni, mentre per i variabili è conveniente solo per quelli con spread superiori al 2,5%. però non è detto che la nuova banca accetti la richiesta di surroga, anzi il tasso di rifiuto è  più alto rispetto ai finanziamenti stipulati ex novo. l’istituto surrogante inoltre affronta dei costi e accetta un nuovo cliente solo se è sicuro della sua fedeltà nel tempo.

Buy new house

Plafond casa, cdp rende più facile e conveniente l’accesso ai mutui

L’accesso ai mutui del plafond casa 2015 diventa più facile e conveniente. la cdp che gestisce il fondo ha infatti deciso di riconoscere agli istituti bancari condizioni di provvista maggiormente favorevoli a quelle attuali, beneficio che verrà trasferito ai contraenti privati

plafond 2015
nel corso del consiglio di amministrazioni della cassa depositi e prestiti sono infatti state approvatte delle nuove misure per rende ancora più conveniente l’accesso ai mutui per l’acquisto della prima casa. il planfond sarà infatti collegato al “fondo per la concessione di garanzie sui mutui ipotecari o sui portafogli di mutui ipotecari”, in questo modo verrà tagliato ulteriormente il costo degli interessi sui mutui casa delle famiglie

plafond casa, requisiti
il plafond casa è uno strumento da due miliardi di euro finalizzato all’erogazione di mutui alle persone fisiche per l’acquisto di immobili ad uso abitativo, preferibilmente di classe energetica a,b e c o  per interventi di ristrutturazione con accrescimento dell’efficienza energetica. si tratta di finanziamenti tanto a tasso variabile che fisso e i finanziamenti potranno arrivare fino al 100% del valore dell’immobile

avranno proriorità di accesso al credito le giovani coppie, nuclei familgiari monogenitoriali con figli minori, conduttori di alloggi di proprietà degli istituti, conduttori di alloggi di proprietà degli istituti autonomi per le case popolari e giovani di età inferiore al trentacinque anni titolari di un rapporto di lavoro atipico.

impara dagli errori

E’ il momento giusto per comprare casa…ma attenzione a non commettere questi 8 errori

Tassi sui mutui ai minimi e prezzi degli immobili ancora in calo, potrebbero essere la combinazione perfetta per chi vuol acquistare una casa. Trattandosi di una delle scelte più importanti che si compiono nel corso di una vita, è fondamentale, però, non lasciarsi prendere da facili entusiasmi e fare attenzione a non commettere otto errori che potrebbero costare caro.

  1. la tempestica è tutto- è vero che i tassi sui mutui sono oggi ai minimi, il variabile sotto al 2% e il fisso intorno al 3%. ma è anche vero che potrebbero abbassarsi ulteriormente.
  2. attenzione alle spese accessorie– spesso la compravendita è un’azione di tal portata che si perdono di vista particolari importanti, come appunto le spese accessorie, che invece possono avere un peso anche considerevole. nel caso, ad esempio, che si compri un appartamento in un condominio, l’assemblea potrebbe avevr approvato delle spese che il nuovo acquirente dovrà affrontare.
  3. peso delle imposte- al costo finale bisogna aggiungere sempre un 10% di costi aggiuntivi legati alle imposte catastali, di registro o all’iva. anche in questo caso, è meglio eccedere nei calcoli.
  4. eventuali ristrutturazioni- comprare un immobile di seconda mano, anche se implica un risparmio anche notevole rispetto ad una casa nuova, può nascondere insidie legati allo stato di usura degli impianti. il sistema elettrico, l’idraulico o l’impianto di riscaldamento potrebbero avere bisogno di lavori di ristrutturazione che contribuiscono a gonfiare le spese del compratore. è quindi importante verificare bene lo stato dell’immobile
  5. non rincorrere sconti eccessivi- la trattativa sul prezzo può portare a sconti imporanti, nell’ordine del 10-15% rispetto al prezzo iniziale. non bisogna però tirare troppo la corda per evitare di perdere l’affare, soprattutto nel caso in cui la casa sia stata appena messa sul mercato e ci siano altri potenziali acquirenti interessati
  6. attenzione al peso del mutuo- se per comprare casa è necessario acquistare un mutuo è importante valutare bene la scelta più opportuna tra fisso e variabile. non solo, bisogna comunque considerare quali potrebbero essere gli scenari futuri ed avere sempre a disposizione delle risorse finanziarie nel caso di improvvisi rialzi dei tassi di interesse o di periodi di difficoltà economiche
  7. le polizze sui finanziamenti- accanto alla rata del mutuo, spesso vengono proposte delle polizze. attenzione perché queste non sono obbligatorie, il loro costo può ascendere anche a diverse migliaia di euro e nel caso di rottamazione del mutuo vanno ristipulate e pagate da capo
  8. non considerare gli sgravi- se si acquista una casa da adibire ad abitazione principale si potrà usufruire di agevolazioni fiscali. detrazioni irpef sono previste anche sugli interessi passivi dei mutui, specialmete nei primi anni quando la quota interessi è più alta rispetto alla quota capitale

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I prestiti per la ristrutturazione della casa sono i più richiesti dagli italiani

con quasi il 35% delle erogazioni, i prestiti per la ristrutturazione della casa sono i più richiesti dagli italiani. a renderlo noto l’osservatorio di prestitionline.it, gruppo mutuionline. se nel 2013 si parlava del 32% e nel 2014 del 31%, nel 2015 – grazie anche alla proroga dei bonus fiscali del 50% e del 65% – la percentuale è aumentata

se i prestiti per i lavori in casa sono i più richiesti, al secondo posto troviamo quelli per l’acquisto di un’auto usata (25%). non mancano, poi, i finanziamenti richiesti per l’arredamento. in questo caso il dato è pari al 13,3%

l’osservatorio prestitionline, analizzando i dati relativi al primo mese del 2015, ha evidenziato che nel solo mese di gennaio, nei tre comparti più richiesti tra i finanziamenti – ovvero ristrutturazione casa, acquisto auto a chilometro zero e auto usate – si è registrato un incremento delle erogazioni del 5,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente

secondo quanto rilevato dall’osservatorio prestitionline, non c’è stato solo un aumento delle richieste, ma anche degli stessi importi erogati: in media 12.298 euro contro gli 11.717 del gennaio 2014, con una crescita del +5%.

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I requisiti per usufruire delle agevolazioni prima casa:

chi acquista una casa da adibire ad abitazione principale può usufruire di agevolazioni, sempre e quando, rispetti alcuni requisiti. vediamo quali:

dall’entrata in vigore del decreto sulle semplificazioni fiscali (decreto legislativo del 21 novembre 2014, n175) si può usufruire di agevolazioni catastali quando l’abitazione non è di categoria catastale a1 (abitazioni di tipo signorile), a8 (abitazioni in ville) o a9 ( castelli e palazzi di eminente pregio artistico e storico)

ubicazione dell’immobile
per poter godere delle agevolazioni l’immobile deve essere ubicato nel territorio del comune in cui l’aquirente ha o stabilisca, entro 18 mesi dall’acquisto, la propria residenza. la dichiarazione di voler stabilire nel comune suddetto la residenza deve avvenire nell’atto di acquisto. il cambio di residenza si considera avvenuto nella data in cui l’interssato rende al comune la dichiarazione di trasferimento

  • nel terrtorio del comune dove l’acquirente svolge la propria attività (anche quella svolta senza renumerazione)
  • se l’acquirente è un cittadino italiano
  • se il proprietario si trasferisce all’estero per ragioni di lavoro, nel territorio del comune in cui ha sede o esercita l’attivià il soggetto da cui dipende
  • emigrato all’estero, nell’intero territorio nazionale purché l’immobile sia acquistato come  “prima casa” sul territorio italiano. la certificazione di residenza all’estero può essere certificata tramite l’iscrizione all’aire o da autocertificazione resa nell’atto di acquisto

agevolazioni prima casa forze dell’ordine
per il personale delle forze armate e delle forze di polizia non è richiesta la condizione della residenza nel comune di ubicazione dell’immobile acquistato con le agevolazioni prima casa

dichiarazione per usufruire delle agevolazioni prima casa
per richiedere i benefici fisclai, inoltre, nell’atto di acquisto il compratore deve dichiarare

  • di non essere proprietario, esclusivo o in comunione con il coniuge, di diritti di proprietà, usufrutto, uso o abitazione, su altra casa nel territorio del comune dove si trova l’immobile oggetto dell’acquisto agevolato
  • di non essere titolare su tutto il territorio nazionale- neppure per quote o in comunione legale- di diritti di proprietà, uso, usufrutto, abitazione o nuda proprietà, su altro immobile acquistato, anche dal coniuge, usufruendo delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa

se nell’atto di compravendita, si è omesso tale dichiarazione, si può rimediare attraverso uno specifico atto integrativo, redatto secondo le formule giuridiche del precedente, in cui dichiara la sussistenza dei presupposti soggettivi e oggettivi per usufruire delle agevolazioni fiscali

agevolazioni prima casa pertinenze
i benefici per l’acquisto della prima casa, spettano anche nel caso di acquisto di pertinenze  (classificate o classificabili nelle categorie c/2, c/6 e c/7) dell’abitazione principale, anche nel caso in cui siano acquistate con atto separato

le agevolazioni sono fruibili limitatamente a una pertinenza per categoria catastale e devono essere destinate in modo durevole a servizio e ornamento dell’abitazione principale.

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Rent to buy, arriva il contratto tipo e il decalogo del notariato

dopo l’entrata in vigore del decreto sblocca italia e in attesa dei chiarimenti fiscali delle entrate, il consiglio nazionale del notariato ha pubblicato un utile decalogo per chiarire tutti i dubbi dei cittadini sul rent to buy. dai vantaggi e svantaggi per acquirente e venditore fino alle tutele previste dalla legge. oltre al vademecum, è disponibile uno dei possibili schemi contrattuali

1. cos’è il contratto di rent to buy?
è un nuovo tipo di contratto in cui si fondono un contratto di locazione e un preliminare di vendita di un immobile. significa che il proprietario consegna fin da subito l’immobile al conduttore-futuro acquirente, il quale paga il canone; dopo un certo periodo di tempo il conduttore può decidere se acquistare il bene, detraendo dal prezzo una parte dei canoni pagati

esempio: si consideri la vendita di un appartamento per il prezzo di 100.000 euro. il canone mensile è convenuto in 1.000 euro mensili. una parte di questo prezzo, ad esempio 500 euro, viene dato per il godimento del bene, come se fosse un normale affitto. e questa parte si “perde”, proprio come in una normale locazione. il residuo, cioè i 500 euro mancanti, si imputano al prezzo (cioè sono come un acconto sul prezzo di vendita), per cui hanno come effetto quello di ridurre il prezzo finale di vendita. se dopo 5 anni il conduttore deciderà di acquistare il bene non dovrà pagare 100.000 euro, ma 70.000 euro, perché 30.000 sono già stati pagati con parte dei canoni

2. il conduttore è obbligato a comprare la casa dopo il periodo di “affitto”? entro quale termine potrà decidere di acquistarla?
no, la legge prevede che il conduttore abbia la facoltà ad acquistare il bene, ma non un obbligo.
ovviamente le parti possono concordare che il conduttore sia obbligato ad acquistare, ma allora il contratto è diverso dal rent to buy.
il termine entro il quale il conduttore potrà decidere di acquistare la casa è stabilito dalle parti, entro i dieci anni

3. quali sono i vantaggi e i rischi per chi vende?
il vantaggio principale è la possibilità di trovare un numero più elevato di potenziali acquirenti.
il rischio è che il conduttore decida di non comprare la casa. in tal caso, però, il proprietario può trattenere tutto o parte di quanto è stato pagato (e sarà una somma maggiore rispetto ad un normale canone di locazione). l’altro rischio è quello di trovarsi l’immobile occupato dal conduttore divenuto inadempiente e di dover fare ricorso al giudice per liberare il bene e venderlo ad altri

4. il proprietario, in caso di mancato acquisto o di mancato pagamento dei canoni dovrà intraprendere un procedimento di sfratto, con tutto quello che comporta in termini di tempo e di costi?

la procedura non è quella di sfratto, ma di rilascio del bene: molto più breve e meno costosa; ma il tempo di rilascio del bene dipende dai singoli tribunali.
per poter seguire questa procedura sarà necessario prevedere apposite clausole nell’atto di rent to buy: il notaio saprà dare adeguati consigli

5. ci sono altre tutele che il venditore deve adottare?

e’ opportuno che il canone sia più elevato rispetto ad un normale canone di locazione e che la parte dei canoni che il proprietario potrà trattenere nel caso in cui non si arrivi alla vendita siano concordati in modo che il proprietario venga adeguatamente indennizzato per la mancata conclusione di altri affari. ciò indica anche la serietà dell’impegno del conduttore all’acquisto del bene

6. il conduttore è tutelato?

si. la legge prevede la trascrizione nei registri immobiliari del contratto di rent to buy, che consentirà al conduttore di acquistare il bene libero da ipoteche, pignoramenti, o altre pregiudizievoli, che emergano dopo la trascrizione del rent to buy. la trascrizione ha una durata massima di 10 anni. questa tutela permane anche in caso di fallimento del venditore

7. cosa può essere oggetto del rent to buy? anche gli immobili in costruzione?

il rent to buy può avere ad oggetto qualsiasi immobile: appartamenti, autorimesse, cantine, negozi, uffici, capannoni e negozi. persino terreni. può avere ad oggetto un immobile in costruzione. tuttavia se il bene è allo stato grezzo, sarà necessario cancellare l’ipoteca che grava sul bene; è però possibile prevedere l’accollo del mutuo. per le imprese di costruzione il rent to buy potrebbe rappresentare un valido strumento per pagare le rate del mutuo originariamente contratto per la costruzione

8. per il rent to buy relativo ad un immobile in costruzione, se l’impresa fallisce il conduttore perde il proprio denaro?

no: il contratto di rent to buy continua anche in caso di fallimento del proprietario. inoltre, la vendita non è soggetta a revocatoria fallimentare, se pattuita al giusto prezzo e si tratta di abitazione principale del conduttore o dei suoi parenti o affini più stretti

9. il conduttore/acquirente può riservarsi la nomina di un terzo in sede di rogito?  

si, la legge è elastica sul punto e prevede la facoltà di riservarsi la nomina di un terzo come in tutti i contratti preliminari.e’ anche possibile prevedere la cessione del contratto

10. quali imposte si pagano? il rent to buy è conveniente?

bisogna distinguere se chi concede il godimento in vista della futura vendita è un privato o un’impresa, e bisogna distinguere anche tra imposte dirette (a carico del proprietario/venditore) ed indirette (a carico del conduttore/acquirente). si deve, inoltre, tenere conto che non c’è ancora una disciplina specifica sul piano tributario

in ogni caso, per valutare i vantaggi (o gli svantaggi) fiscali è necessario valutare la specifica posizione fiscale del venditore, facendo un’analisi economica e fiscale del singolo caso concreto

anche per questo motivo il cliente ha bisogno fin dall’inizio della collaborazione di un professionista. naturalmente i notai italiani sono competenti a valutare l’operazione nel complesso ed a consigliare il cliente. la consulenza notarile consente di affrontare con completezza, serietà e professionalità, ogni singola questione fin dal momento iniziale così da evitare danni futuri

va precisato che nel periodo del godimento (paragonabile alla locazione), le imposte legate al possesso dell’immobile sono a carico del proprietario, come in qualsiasi contratto di affitto

le spese di trascrizione del contratto nei registri immobiliari sono, invece, a carico dell’acquirente, come le spese ed imposte dovute per l’atto di compravendita dell’immobile

futuro

Come sarà il mercato immobiliare che ci aspetta nei prossimi anni

Se prima era l’offerta a trainare la domanda, ora saranno i bisogni a muovere il mercato immobiliare, con un compratore selettivo che cercherà sempre più prodotti di qualità. il motore della ripresa – già in marcia, anche se lontana dai numeri del passato – sarà la riqualificazione dell’esistente, dove si concentrano il 40% degli investimenti sulla casa. a tracciare il panorama del settore che verrà è stata nomisma, nella conferenza di presentazione della fiera saie smart house – che si terrà a bologna ad ottobre – nel corso della quale ha presentato le stime sulle transazioni per il prossimo biennio

le transazioni immobiliari nel 2015
il mercato edilizo e immobiliare è sicuramente tra quelli che ha sentito maggiormente gli effetti della crisi. non a caso ha ricordato nomisma, le compravendite di abitazioni sono passate da 870mila del 2006 a 403mila del 2013, nello stesso periodo gli investimenti in nuove costruzioni residenziali sono calati dai 40,6 a 19,8 miliardi; i permessi di costruire nuovi fabbricati residenziali sono crollati da 278,6 mila del 2005 a 53,4 mila del 2013. e cosa ci possiamo aspettare nei prossimi anni? siamo di fronte a una progressiva, seppur lenta risalita delle compravendite: nel 2015 saliranno a quota 470mila (+16,7% rispetto al 2013) e supereranno le 517mila nel 2017

un mercato con dinamiche diverse
numeri che fanno ben sperare, ma che sono ben lontani da quelli del passato. ed infatti, come già sottolineato da idealista, ci troviamo davanti a un mercato profondamente diverso da quello del passato, dove le dinamiche di potere tra compratore e acquirente sono sbilanciate a favore del secondo. alla luce di questi nuovi scenari, il mercato immobiliare ed edilizio non sarà più lo stesso – ha commentato il direttore generale di nomisma luca dondi – “si è chiusa la fase in cui l’offerta ha guidato la domanda e l’enfasi era concentrata sulla produzione; ora se n’è aperta una in cui è la domanda a guidare l’offerta e sarà incentrata sul soddisfacimento dei bisogni”

riqualificare per uscire dalla crisi
in italia il 55,4 per cento delle case è stato costruito prima del 1971 e richiede seri interventi di riqualificazione, mentre oltre un quarto (28,2%) risalente al ventennio tra il 1972 e il 1991, necessita almeno di investimenti per l’efficientamento energetico. non a caso solo il 15% degli edifici rientra nelle classi energetiche più efficienti. “la riqualificazione dell’esistente- secondo dondi- è l’opportunità per le imprese per uscire dalla crisi del settore“, non a caso, “quando negli ultimi anni le nuove realizzazioni crollavano, il mercato del recupero restituiva segnali di crescita: 106,6 miliardi di investimenti in recupero dal 2006 (di cui 38,7 di manutenzione straordinaria residenziale) sono diventati oltre 115 miliardi nel 2013 (di cui 45 di manutenzione straordinaria residenziale)”

i bonus energia e ristrutturazione
ciò anche grazie alle misure di agevolazione fiscale messe in atto dal governo e prorogate a tutto il 2015. basti pensare che “la quota degli investimenti veicolati dai bonus è passata da poco più del 10% del 2008 a oltre il 40% del 2013. dei quasi 20 miliardi di euro di investimenti veicolati nell’ultimo anno, tre quarti hanno riguardato il recupero edilizio e un quarto la riqualificazione energetica”.

la necessità di riforme
un punto di vista condiviso anche dal presidente di federcostruzioni, rudi girardi, che afffermato che ormai la “costruzione di nuove abitazioni e gli investimenti in infrastrutture lasciano il passo a riqualificazione del patrimonio urbano e alla messa in sicurezza sismica e idrogeologica ma per uscire dalla tendenza che ha visto dal 2008 al 2013 una contrazione produttiva delle filiere pari al 26 per cento, servono precise scelte di politica economica”

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Il 2014 del mercato immobiliare

compravendite e mutui in lenta risalita, ma i prezzi ancora in calo. Sarà ricordato così il 2014 del mattone.

Un anno se non di svolta, almeno di transazione verso un mercato immobiliare profondamente diverso da ciò che è stato negli anno del boom.

Ristrutturazioni edilizie e bonus mobili

Nel corso del 2014 si è potuto godere della proroga decisa dal governo, come previsto dalla legge di stabilità dell’anno che si è appena chiuso, sul fronte delle ristrutturazioni e del risparmio energetico. è stato possibile sfruttare, dunque, le detrazioni fiscali al 65% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici e il bonus ristrutturazioni e mobili al 50%.

Nel 2014 è iniziato il disgelo per il mercato dei mutui

il 2014 sarà ricordato come l’anno del “disgelo” nel mercato dei mutui. Invertendo un trend ormai costante negli ultimi anni, il sistema creditizio quest’anno ha ripreso ad erogare, spinto  da una domanda che aveva dato segnali di vivacità già da verso metà del 2013.

Complice l’euribor ai minimi storici, il miglior tasso variabile scende sotto il muro del 3%.

Istat: risalgono le compravendite nei primi nove mesi, impennata delle erogazioni dei mutui

la seppur tiepida ripresa del mercato immobiliare è certificata anche dall’istituto di statistica nazionale. Secondo fonti notarili, le compravendite sono cresciute dello 0,4%. Buone notizie anche nel campo dei finanziamenti per l’acquisto di una casa, aumentati del 7,8% per un totale di 201.079 convenzioni erogate.

Il sogno degli stranieri? una casa in Italia

Sono sempre più gli stranieri che vogliono una casa in Italia. Nel 2014 le richieste sono cresciute del 19,4%. A renderlo noto il report annuale del portale rivolto agli acquirenti esteri gate-away.com.

Ad essere particolarmente ambite sono le regioni come la toscana (16,5%), la liguria (14,7%), la puglia (10,8%), la sardegna (7,2%)…

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Notizie immobiliari

Per comprare casa servono 5,8 annualità di stipendio, contro le 7,8 del 2004.

Dall’inizio della crisi, il prezzo delle abitazioni si è notevolmente svalutato, raggiungendo in alcuni casi anche il 30% in meno. Nonostante l’incertezza economica, chi ha a disposizione un capitale può permettersi di acquistare un immobile a prezzi molto più competitivi che in passato.

Secondo un’analisi infatti, acquistare un’abitazione usata in una città italiana costa 2 anni in meno di lavoro, rispetto al 2004.

L’agenzia delle entrate ha aggiornato a gennaio 2015 la guida alle “agevolazioni fiscali per il risparmio energetico”, che contiene tutte le informazioni utili per richiedere la detrazione irpef del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.

Presenti anche le ultime novità introdotte dalla legge di stabilità e dal decreto sulle semplificazioni fiscali.

Agevolazioni fiscali prima casa, l’agenzia delle entrate aggiorna la guida “acquisto e vendita”

con le novità introdotte dal decreto sulle semplificazioni fiscali, gli aggiornamenti riguardano soprattutto i requisiti per accedere alle agevolazioni fiscali prima casa e i casi in cui si perdono tali benefici fiscali. Ma contiene anche informazioni sulle agevolazioni per chi acquista una casa da destinare alla locazione e sulle imposte sulla compravendita introdotte da gennaio.

agevolazioni prima casa 2015

i requisiti necessari per usufruire delle agevolazioni prima casa sono i seguenti
– l’abitazione  non deve essere di categoria catastale a1( abitazioni di tipo signorile), a8 (abitazioni in ville) o a9 (castelli e palazzi di eminente pregio artistico e storico)

– l’immobile deve essere ubicato

  • nel territorio del comune in cui l’acquirente ha o stabilisca, entro 18 mesi dall’acquisto, la propria residenza. la dichiarazione di voler stabilire la residenza nel comune ove è situato l’immobile acquistato deve essere resa, a pena di decadenza, dall’acquirente nell’atto di acquisto. ai fini della corretta valutazione del requisito della residenza, il cambio di residenza si considera avvenuto nella data in cui l’interessato rende al comune la dichiarazione di trasferimento;
  • se diverso, nel territorio del comune in cui l’acquirente svolge la propria attività, intendendo per tale anche quella svolta senza remunerazione, come per esempio le attività di studio, di volontariato e sportive (circolare 2 marzo 1994, n. 1);
  • se trasferito all’estero per ragioni di lavoro, nel territorio del comune in cui ha sede o esercita l’attività il soggetto da cui dipende;
  • se l’acquirente è un cittadino italiano emigrato all’estero, nell’intero territorio nazionale purché l’immobile sia acquisito come “prima casa” sul territorio italiano. la condizione di emigrato può essere documentata attraverso il certificato di iscrizione all’aire o può essere autocertificata dall’interessato mediante autocertificazione resa nell’atto di acquisto (ai sensi dell’articolo 46 del dpr 28 dicembre 2000, n. 445).
  • per il personale delle forze armate e delle forze di polizia non è richiesta la condizione della residenza nel comune di ubicazione dell’immobile acquistato con le agevolazioni prima casa.

per richiedere i benefici fiscali, inoltre, nell’atto di acquisto il compratore deve dichiarare:

  • di non essere titolare, esclusivo o in comunione col coniuge, di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione, su altra casa nel territorio del comune dove si trova l’immobile oggetto dell’acquisto agevolato;
  • di non essere titolare, neppure per quote o in comunione legale, su tutto il territorio nazionale, di diritti di proprietà, uso, usufrutto, abitazione o nuda proprietà, su altro immobile acquistato, anche dal coniuge, usufruendo delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa.
  • se, per errore, nell’atto di compravendita queste dichiarazioni sono state omesse, è possibile rimediare mediante uno specifico atto integrativo, redatto secondo le stesse forme giuridiche del precedente, in cui dichiarare la sussistenza dei presupposti soggettivi e oggettivi per usufruire delle agevolazioni fiscali.
  • l’agevolazione spetta allo stesso modo per l’acquisto delle pertinenze dell’abitazione qualora le stesse siano destinate in modo durevole a servizio e ornamento dell’abitazione principale per il cui acquisto si è già beneficiato della tassazione ridotta; questo, anche quando la pertinenza è acquistata con un atto separato.
  • in ogni caso, la guida ricorda che il beneficio spetta per le pertinenze classificate o classificabili nelle categorie c/2, c/6 e c/7, ed è fruibile limitatamente a una pertinenza per categoria catastale

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Le previsioni per il 2015 parlano di una lenta ripresa e prezzi ancora giù

Prezzi ai minimi storici, mutui e transazioni in crescita sono segnali positivi che lasciano intravedere una ripresa delle compravendite per il 2015.

Un’inversione di tendenza già in atto nell’ultima parte del 2014.

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NEWS

Prezzi ai minimi storici, mutui e transazioni in crescita sono segnali positivi che lasciano intravedere una ripresa delle compravendite per il 2015.Un’inversione di tendenza già in atto nell’ultima parte dell’anno ancora in corso.Buone notizie per chi vuol accendere un mutuo: tasso di interesse al 2,9%, il valore più basso dal 2010.

mattone

i sette anni di crisi del mattone: com’è cambiato il mercato immobiliare dal 2008 ad oggi

negli ultimi sette anni il mercato italiano ha vissuto una forte crisi che ha segnato una brusca inversione di tendenza rispetto al boom iniziato nel 1998. l’ufficio studi di tecnocasa ha ricostruito l’evoluzione del mercato dal 2008 ad oggi, facendo emergere uno scenario in cui mentre le grandi città conoscono una ripresa delle compravendite, i centri minori sono ancora strangolati dalla crisi.

2008-è l’anno di inizo della crisi immobiliare (anche se nelle realtà geografiche del nord e del centro, la contrazione dei valori era già iniziata nel 2007).Le compravendite passano da 806mila a 697mila (-15%).

2009– conosce una performance simile tra nord e sud, mentre la flessione dei prezzi è meno forte al centro dato alla forte contrazione dell’anno precedente. Nel sud, le condizioni economiche più svantaggiate diminuiscono la capacità di spesa dei potenziali acquirenti provocando una discesa dei prezzi degli immobili e un aumento della capacità di spesa.

2010- l’andamento del mercato immobiliare è abbastanza uniforme nelle diverse aree geografiche, con variazioni percenutali dei prezzi abbastanza simili tra centro, nord e sud.

2011: al nord inizia a diminuire la flessione dei prezzi al nord. al sud invece parecchie città- come Caserta, Cosenza, Campobasso ed Enna- registrano cali a due cifre.

2012- quest’anno si registrano i cali più elevati “la distanza tra le richieste dei proprietari e la capacità di spesa dei potenziali acquirenti aumenta sempre più e di conseguenza i prezzi immobiliari dimininuiscono ancora. sono sempre le abitaizoni del sud italia a registrare la contrazione più forte dei valori”

2013: continua la flessione dei prezzi degli immobili, ma torna la voglia di comprare casa. i venditori inziano a rendersi conto dei cambiamenti del mercato e sono più disponibili ad abbassare le richieste, perché altrimenti rischiano di aumentare a dismisura i tempi di vendita

2014: nel primo semestre del 2014, i prezzi sono ancora in ribasso, a soffrire di più è il centro italia (-4,5%), seguita dal sud (-3,3%) e dal nord (-2,3%). Il segmento della prima casa resiste bene, mentre ci sono segnali di contrazione per la domanda ad uso investimento e per la seconda casa, a causa della forte tassazione su questa tipologia di abitazioni.

Nell’analisi complessiva, dal 2008 ad oggi le abitazioni del sud hanno perso in media il 22,3%, quelle del centro il 19,9% e quelle del nord il 19,4%. a tenere meglio sono state le grandi città, mentre i prezzi sono crollati nei piccoli centri.

curiosità

CURIOSITA’:

Chi ama il lusso viaggia in Italia, secondo una ricerca fornita da slh, smoll luxury hoteles of the words per l’osservatorio della borsa internazionale del turismo 2015, il nostro paese e’ la destinazione favorita per il 13% degli affluent, superando la Francia (11%) e le Maldive (8%).

L’articolo 35 della legge di stabilita’ 2014, prevede che i soldi versati dall’acquirente per l’acquisto di una casa al momento del rogito non vadano direttamente al venditore, ma ad un fondo gestito dal notaio che li consegna solo a trasferimento di proprieta’ avvenuto. Gli interessi del fondo servono per finanziare un fondo per le piccole e medie imprese. Questo come sempre accade va a favorire Banche (per via dei costi di aperture conti e fondi, denaro depositato per almeno 20 gg ) in piu’ dove vanno a finire questi soldi, dopo tutti questi scandali politici, non vanno ad aiutare solo certe imprese ???Mi viene da pensare che questa sia l’ennesima tassa applicata a carico dei cittadini, una speculazione sui risparmi dei lavoratori e delle famiglie che intendono comprare o vendere casa, gli interessi sono trattenuti dallo stato e questi soldi i cittadini che vendono la loro casa non possono essere incassati, al momento del trasferimento di proprieta’, questo e’ SCANDALOSO.

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